Se il contribuente fa pace con il Fisco
La commissione Finanze chiede più tutele al Governo sull’abitazione familiare
Una tutela in più sulla prima casa per chi paga bonariamente il debito o se c’è una lite in corso chieda di chiuderla. Dal parere approvato dalla commissione Finanze della Camera ( relatore Saverio Congedo di Fratelli d’Italia) sul decreto delegato della riscossione arriva l’input al Governo a trovare forme di mitigazione per i contribuenti che si dimostrano più collaborativi nei confronti dell’amministrazione finanziaria. Nelle tredici osservazioni ( non vincolanti per l’Esecutivo) compare anche la richiesta di introdurre un divieto di ipoteca sulla prima casa di abitazione di un nucleo familiare, qualora il debitore appartenente a un nucleo con figli a carico proponga il pagamento bonario del debito fiscale nel caso abbia ricevuto un preavviso di iscrizione ipotecaria oppure chieda di definire il contenzioso nel caso in cui abbia impugnato i titoli su cui si fonda la pretesa esecutiva o dopo aver proposto opposizione all’esecuzione. Casi in cui sempre il parere approvato alla Camera chiede che venga prevista la più ampia facoltà di rateizzazione del debito senza ulteriori interessi. In caso di contenzioso, poi, la sollecitazione è quella di introdurre un meccanismo simile alla definizione delle liti pendenti, con il pagamento di una percentuale del credito ( che, in parte, sarebbe quindi stralciato) e senza sanzioni e interessi. E comunque per i deputati della commissione Finanze le iniziative contro il patrimonio del contribuente e le azioni di recupero devono essere sospese o revocate nell’ipotesi in cui intervenga o sia pubblicata una sentenza ( anche non definitiva) al nucleo familiare.
Le osservazioni puntano anche a mettere alcuni paletti al meccanismo del discarico automatico dei crediti nel caso in cui l’agente incaricato della riscossione riscontri gli elementi per cui non si può procedere al recupero dei crediti e li “restituisca” all’ente creditore. Si punta a prevedere che il meccanismo automatico non riguardi i crediti delle Casse di previdenza private, come quelle dei professionisti. Un’ulteriore esclusione viene richiesta per le quote affidate all’agente della riscossione per cui pendono azioni giudiziali e di recupero e per quelle sono in corso o pendenti accordi in base al Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza invece di prevedere l’esclusione nei casi in cui gli accordi sono stati conclusi.
La prima casa viene nuovamente citata e tenuta in considerazione nell’ipotesi di riaffidamenti dei carichi, per cui vengono ricordati i « precisi limiti » per l’espropriazione. Mentre il riaffidamento dei carichi va effettuato a soggetti che siano iscritti nell’albo dei riscossori e devono essere chiamati a utilizzare l’ingiunzione fiscale. Così come una puntualizzazione viene chiesta sulla situazione di obiettiva difficoltà che legittima il progressivo aumento del numero delle rate: la difficoltà deve essere di natura economico- finanziaria.
Un passo indietro più netto vie
Nel parere approvato spunta la chiusura della lite con sconti sul credito e senza sanzioni e interessi
ne, invece, auspicato per la disposizione contenuta nello schema di decreto che, in caso di rifiuto della proposta di compensazione tra il credito d’imposta ed il debito, le somme compensabili restano temporaneamente a disposizione dell’agente della riscossione, per l’avvio dell’azione esecutiva. Questo perché - osservano i deputati della commissione Finanze - nell’ipotesi di rifiuto alla compensazione volontaria da parte del contribuente, l’agenzia delle EntrateRiscossione non può bloccare gli importi delle somme versate sugli appositi fondi, ma deve procedere nei confronti del contribuente, al rimborso integrale in tempi immediati, con i relativi interessi.