Rinnovabili, in Sardegna stop temporaneo
Fermata la realizzazione di nuove strutture per un anno e mezzo
Stop alla costruzione di impianti rinnovabili per 18 mesi in Sardegna. La Giunta regionale ha approvato il disegno di legge, che dovrà essere poi licenziato dal Consiglio regionale, con cui si ferma la realizzazione di nuove strutture per un anno e mezzo. Un tempo necessario per consentire l’approvazione della legge regionale sull’individuazione delle aree idonee e inoltre quella relativa « al successivo, e necessario, adeguamento del Piano Paesaggistico Regionale » . L’obiettivo del provvedimento, denominato “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali” è quello di tutelare il patrimonio ambientale e paesaggistico + in questa fase di transizione.
« L’urgenza del presente disegno di legge - si legge nella delibera - risiede proprio nella inderogabile necessità, per la Regione Sardegna, di poter programmare l’utilizzo e il consumo del suolo, al fine di scongiurare l’irreversibilità dei potenziali danni derivanti dall’installazione, costruzione, realizzazione o avviamento di nuovi ovvero ulteriori impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili » . Il disegno di legge prevede all’articolo 2 che « Nelle more dell’adeguamento del Piano paesaggistico regionale e dell’approvazione della legge regionale sull’individuazione delle aree idonee, e comunque per un periodo non superiore a 18 mesi dall’entrata in vigore della presente legge, l’intero territorio regionale è sottoposto a misure di salvaguardia del paesaggio, del territorio e dell’ambiente comportanti il divieto di realizzare nuovi impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che incidono direttamente sull’occupazione del suolo » . Disposizioni che « si applicano anche agli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili le cui procedure di autorizzazione o concessione sono in corso al momento dell’entrata in vigore della presente legge » .
Non una moratoria, come ribadito dalla presidente della Regione Alessandra Todde a margine della riunione della Giunta, ma una pausa necessaria. « Noi abbiamo semplicemente detto che in assenza di regole, perché manca la mappa delle aree idonee, manca la revisione e l’armonizzazione del piano paesaggistico con le aree interne, è necessario discutere di queste regole e non lo vogliamo fare in assenza di un contesto che possa dire a chi deve fare gli impianti come li deve fare » . Anche perché, come sottolineato dalla presidente « in questo momento c’è un far west e un vuoto normativo » .
La decisione arriva in seguito a una serie di prese di posizione, di sindaci e amministratori locali, oltre che imprenditori e cittadini, preoccupati per le numerose richieste di connessione per la realizzazione di parchi eolici e fotovoltaici.
« Sia chiaro, da parte nostra non c’è nessun intento punitivo sulla transizione che deve avvenire. Noi dobbiamo decidere dove fare gli impianti e come devono essere utili per il piano energetico - ha aggiunto -. Basti ricordare che la Sardegna ha un consumo di 1,5 Gigawatt annui, il Tyrrhenian link ne trasporterà 3 e le richieste per più di 58 Gigawatt » . Per la presidente « si tratta di un’occupazione fuori misura quindi noi vogliamo rispettare le norme europee, vogliamo metterci nei contesti in cui questi impianti devono servire alle industrie e ai cittadini, non siamo in questo contesto e quindi bisogna porre rimedio con percorsi strutturali » .
Restano esclusi dallo stop gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili finalizzati all’autoconsumo e quelli ricompresi nelle comunità energetiche. Entro 180 dall’entrata in vigore della legge dovrà essere aggiornato e adeguato il Piano paesaggistico regionale. Un mattone, per usare le parole della presidente, per un percorso che dovrà essere strutturale da compiere non nei 18 mesi previsti « ma in sei mesi » .
Un tempo necessario per approvare la legge sull’individuazione delle aree idonee e il piano paesaggistico