“Spiate” a luglio, articoli a ottobre: il pm cerca (e non trova) il mandante
Perché i redditi di Guido Crosetto sono usciti sul Domani solo a fine ottobre del 2022, quando era ministro da pochi giorni, e non tre mesi prima, quando il finanziere Pasquale Striano aveva trovato quei dati? Per i pm di Perugia l’accesso del tenente della GDF alla banca dati Serpico per sapere i redditi di Crosetto porta la data del 28 luglio 2022. Quel giorno era uscito un primo articolo sugli affari societari del ministro e del figlio. Striano, dopo averlo letto, ‘pesca’ le notizie che finiranno in prima pagina su Il Domani (“Così Crosetto ha incassato milioni di euro da Leonardo”) solo il 27 ottobre 2022, dopo la vittoria alle elezioni di FDI, sei giorni dopo la nomina a ministro. Perché? Dando per ammessa (e non concessa) la ricostruzione dell’accusa, le possibilità sono due: o le notizie erano note solo a Striano o sono state pubblicate dopo la nomina a ministro per una scelta editoriale, opinabile ma legittima: un ministro della Difesa nominato nel 2022 che ha incassato 618mila euro nel 2021 dalla principale società pubblica del settore, Leonardo, è uno scoop. Prima della nomina quei redditi erano solo una notizia media. Comunque sia, Crosetto è stato nominato ministro prima che Meloni leggesse sul Domani quanto guadagnava da Leonardo.
Eppure la sensazione che si trae leggendo il primo verbale di sommarie informazioni del ministro davanti al procuratore Raffaele Cantone è che il pm punti alla pista del mandante con un movente politico.
IL 7 SETTEMBRE 2023
Cantone chiede a Crosetto se aveva notato l’articolo precedente a quello di ottobre (sul quale verteva la sua denuncia) uscito a luglio e relativo al figlio. Il ministro spiega che le notizie “erano pubbliche (...) e quindi non ritenni che vi fossero gli estremi per presentare denuncia”. Cantone a questo punto gli fa una domanda strana: “L’articolo ha inciso su eventuali sue scelte connesse alla elezione al Parlamento?”. Crosetto, che non si è candidato alle elezioni di settembre 2022, replica: “Escludo categoricamente che l’articolo abbia potuto incidere su mie scelte; avevo già deciso e detto più volte anche pubblicamente che non intendevo candidarmi”. Cantone chiede se aveva ricevuto qualche segnale di interessamento alle attività societarie di suo figlio. Lui replica “Assolutamente no”. E se, “malgrado la sua scelta di non candidarsi, aveva partecipato alla campagna elettorale”. Crosetto replica: “assolutamente sì. Ho partecipato a molte iniziative”. Il pm poi torna sul punto: “Ha individuato qualche ragione per cui dopo l’articolo di luglio da parte del Domani il successivo articolo è stato pubblicato solo il 27 ottobre?”. Crosetto replica: “non mi sono dato alcuna spiegazione di questo iato, posso però evidenziare una circostanza indiscutibile; avevo dichiarato che non mi sarei candidato ed effettivamente non l’ho fatto (...) la mia nomina a Ministro è avvenuta in modo per certi versi inatteso (...) solo il giorno stesso dell’indicazione della lista ho dato la mia disponibilità al Presidente del Consiglio che me l’aveva chiesta con insistenza”. Dalle domande sembra che Cantone abbia un dubbio: le notizie uscite o non uscite prima della nomina potrebbero aver condizionato Crosetto in quei mesi? C’è un presupposto logico forse dietro queste domande: Cantone bolla nella sua richiesta di arresti domiciliari (rigettata dal Gip) contro Striano come ‘inverosimile’ che il tenente della GDF abbia acquisito così tanti dati solo “per compiacere” i giornalisti. Infatti Cantone scrive che “sono in corso accertamenti ulteriori finalizzati a comprendere laddove possibile per conto di chi Striano abbia potuto agire”. Finora però le indagini su questo ‘mandante esterno’ non hanno portato a nulla. Forse è il caso di confrontarsi con i dati finora emersi e prendere atto che l’ipotesi ‘inverosimile’ per il pm è la più coerente con essi: allo stato degli atti la chiave interpretativa più sensata di questa storia resta giornalistica e non politica. Il ritardo nella pubblicazione delle notizie sui redditi di Crosetto a noi pare più coerente con la logica giornalistica (far lievitare una media notizia fino a un grande scoop) che con quella politica (condizionare le mosse di Crosetto nell’estate 2022). Sono tutte ipotesi ovviamente. Solo alla fine dell’inchiesta forse si capirà dove sta la verità.
L’INCHIESTA PRIME NOTIZIE SUL TITOLARE DELLA DIFESA: ESTATE 2022