Immobili strumentali, ammortamento indeducibile
Mentre i canoni leasing restano deducibili se ripartiti in dodici anni
La revisione della disciplina del reddito di lavoro autonomo prevista dallo schema di Dlgs approvato dal governo ( si veda anche pagina 5) ) non sembra attuare i principi fissati in materia dalla legge delega 111/ 2023, almeno per quanto riguarda gli immobili. Va ricordato, infatti, che il punto 2.2) della lettera f) dell’articolo 5, comma 1, della legge delega prevedeva « l’eliminazione della disparità di trattamento tra l’acquisto in proprietà e l’acquisizione in locazione finanziaria » tanto degli immobili integralmente strumentali quanto di quelli a utilizzo promiscuo.
A fronte di questo impegno, lo schema di decreto prevede:
• una disciplina di plusvalenze e minusvalenze che si applica esclusivamente ai « beni mobili strumentali » ( nuovi articoli 54- bis e 54- quater);
• una disciplina degli ammortamenti che, in linea generale, si applica ai beni strumentali, escludendo però gli immobili ( articolo 54- quinquies, comma 1);
• la deducibilità dei canoni di leasing immobiliari ( terreno escluso) per un periodo non inferiore a dodici anni ( sul punto il medesimo comma 1 mantiene quanto previsto dall’attuale comma 2 dell’articolo 54), con la specifica che la cessione del contratto di locazione finanziaria concorre a determinate reddito imponibile ( nuovo comma 3 dell’articolo 54- bis);
• il mantenimento, per gli immobili utilizzati ad uso promiscuo, della deducibilità del 50% della rendita ( se in proprietà) o dei canoni di locazione anche finanziaria, a condizione che il contribuente non disponga nel medesimo comune di altro immobile ad uso esclusivo ( articolo 54- quinquies, comma 2, che ricalca l’attuale comma 3 dell’articolo 54);
• una deducibilità delle spese di « ammodernamento, ristrutturazione e manutenzione straordinaria » degli immobili in quote costanti nel periodo d’imposta in cui sono sostenute e nei cinque successivi, ridotta al 50% per gli immobili ad utilizzo promiscuo ( 50% nell’anno per le spese di manutenzione ordinaria sostenute per questi ultimi immobili).
Salvo modifiche, quindi, non sembra affrontato il tema dell’ammortamento degli immobili integralmente strumentali, che non resterebbe deducibile neppure dopo l’entrata in vigore del decreto delegato, mantenendo la ( ingiustificabile) divaricazione con il leasing, i cui canoni resterebbero deducibili se ripartiti in un periodo di almeno dodici anni.
Il nodo, presumibilmente, sta nel fatto che l’assimilazione richiesta dalla legge delega avrebbe portato nel breve/ medio periodo a un minor gettito ( a seguito della riduzione del reddito determinata dalle quote di ammortamento) con un recupero sulle plusvalenze ipotizzabile solo nel lungo periodo, al momento della cessione dell’immobile o della sua destinazione ad altro uso. Inoltre, si sarebbe dovuto risolvere il problema di come applicare l’ammortamento agli immobili già acquisiti ed utilizzati dai professionisti, per non ripetere il pasticcio creato per gli immobili acquisiti nel triennio 2007- 2009 dalla legge n. 296/ 2006. Per lo stesso motivo, nel caso degli immobili promiscui la deducibilità dimezzata riguarda ( e riguarderà) la rendita catastale e non la quota di ammortamento, mentre nella locazione e nel leasing si fa riferimento al canone.