Emergenza vespe al ministero dei Trasporti, doppia disinfestazione per 4 uffici inagibili
Panico al ministero! “Estrema urgenza per l’incolumità pubblica”, addirittura. Le cavallette? Quasi: le vespe. Sciami di vespe insistenti e resistenti, in grado di sopravvivere persino al pronto intervento dei Vigili del Fuoco. Roba da Caschi blu dell’onu, anche perché la scorsa settimana è stato il ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida a denunciare un cruento blitz di vespe orientalis capaci di sterminare un alveare sul tetto della sede. Questa storia, invece, inizia in viale del Policlinico, a Roma, in uno dei palazzi del ministero dei Trasporti che ospita l’ufficio centrale del Bilancio. Al rientro dalle ferie, i funzionari trovano una sorpresina: fuori dai finestroni si aggirano minacciose alcune vespe, sempre più vespe. Guai a far prendere aria alla stanza. Il 29 agosto la situazione è già allarmante e i dirigenti si armano di carta e penna segnalando al ministero dei Trasporti “la necessità di provvedere alla disinfestazione di alcuni locali”. Si tratta, per la precisione, di ben quattro stanze inserite nello stesso padiglione: stando alla ricostruzione che ne fa il dicastero di Matteo Salvini (già: la vicenda è tutta nero su bianco), i funzionari rilevano “la presenza di numerosi insetti, che ha reso inagibili i locali al personale”. Non resta che chiamare i Vigili del fuoco che si presentano al ministero il 2 settembre e procedono “alla disinfestazione dei locali interessati dalla presenza di vespe”. Sembra tutto finito, ma succede come in quei film horror in cui i protagonisti si rilassano, convinti di aver sconfitto il mostro, e a quel punto la bestia (o le bestie) torna per la più feroce delle vendette. La scena è facilmente immaginabile: d’un tratto, il ritorno: zzzzzzzz. Rieccole, sono loro. A due giorni dall’intervento dei Vigili del Fuoco, i dipendenti sono di nuovo in emergenza e scrivono ancora al ministero: “L’attività di disinfestazione non è stata risolutiva”. C’è un nido che ha resistito ai pompieri. Servono rinforzi. Un gradino prima dell’onu c’è la ditta Zucchet, che d’altra parte per la proverbiale ironia del destino ha sede in via delle Nazioni Unite. Il ministero dei Trasporti descrive un clima irrespirabile; la ditta arriva in sede il 5 settembre e attesta “l’estrema urgenza per l’incolumità pubblica”, poi procede con l’intervento salvifico stanando “un favo di vespe presente in una cavità situata dietro un fancoil”, ovvero dietro uno di quei condizionatori caldo-freddo. Il costo è di 400 euro più Iva. Ma valgono bene una crisi da brutali imenotteri.