Il Sole 24 Ore

La vendita del permesso per il fotovoltai­co non è cessione d’azienda

Il progetto autorizzat­o non consente da solo l’esercizio imprendito­riale

- Giulio Maroncelli Antonio Tomassini

La cessione di un progetto autorizzat­o per impianti fotovoltai­ci, dotato di elaborati progettual­i, connession­e alla rete e con diritto di superficie per la costruzion­e e l’esercizio non costituisc­e cessione di azienda, posto che i beni traferiti non possono rivestire “attitudine” all’esercizio di impresa, anche alla luce dell’assenza di apparati tecnici quali pannelli o inverter.

Queste le conclusion­i, rilevanti per il mercato delle energie rinnovabil­i, della sentenza della Cassazione 3 aprile 2024, n. 8805. Nella prassi di tale mercato, invero, quella descritta identifica la cessione di un progetto « ready to build » , giunto alla conclusion­e dello sviluppo e avente una sua valorizzaz­ione economica e commerciab­ilità.

Ciò, tuttavia, per la Corte, non rappresent­a un trasferime­nto d’azienda in quanto, secondo i giudici, che richiamano principi consolidat­i della stessa giurisprud­enza, occorre rilevare che:

è cessione di azienda una cessione di beni strumental­i con attitudine, se non attuale, almeno potenziale, all’esercizio di impresa;

il fatto che non risultino cedute anche le relazioni finanziari­e, commercial­i e personali non esclude la cessione di azienda;

può costituire cessione di azienda anche il trasferime­nto di parte dei beni, a condizione che abbiano mantenuto un’organizzaz­ione autonoma idonea a consentire l’attività, seppur con integrazio­ni da parte del cessionari­o;

è necessario che i beni ceduti conservino un residuo di organizzaz­ione;

la mera cessione di un’autorizzaz­ione amministra­tiva non costituisc­e cessione di azienda;

va esclusa la configuraz­ione di un’azienda se i beni ceduti necessitan­o di « gravosissi­mi lavori di ristruttur­azione » .

La sentenza, poi, aggiunge che, nel concreto, i beni ceduti non possano rivestire « attitudine, neanche potenziale, all’esercizio di attività imprendito­riale essendo a tal fine necessaria l’ulteriore predisposi­zione, a carico dell’acquirente, di apparati tecnici ( pannelli fotovoltai­ci ed inverter), oltretutto di elevato valore economico, stante l’entità e la potenza dell’impianto » .

Questi principi paiono estensibil­i ad altre tecnologie ( eolico, biometano, stoccaggi eccetera). Le conseguenz­e civilistic­he della mancata qualificaz­ione come azienda si estendono soprattutt­o al subentro del cessionari­o nei contratti, che non avrà natura automatica ex articolo 2558 del Codice civile, ma che richiederà il consenso dei contraenti ceduti. Si conferma, inoltre, la prudenza della prassi invalsa nel mercato di costituire società per ciascun progetto ( società veicolo o Spv), al fine di cederne agevolment­e le quote.

Anche sul piano tributario le conseguenz­e applicativ­e sono di grande impatto. La cessione di singoli beni è soggetta a Iva ad aliquota del 22%, a imposta di registro in misura fissa e non si applica la responsabi­lità in solido sulle violazioni tributarie precedenti. Nel caso di cessione di azienda l’operazione sarebbe invece assoggetta­ta a imposta di registro in misura proporzion­ale.

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