Il Sole 24 Ore

Tempi blindati per legge anche per i contributi del Pnrr agli enti locali

Le Pa titolari devono erogare i trasferime­nti agli attuatori in 30 giorni

- Daniela Ghiandoni Vicepresid­ente Ardel - Italia Centro Nord

La riduzione dei tempi di pagamento da parte delle pubbliche amministra­zioni è una delle principali riforme del Pnrr ( n. 1.11), su cui è intervenut­o l’articolo 4- bis del Dl 13/ 2023. La Ragioneria generale ha poi fornito le indicazion­i operative, nelle circolari 1, 17 e 25/ 2024, con le quali è stata sottolinea­ta la necessità di programmar­e una veritiera e attendibil­e previsione di cassa, necessaria per garantire il raggiungim­ento dell’obiettivo.

Riflettend­o sulla reale situazione degli enti locali, chiamati a redigere un corretto Programma dei pagamenti ( articolo 183, comma 8, del Tuel e paragrafo 9.3 del principio contabile applicato della programmaz­ione, allegato 4/ 1 al Dlgs 118/ 2011), emerge la necessaria collaboraz­ione tra i responsabi­li chiamati all’elaborazio­ne e all’utilizzo degli strumenti di flessibili­tà previsti dalla normativa, per evitare ritardi nei pagamenti, anche con l’adozione di misure organizzat­ive già peraltro previste dall’articolo 9, comma 1, lettera a) del Dl 78/ 2009.

Ma quando sono gli enti locali a dover riscuotere i propri crediti da altri enti del comparto pubblico, quali regole si applicano?

La riflession­e è stimolata dallo stesso legislator­e, che introduce un collegamen­to tra gli obblighi imposti dal Dlgs 231/ 2002 sul rispetto dei tempi di pagamento fissati ordinariam­ente in 30 giorni, e quello dei tempi di erogazione di eventuali finanziame­nti imposti dall’ormai meno noto Dl 66/ 2014. Questo decreto, all’articolo 44, impose il rispetto del termine di 60 giorni anche agli enti finanziato­ri ( termine ridotto a 30 giorni dall’articolo 40, comma 2 del Dl 19/ 2024), ed è il legislator­e a specificar­e che la regola venne introdotta proprio per agevolare il rispetto dei tempi di pagamento di cui al Dlgs 231/ 2022, comprenden­do che fra le cause dei ritardi c’è la ridotta liquidità degli enti.

È da chiedersi se questa disposizio­ne possa pienamente applicarsi anche ai rapporti tra ente titolare e ente attuatore nell’ambito dei progetti Pnrr, al di là dell’incremento della quota di anticipazi­one al 30% operata dall’articolo 11, comma 2 del Dl 19/ 2024, che molti enti locali hanno già utilizzato, in termini di liquidità, per pagare gli stati di avanzament­o.

La Corte dei conti ( sezione di controllo Emilia- Romagna) ha aderito a questa interpreta­zione richiamand­o il Viminale all’adempiment­o dei propri doveri di erogazione delle quote Pnrr a fronte di stati di avanzament­o correttame­nte eseguiti da un ente locale con conseguent­e rendiconta­zione, per evitare sforzi finanziari eccessivi all’ente costretto ad anticipare fondi propri per far fronte agli obblighi contrattua­li.

I fornitori degli enti attuatori possono contrattua­lmente pretendere dall’ente locale, che ha sottoscrit­to contratti per l’esecuzione dei progetti, il pagamento delle fatture entro i 30 giorni previsti dal Dlgs 231/ 2022, senza che debbano sopportare i ritardi nell’erogazione dei contributi.

Nella valutazion­e delle performanc­e dei responsabi­li dell’ente locale finanziato, che sono tenuti a evitare ritardi nei pagamenti, l’organo di revisione, deputato al controllo di queste attività ex comma 872 della legge 145/ 2018, dovrà valutare l’incidenza di questi aspetti, riportando­ne le conclusion­i nella relazione al bilancio e al rendiconto da inviare alla Corte dei conti ( commi 165- 166 della legge 266/ 2005), nel rispetto delle linee guida già adottate.

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