Piana del Sele, 20 milioni per le filiere sostenibili
Progetto promosso da Symbola, Bcc del territorio, Coldiretti e Confagricoltura Studio sulle potenzialità di crescita del settore dei prodotti freschi
Da tre banche del territorio, un plafond di 20 milioni di euro per finanziare progetti di sostenibilità da parte delle imprese della Piana del Sele attive nel settore della IV gamma, ovvero dei prodotti ortofrutticoli freschi, tagliati, lavati e confezionati.
Un mercato, quello della IV gamma, che con oltre un miliardo di euro di valore rappresenta circa il 18% dell’industria ortofrutticola italiana e il 2% del mercato alimentare complessivo. E la Piana del Sele, con una superficie di circa 6mila ettari dedicati alla produzione, è uno dei principali poli europei di produzione. Il progetto di sostegno a questo polo nasce due anni fa dalla collaborazione tra Fondazione Symbola, BCC Campania Centro, BCC Capaccio Paestum e Serino,
Bcc Magna Grecia, in partnership con Coldiretti Campania e Confagricoltura Salerno, con l’obiettivo di individuare nell’area della Piana del Sele alcune filiere di eccellenza per accelerarne lo sviluppo in chiave sostenibile. I primi due settori individuati sono stati quella appunto della IV gamma e quello della bufalina, ma l’obiettivo dei promotori è proseguire con altre filiere del territorio, ma potrebbe diventare un modello da esportare anche in altre regioni.
In questi due anni Symbola, in stretta collaborazione con i produttori, ha realizzato uno studio finalizzato a mappare le soluzioni innovative per il settore, esplorando cinque dimensioni ambientali: sostituzione o riduzione chimica, gestione idrica, gestione del suolo e biodiversità, riduzione di emissioni di CO2 e consumi energetici, riutilizzo di sottoprodotti e packaging. Per ciascuna dimensione, ha messo in evidenza 30 soluzioni tecnologiche che le imprese dovrebbero implementare o consolidare per garantire una produzione più sostenibile e quindi competitiva.
« Lo studio ha analizzato le peculiarità della Piana del Sele, territorio storicamente vocato a produzioni agricole di elevata qualità e che ormai si è affermato come uno dei principali poli produttivi di IV gamma in Europa e nel mondo » , spiega Domenico Sturabotti, direttore di Fondazione Symbola, che assieme a Marco Frey ha coordinato il progetto Filiere sostenibili della Piana del Sele. Una qualità ancora poco nota ai consumatori finali, dato che le imprese della filiera operano prevalentemente in ambito B2B.
C’è anche un tema di attrattività della filiera: i clienti di queste imprese sono infatti grandi player nazionali o internazionali, che potrebbero essere tentati di cavalcare la leva del prezzo, trattandosi di prodotti a valore aggiunto tutto sommato contenuto. « Far conoscere la qualità e l’eccellenza delle produzioni della Piana del Sele può diventare uno strumento di competitività, per orientare su questo territorio le scelte del mercato » , osserva Sturabotti. Ma soprattutto, lo studio ha l’ambizione di diventare una sorta di “manuale” per le imprese della Piana che puntano a diventare più sostenibili, dato che alcune non hanno ancora consapevolezza di quali siano le misure da adottare, mentre altre ne utilizzano solo alcune. Il progetto proseguirà ora con la filiera della bufalina, i cui risultati saranno presentati nel 2025.