L’auto europea è sulla strada del continuo decadimento
Nel 2025 le multe per le case auto che sforeranno i limiti di emissioni di anidride carbonica imposti dall’ue verranno inasprite. Limiti che, peraltro, saranno anch’essi più severi. Ciò che questo comporta, è ben illustrato da una frase illuminante di Luca De Meo, numero uno del gruppo Renault ma soprattutto dell’acea, l’associazione dei costruttori europei: “Per ogni auto elettrica che non vendiamo, dobbiamo rinunciare a venderne quattro con motore termico. Altrimenti saremo costretti a pagare 15 miliardi di euro di multe”. Gli automobilisti, infatti, non amano particolarmente le EV: pesano solo per il 12,5% del mercato europeo da gennaio a luglio 2024 e si tengono a galla grazie agli incentivi statali, che non possono durare in eterno. La gente preferisce altro: ibride o comunque termiche. Dunque siamo al paradosso che il consumatore non può avere quello che desidera (o potrebbe teoricamente permettersi), se non a prezzi altissimi. Abbiamo ripetuto più volte quanto, ultimamente, i listini delle auto siano lievitati: sapevamo perché, ora sono gli stessi costruttori ad ammetterlo e certificarlo. Ma questa non è l’unica conseguenza. Come spiega lo stesso De Meo, il mercato europeo perderà circa due milioni e mezzo di vetture: molti saranno costretti a chiudere fabbriche (Volkswagen sta già cominciando) e mandare a casa i lavoratori. Per non parlare della competitività dell’industria continentale, surclassata da prodotti cinesi (non solo EV) che nel frattempo verranno prodotti proprio in Europa. Chissà cosa ne pensano a Bruxelles.