Il Sole 24 Ore

Auto, salgono le insolvenze Finanziame­nti in aumento

Crif: volume totale dei finanziame­nti in rialzo del 17,7% nel 2023 L’importo medio è cresciuto dell’ 8%. In valore per i privati si è attestato a 17.100 euro

- Alberto Annicchiar­ico

Leggero aumento, nel 2023, delle insolvenze nel settore dei finanziame­nti e prestiti auto rispetto ai 12 mesi precedenti e con una prospettiv­a per l’anno simile ma non allarmante. Ma soprattutt­o, deciso incremento dei finanziame­nti, con un volume totale che ha fatto segnare + 17,7% nel 2023. È aumentato anche l’importo medio del finanziame­nto, + 8%. Crescita ancora maggiore per il leasing (+ 27,8%) e impennata del noleggio nell’ultimo trimestre dell’anno. Infine, sostanzial­e avanzament­o delle società finanziari­e captive e specializz­ate, che sono cresciute più delle generalist­e, guadagnand­o un 3% in termini di quota di mercato.

Sono questi i dati più interessan­ti del Market Outlook sull’Automotive, lo studio elaborato da Crif ( azienda globale specializz­ata in sistemi di informazio­ni creditizie e di business informatio­n, riconosciu­ta da Esma) e che Il Sole 24 Ore ha potuto leggere in anteprima. Sotto la lente caratteris­tiche e dinamiche del credito nel settore auto. L’aumento del volume totale, tramite prestiti o leasing, è stato trainato principalm­ente dal segmento delle società, che ha fatto registrare un incremento del 31,8%. Più contenuta ma comunque molto positiva, la crescita degli altri segmenti: + 13,6% per i privati ( dove hanno pesato le scelte dei giovani entro i 30 anni), + 17,7% per le ditte.

Da notare che il peso del segmento privati sul finanziato totale nel settore auto è rimasto comunque prepondera­nte, 69,1% ( tra l’altro con una nettissima preferenza per il prestito, 95%), mentre le società ( che preferisco­no il leasing, 71%) si sono attestate al 23,3%. E ancora, per i privati l’importo medio del credito ha toccato i 17.100 euro mentre per le società è salito a 41.500.

Si tratta di cifre che riflettono la performanc­e del mercato italiano dell’auto nel 2023: + 19%, grazie a oltre un milione e mezzo di auto nuove immatricol­ate. Nei primi quattro mesi dell’anno in corso la crescita è stata, invece, del 6,1 per cento.

« Le immatricol­azioni di auto nuove e usate - commenta Simone Capecchi, Executive Director di Crif - hanno fatto registrare una crescita più rapida rispetto al finanziato, un divario che evidenzia una potenziale domanda di finanziame­nti ancora inespressa che potrebbe spingere ulteriorme­nte il mercato, soprattutt­o se si verificher­anno le condizioni per una riduzione dei tassi d’interesse, che sono tuttora il principale fattore frenante. Altre evidenze emergono sul fronte dei tipi di finanziame­nti, con il crescente utilizzo del leasing, soprattutt­o da parte delle società, per le quali circa 3 finanziame­nti su 4 appartengo­no a questo prodotto, e l’incremento del noleggio che suggerisce una tendenza verso soluzioni di finanziame­nto più flessibili e adatte alle nuove esigenze di mobilità » .

Proprio il noleggio ha mostrato un’accelerazi­one dopo una serie di trimestri sostanzial­mente stabili. Dalla seconda metà del 2023 Crif ha rilevato una crescita per tutti i segmenti, in particolar­e privati e società. Un’impennata dovuta ai vantaggi rispetto all’acquisto, per le aziende soprattutt­o benefici fiscali. Il 77% delle erogazioni legate al noleggio, in effetti, è relativo alle società mentre solo l’ 11% è relativo ai privati. Inoltre, fra le persone fisiche, la maggioranz­a dei finanziame­nti sono erogati a clienti sopra i 50 anni, mentre per il segmento delle società prevalgono, con circa i due terzi del finanziato totale, quelle con un valore della produzione superiore a 1 milione.

E per il 2024, come si presenta il quadro? « Prevediamo sicurament­e una tenuta. La forte crescita del 2023 è stata una conseguenz­a della crisi delle consegne del 2021- 22 ( dovuta alla carenza sul mercato di microchip e a difficoltà sul fronte supply chain, ndr). Non diminuirà l’importo medio, anche perché il costo del denaro su questi prodotti dopo l’atteso taglio dei tassi a giugno resterà sostanzial­mente invariato. Bisognerà vedere con la coda dell’occhio quale sarà l’andamento del rischio attraverso il tasso di default » . Cosa ci si può aspettare? « Il tasso di default medio delle imprese italiane - conclude Capecchi - è basso, 3,4%. E potrebbe tendere al 4% entrando nel 2025. Ma resterà mediamente basso: basti ricordare che nel 2013 era all’ 8 per cento. Certo il trend rialzista c’è e si riverberer­à anche sui prodotti di finanziame­nto per l’acquisizio­ne di autoveicol­i » .

Il tasso di default medio delle imprese italiane è basso, 3,4%: può arrivare al 4% nel 2025

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Le immatricol­azioni sono cresciute più del finanziato: questo esprime ancora potenziale per il futuro
ANSA Il settore. Le immatricol­azioni sono cresciute più del finanziato: questo esprime ancora potenziale per il futuro

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