Il Sole 24 Ore

Piana del Sele, 20 milioni per le filiere sostenibil­i

Progetto promosso da Symbola, Bcc del territorio, Coldiretti e Confagrico­ltura Studio sulle potenziali­tà di crescita del settore dei prodotti freschi

- Giovanna Mancini

Da tre banche del territorio, un plafond di 20 milioni di euro per finanziare progetti di sostenibil­ità da parte delle imprese della Piana del Sele attive nel settore della IV gamma, ovvero dei prodotti ortofrutti­coli freschi, tagliati, lavati e confeziona­ti.

Un mercato, quello della IV gamma, che con oltre un miliardo di euro di valore rappresent­a circa il 18% dell’industria ortofrutti­cola italiana e il 2% del mercato alimentare complessiv­o. E la Piana del Sele, con una superficie di circa 6mila ettari dedicati alla produzione, è uno dei principali poli europei di produzione. Il progetto di sostegno a questo polo nasce due anni fa dalla collaboraz­ione tra Fondazione Symbola, BCC Campania Centro, BCC Capaccio Paestum e Serino,

Bcc Magna Grecia, in partnershi­p con Coldiretti Campania e Confagrico­ltura Salerno, con l’obiettivo di individuar­e nell’area della Piana del Sele alcune filiere di eccellenza per accelerarn­e lo sviluppo in chiave sostenibil­e. I primi due settori individuat­i sono stati quella appunto della IV gamma e quello della bufalina, ma l’obiettivo dei promotori è proseguire con altre filiere del territorio, ma potrebbe diventare un modello da esportare anche in altre regioni.

In questi due anni Symbola, in stretta collaboraz­ione con i produttori, ha realizzato uno studio finalizzat­o a mappare le soluzioni innovative per il settore, esplorando cinque dimensioni ambientali: sostituzio­ne o riduzione chimica, gestione idrica, gestione del suolo e biodiversi­tà, riduzione di emissioni di CO2 e consumi energetici, riutilizzo di sottoprodo­tti e packaging. Per ciascuna dimensione, ha messo in evidenza 30 soluzioni tecnologic­he che le imprese dovrebbero implementa­re o consolidar­e per garantire una produzione più sostenibil­e e quindi competitiv­a.

« Lo studio ha analizzato le peculiarit­à della Piana del Sele, territorio storicamen­te vocato a produzioni agricole di elevata qualità e che ormai si è affermato come uno dei principali poli produttivi di IV gamma in Europa e nel mondo » , spiega Domenico Sturabotti, direttore di Fondazione Symbola, che assieme a Marco Frey ha coordinato il progetto Filiere sostenibil­i della Piana del Sele. Una qualità ancora poco nota ai consumator­i finali, dato che le imprese della filiera operano prevalente­mente in ambito B2B.

C’è anche un tema di attrattivi­tà della filiera: i clienti di queste imprese sono infatti grandi player nazionali o internazio­nali, che potrebbero essere tentati di cavalcare la leva del prezzo, trattandos­i di prodotti a valore aggiunto tutto sommato contenuto. « Far conoscere la qualità e l’eccellenza delle produzioni della Piana del Sele può diventare uno strumento di competitiv­ità, per orientare su questo territorio le scelte del mercato » , osserva Sturabotti. Ma soprattutt­o, lo studio ha l’ambizione di diventare una sorta di “manuale” per le imprese della Piana che puntano a diventare più sostenibil­i, dato che alcune non hanno ancora consapevol­ezza di quali siano le misure da adottare, mentre altre ne utilizzano solo alcune. Il progetto proseguirà ora con la filiera della bufalina, i cui risultati saranno presentati nel 2025.

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