La burrasca Boris porta la neve anche sotto i mille metri
In Italia – Il Cnr-isac segnala che l’estate 2024 si è collocata terza tra le più roventi nella serie climatica nazionale dal 1800 con 1,8 °C sopra media, superata solo da quelle del 2003 e 2022. A contribuire è stata soprattutto la lunga durata del caldo intenso in luglio e agosto, che a loro volta sono stati rispettivamente il terzo e il secondo più caldo in oltre due secoli con eccessi termici di 2,1 °C e 2,4 °C. La calura si è prolungata anche a inizio settembre, e domenica 8, sotto lo scirocco, c’erano ancora 35 °C a Roma-ciampino e Pescara e 39,2 °C a Partinico (Palermo), mentre al Nord, in Toscana e Lazio una perturbazione atlantica scaricava piogge e temporali anche alluvionali. Notevoli allagamenti intorno a Pisa, Livorno e Lucca (174 mm di pioggia a Stazzema, sulle Alpi Apuane), nonché in località del Pratese, come Montemurlo, già colpite dalla grave alluvione di novembre 2023, inoltre grandine grossa in Versilia e danni ai tetti di Salzano (Venezia) per un tornado. Diluvi pure in alta Lombardia lunedì e disagi alla viabilità nelle valli Seriana, Brembana e Tartano, inondazioni a Molteno (Lecco) e a Bergamo per lo straripamento del T. Morla. Relativa pausa a metà settimana – martedì sera un nubifragio ha comunque colpito il Trevigiano allagando Nervesa della Battaglia – poi da giovedì protagonista è stata un’intensa perturbazione nord-atlantica associata alla burrasca “Boris” e accompagnata da aria assai fredda per il periodo. Nuove forti precipitazioni specie all’estremo Nord-est (allagamenti in Friuli-venezia Giulia,
179 mm di pioggia entro venerdì a Basovizza) ma anche in Lazio e Campania (alluvione-lampo giovedì sera a Torre del Greco, sott’acqua anche molte strade di Roma venerdì). Sulle Alpi le temperature sono piombate giù di 15 °C in 24 ore fino a valori 10 °C sotto norma, e la neve è scesa a 1.000 metri imbiancando località come Arabba, Selva di Val Gardena e Dobbiaco. Per quanto appariscente e poco usuale a metà settembre, non è stato un evento eccezionale. Più volte in passato, in questo periodo, sulle Alpi orientali la neve è apparsa sui prati verdi a quota 1.000 o più in basso, imbiancando perfino Tarvisio (750 m) il 14 settembre 1998 (stavolta invece solo fiocchi misti a pioggia). I -12,5 °C di venerdì mattina a Plateau Rosa (3.480 m, Cervinia) sono paragonabili agli eventi di metà settembre 1996, 2001 e 2008.
NEL MONDO –
Piogge, freddo e neve della burrasca “Boris” sono ben più eccezionali in Austria, reduce dalla sua estate più calda a scala secolare. Venerdì temperatura massima di appena 8,4 °C a Vienna, la più bassa nella prima metà di settembre dal 1872, mentre a Mosca c’erano 27 °C. Alpi imbiancate fino a 800 metri (prima nevicata nota in settembre a Mariazell, Stiria, in almeno 75 anni di osservazioni), precoce pericolo valanghe, e alluvioni in vista nelle pianure e nella vicina Repubblica Ceca. Ma l’europa centrale è tra le poche regioni attualmente più fredde del solito in un pianeta dalle temperature globali che invece continuano a veleggiare ai massimi storici, insieme a quelle del 2023 in questo periodo. Punte di 50 °C sono state ancora misurate in Iran, Iraq e Kuwait, eccezionali a metà settembre, come i 26 °C nell’artico norvegese (Troms) e i 38 °C in Giappone. In Vietnam e Myanmar l’impatto del tifone Yagi è stato catastrofico per alluvioni e frane innescate da piogge fino a 400 mm in 24 ore, oltre seicento vittime e centinaia di dispersi. Uno studio della Earth Commission pubblicato su The Lancet Planetary Health (A just world on a safe planet) dice che l’umanità può ancora ambire a un percorso di prosperità a lungo termine, al riparo dai danni peggiori dei cambiamenti climatici, tuttavia stiamo pericolosamente spingendo i sistemi terrestri oltre i limiti di sicurezza per la loro (e nostra) stabilità, i margini di manovra si riducono, ed è fondamentale una più equa distribuzione delle risorse naturali.
BIZZARRIE MENTRE A VIENNA CI SONO APPENA 8,4 °C, A MOSCA FA ANCORA CALDO: BEN 27 °C