Impresa Lazio Immobile nell’Olimpo
L’attaccante di Torre Annunziata ha firmato l’1-0 con cui i biancocelesti hanno rimandato a casa il Bayern Monaco. Ma gli ottavi di Champions sono un’opera da due atti
Echi, se non Ciro Immobile, poteva regalare ai tifosi della Lazio un San Valentino davvero indimenticabile? Con il rigore trasformato al 69’, l’attaccante di Torre Annunziata non soltanto ha firmato l’1-0 con cui i biancocelesti hanno rimandato a casa il temibilissimo Bayern Monaco, ma ha anche fatto letteralmente impazzire l’Olimpico riempito a festa per la super-sfida di Champions League. Lui, il capitano dei record, la sua squadra se l’è caricata praticamente sulle spalle fin dal primo minuto, una gara tutta recuperi, lanci e massimo impegno su ogni pallone impreziosita con un gol dal dischetto realizzato nel modo più classico. Pallone da una parte, Manuel Neuer dall’altra, con lo scatto verso le gradinate per festeggiare assieme ai suoi tifosi il timbro più importante messo a segno fin qui durante la stagione e la soddisfazione di essere stato ancora una volta assoluto protagonista di una serata da incorniciare.
Con il traguardo delle 200 reti in Serie A appena tagliato, Immobile è entrato di diritto nell’olimpo dei marcatori italiani di tutti i tempi, secondo solo a vere e proprie pietre miliari del pallone nostrano come Silvio Piola, Francesco Totti, Gunnar Nordahl, Giuseppe Meazza, José Altafini, Antonio Di Natale e Roberto Baggio. Alle sirene che lo vorrebbero strappare allo Stivale per vederlo giocare altrove, il numero 17 ha risposto con il 13° gol in Champions, il nono con la maglia di quella Lazio che l’ha abbracciato nel 2016, per poi non lasciarlo più andar via.
Gli ottavi di finale di Champions - e qui sta il fascino delle coppe europee - sono un’opera composta da due atti. Andato il primo, prima di pensare al secondo è fondamentale riavvolgere il nastro del successo di Roma per farlo proprio, interiorizzarlo e, così facendo, trasformarlo in ulteriore energia da mettere nel serbatoio in vista del match di ritorno. Lo faranno i giocatori, indubbiamente soddisfatti per una prova pressoché perfetta, lo faranno i quasi 60mila spettatori che hanno regalato la giusta cornice di pubblico a un evento destinato a rimanere nella mente di chi l’ha vissuto in prima persona. Poco importa, in fondo, non essere riusciti a sfruttare al meglio la superiorità numerica per mettere ulteriore fieno in cascina; l’Aquila è volata alta nel cielo, dimostrando che la squadra di Maurizio Sarri può e dunque deve sovvertire tutti i pronostici della vigilia anche quando si giocherà a campi invertiti. Il possesso palla dei tedeschi - con il 61% a testimoniare la predominanza in questa fase di gioco - non ha prodotto gli esiti attesi; il numero 0 alla voce tiri nello specchio della porta difesa da Ivan Provedel ben riassume l’imprecisione ospite una volta dalle parti del portiere laziale. A secco lo spauracchio Herry Kane e mai davvero incisivi i suoi compagni di reparto, il Bayern secondo in Bundesliga dovrà ora rimboccarsi le maniche per superare i ragazzi di Sarri, che alla fine dei 90’ ha rimarcato l’eccezionalità della prestazione messa in campo dai suoi.
Oltre alla vittoria della Lazio, gli ottavi di Champions hanno regalato l’1-3 del Manchester City sul Copenaghen, il successo in trasferta (0-1) del Real Madrid a Lipsia e il 2-0 del Paris Saint-Germain sulla Real Sociedad. L’andata di questo turno si concluderà la prossima settimana con Psv Eindhoven-Borussia Dortmund, Inter-Atletico Madrid, Porto-Arsenal e Napoli-Barcellona. Tra il 5 e il 13 marzo, infine, la definizione delle squadre partecipanti ai quarti di finale.
Prima di risentir suonare le note dell’inno della massima rassegna continentale, la Lazio dovrà però rituffarsi nel campionato. Si parte dal Bologna, nel match del pranzo domenicale, per poi affrontare di seguito Torino, Fiorentina e Milan. L’attuale settimo posto, forse, va un po’ stretto a chi la scorsa stagione fu seconda solo al Napoli. Ai prossimi scontri diretti il compito di migliorarlo.