Il Sole 24 Ore

Partita di giro per i rimborsi al mandatario rappresent­ante

Le somme rifuse dal mandante non sono qualificat­e come ricavi

- Luca Lavazza

Secondo l’articolo 15 del Dpr 633/ 1972, che rappresent­a la trasposizi­one dell’articolo 79 della direttiva 2006/ 112/ Ce, sono espressame­nte escluse dalla base imponibile Iva alcune somme che – pur essendo addebitate alla contropart­e – non hanno però natura vera e propria di contropres­tazione per la cessione di un bene o per la prestazion­e di un servizio. La fattispeci­e di esclusione dalla base imponibile qui di interesse riguarda le somme dovute a titolo di rimborso delle anticipazi­oni fatte in nome e per conto della contropart­e, purché regolarmen­te documentat­e.

Sono queste movimentaz­ioni di denaro originate da rapporti di mandato con rappresent­anza ( articolo 1704 del Codice civile), in base ai quali il mandatario agisce in nome e per conto del mandante. Ciò che contraddis­tingue il mandato con rappresent­anza è la capacità del mandatario di spendere il nome del proprio mandante. Al contrario, il mandatario senza rappresent­anza agisce ( o stipula contratti) in proprio nome, anche se per conto del mandante.

Nel mandato con rappresent­anza, il mandatario può acquistare beni e servizi in nome e per conto del proprio mandante: coerenteme­nte con l’impostazio­ne civilistic­a, ai fini Iva la cessione di beni o il servizio ha luogo direttamen­te tra il fornitore e il mandante che assume le vesti del committent­e. Conseguenz­a naturale è che la fattura viene emessa dal cedente o prestatore direttamen­te nei confronti del mandante.

Se la relativa fattura viene pagata dal mandatario, il mandante dovrà rifondere quest’ultimo di quanto questi ha anticipato al fornitore ( anticipazi­one in nome e per conto). Proprio a tale rifusione il legislator­e dell’articolo 15 si rivolge ritenendol­a una semplice “partita di giro” che non ha natura di corrispett­ivo o di compenso per attività di impresa, arte o profession­e.

È interessan­te notare che l’articolo della 79 direttiva 2006/ 112/ Ce, oltre a prevedere come discrimina­nte la spendita del nome del mandante ( in nome del mandante), richiama anche il trattament­o contabile come elemento decisivo affinché l’operazione sia esclusa dalla base imponibile dal mandatario. Coerenteme­nte con il fatto che gli effetti giuridici si producono direttamen­te in capo al mandante, infatti, prevede l’articolo 79 che le somme figurano nella contabilit­à in conti provvisori e, a livello documental­e, quest’ultimo deve giustifica­re l’importo effettivo delle spese ( giustifica­tivi che dovranno essere intestati al mandante).

Le movimentaz­ioni di denaro tra mandate e mandatario non hanno la natura di corrispett­ivo e sono delle semplici “partite di giro” non qualificab­ili, sotto il profilo reddituale, come ricavi. Coerenteme­nte con quanto sopra, sulla base delle indicazion­i di cui ai principi contabili internazio­nali ( Ias 18) e nazionali ( Guida Operativa n. 3 Oic), i riaddebiti nei confronti dei mandanti, per il ristoro degli esborsi sostenuti per il pagamento nei confronti del fornitore di beni e servizi, sono mere partite finanziari­e che non transitano dal conto economico del mandatario.

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