Necessari controlli ripetuti sul massimale contributivo
L’applicativo Prisma dell’Inps non consente di eliminare i rischi di errore
Dallo scorso 10 aprile, i datori di lavoro privati stanno sperimentando il nuovo applicativo Prisma, creato dall’Inps per supportarli nella corretta applicazione del massimale contributivo. Lo strumento, illustrato nella circolare 48/ 2024, si sta rilevando utile, in quanto consente di verificare le informazioni sull’anzianità contributiva fornite dal lavoratore in fase di assunzione. L’eventuale applicazione del massimale contributivo, previsto dall’articolo 2, comma 18, della legge 335/ 1995, è riservata infatti ai soli dipendenti con primo accredito contributivo dal 1° gennaio 1996.
Sebbene il risultato dell’applicativo non abbia valore certificativo, come spiegato dall’istituto nella circolare, rappresenta per le aziende e per i rispettivi consulenti un’informazione aggiuntiva importante per contenere i rischi del mancato rispetto degli obblighi contributivi derivanti da un’errata valutazione dell’anzianità contributiva e della conseguente applicazione del massimale. Infatti i datori di lavoro, come chiarito nella circolare, devono continuare ad acquisire dal dipendente la dichiarazione sulla propria pregressa “storia contributiva” e in particolare sulla decorrenza del primo accredito, in quanto gli archivi dell’istituto potrebbero non essere aggiornati con i dati della contribuzione estera ( in Paesi Ue o convenzionati) o di riscatti effettuati prima dell’automatizzazione dei sistemi.
Il prospetto risultante dall’interrogazione dell’applicativo, consentita solo al soggetto che trasmette il relativo flusso uniemens, presenta una struttura sintetica finalizzata a fornire l’informazione relativa alla data del primo contributo accreditato, senza fornire ulteriori specificazioni ( quali la tipologia di contributo), anche per ragioni di privacy. Ad esempio, sia per un lavoratore vecchio iscritto che per uno nuovo, la procedura si limita a indicare la data di accredito del primo contributo obbligatorio ( rispettivamente con il codice A o A3).
Le situazioni più complesse da ricostruire sono quelle caratterizzate dalla presenza di riscatti o accrediti figurativi che, esercitati nel corso della vita lavorativa del dipendente, possono modificare il suo status da nuovo ( dal 1° gennaio 1996) a vecchio iscritto ( ante 1996) alla previdenza obbligatoria.
Prisma dovrebbe agevolare i datori di lavoro nella gestione di questi casi, in quanto restituisce l’informazione relativa alla data di presentazione della domanda di riscatto e alla decorrenza del primo contributo da riscatto. La procedura sembrerebbe però non contenere l’ulteriore informazione del versamento di almeno una rata dell’onere da riscatto, a cui è subordinato l’effettivo cambio di status del lavoratore e la conseguente disapplicazione del massimale.
L’applicativo riporta anche l’indicazione della data di presentazione di una domanda di opzione al sistema contributivo prevista dall’articolo 1, comma 23, della legge 335/ 1995, da cui a sua volta discende l’acquisizione dello status di nuovo iscritto e l’applicazione del massimale a partire dal mese successivo a quello dell’opzione medesima.
Queste due informazioni potrebbero coesistere all’interno del prospetto emesso da Prisma, qualora, ad esempio, il lavoratore abbia contestualmente presentato all’Inps gestione lavoratori dipendenti domanda di riscatto per periodi ante 1996 ( informazione codificata con A2) e domanda di opzione al sistema contributivo ( informazione codificata con B). Quest’ultima, una volta completata l’istruttoria, produce l’effetto di “annullare” la modifica dello status che sarebbe dovuta naturalmente discendere dal riscatto di periodi contributivi ante 1996, e quindi fa mantenere l’applicazione del massimale contributivo.
Nonostante il supporto fornito alle aziende e agli intermediari abilitati, questi dovranno continuare a sensibilizzare il lavoratore in merito all’importanza dei dati da fornire in fase di assunzione, nonchè in caso di successive variazioni, al fine di verificare la corrispondenza di tali informazioni con quelli risultanti dall’applicativo Prisma.
Le verifiche su opzione al contributivo o riscatti continuano a mantenere un grado di incertezza