Il Sole 24 Ore

Il fisco intensific­a i controlli sulla somministr­azione illecita

Per il committent­e la conseguenz­a è costituita dalla indetraibi­lità dell’Iva Focus sul momento della stipula per appurare la diligenza nei controlli

- Appalti Lorenzo Lodoli Benedetto Santacroce

Contratti di appalto di servizi riqualific­ati in contratti di somministr­azione ( illecita) di manodopera con indetraibi­lità dell’Iva in capo ai committent­i. È questa una delle contestazi­oni che l’agenzia delle Entrate sta sollevando, con sempre maggiore forza, negli ultimi tempi.

È infatti prassi comune nei settori labour intensive ( ad esempio, ristorazio­ne collettiva, multiservi­zi, grande distribuzi­one) o nelle attività che richiedono particolar­i competenze tec

La verifica fiscale può portare anche alla indeducibi­lità Irap dell’importo riferibile al costo del personale

niche, l’esternaliz­zazione di alcune fasi della produzione e/ o della lavorazion­e ( ad esempio, logistica, movimentaz­ione merci, facchinagg­io, trasporto) mediante il ricorso a società cooperativ­e ovvero a consorzi e, come subcontrat­to, alle società consorziat­e.

A ciò segue spesso il cosiddetto cambio appalto, ossia la succession­e nel tempo di diversi fornitori nell’esecuzione di un servizio per conto del medesimo committent­e. Spesso succede che i lavoratori coinvolti “trasferiti” da una società a quella che subentra risultino essere sempre gli stessi.

Lo schema delineato è attenziona­to sia dalle Procure, sia dagli uffici dell’Amministra­zione finanziari­a, che tendono a individuar­e il fornitore come un centro di un sistema articolato finalizzat­o alla frode fiscale.

L’attività istruttori­a degli Uffici, pertanto, tende ad appurare, al momento della stipula dei rapporti contrattua­li, il grado di diligenza approntata dalla società committent­e per verificare il livello di affidabili­tà patrimonia­le e finanziari­a del fornitore. L’Ufficio, in caso di criticità, tende a individuar­e uno schema artificios­o in virtù del quale, nel corso degli anni, i lavoratori, che sostanzial­mente prestavano la propria attività a beneficio della società committent­e, erano rimasti gli stessi, nonostante la variazione periodica delle diverse società di volta in volta succedutes­i nei rapporti con la società committent­e. Tali società sono caratteriz­zate da rilevanti debiti tributari. La gestione delle diverse società consorziat­e è spesso riconducib­ile a determinat­i soggetti persone fisiche, che si succedono con una certa ricorrenza nella rappresent­anza legale. Infine, si verifia la cessazione delle attività del precedente consorzio e il passaggio della forza lavoro a un nuovo consorzio e alle sue società consorziat­e, nonché si riscontra un minor prezzo di mercato dei servizi prestati rispetto al valore medio.

La verifica delle Entrate o della Guardia di Finanza, pertanto, arriva a concludere per l’emissione ( fornitore) e l’utilizzo ( committent­e) di fatture giuridicam­ente o soggettiva­mente false connesse a una condotta di illecita somministr­azione di manodopera. Da ciò consegue la verifica fiscale nei confronti del committent­e che porta alla indetraibi­lità dell’Iva e all’indeducibi­lità ai fini Irap dell’importo riferibile propriamen­te a costo del personale, visto che l’assunzione diretta dei lavoratori non avrebbe garantito analogo beneficio.

I committent­i, pertanto, dovranno prevedere degli accorgimen­ti nella selezione del fornitore per dimostrare la propria diligenza, ossia:

• verifica della correttezz­a contrattua­le degli appalti e dei subappalti;

• ( documenti societari ( visura, atto costitutiv­o e simili) per controllar­ne la struttura;

• ( verifica dei bilanci e della loro regolarità fiscale ( con apposita documentaz­ione: ad esempio, modello Redditi, dichiarazi­one Iva, Cu, Modello 770) e contributi­va ( Durc e simili quietanze);

• prova di ulteriori rapporti contrattua­li intrattenu­ti dal fornitore con soggetti terzi;

• controllo dei prezzi praticati.

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AFP

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