Il Fatto Quotidiano

Conte-schlein sul palco Avs La platea urla “nooo” a Renzi

I leader insieme alla festa rossoverde: non si parla del capo di Iv

- » Luca De Carolis e Wanda Marra

Il primo che si nota sotto la pioggia, nel parco a Roma divenuto risaia, è quello che non c’è, Matteo Renzi. “Sul palco manca qualcuno magari? Renzi, Calenda?” punge subito la moderatric­e, Serena Bortone. E dalla platea sale un rumoroso “noooo”, il terzo no collettivo contro il capo di Italia Viva, dopo quello del pubblico della festa nazionale del Pd a Reggio Emilia, venerdì scorso, e quello della platea della festa del Fatto, domenica.

L’ENNESIMO pollice verso va in scena al Parco Nomentano durante Terra!, la festa di Alleanza Verdi e Sinistra, che all’ora di cena mette assieme i padroni di casa Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, insieme alla segretaria dem Elly Schlein, al leader dei Cinque Stelle Giuseppe Conte e a Riccardo Magi (Più Europa). L’ancora presunto campo progressis­ta prova a discutere da coalizione, pur orfano anche di Carlo Calenda, umorale leader di Azione che però più o meno tutti vorrebbero recuperare, ormai perfino Giuseppe Conte. Di sicuro ci vuole il fisico, per provare a farsi la foto di famiglia. “Rischio la polmonite per il campo largo” sorride un bagnatissi­mo Magi prima dell’inizio. Ma anche la gente ha voglia di segnali di alleanza. Lo dimostrano le quasi 300 persone sotto la tensostrut­tura, allestita per scongiurar­e un bagno collettivo. Complice il traffico ovviamente impazzito, arrivano tutti in ritardo. Mentre i leader di partito si incolonnan­o verso il palco, Conte avverte Fratoianni: “Se mi sfottono su Trump rispondo su Renzi”. Regole d’ingaggio preventive. Ma il segretario di Sinistra Italiana lo premette subito: “Quelli che sono qui si assumono la responsabi­lità di costruire l’alternativ­a”. Bortone chiama subito in causa Schlein, invoca una risposta sul fu rottamator­e. E la segretaria del Pd come d’abitudine schiva: “Le coalizioni si fanno tra partiti diversi ma, già dal lavoro in Parlamento, c’è una linea comune. E poi assieme abbiamo vinto 6 a 0 alle Amministra­tive”. E sono comunque applausi. Poche ore prima, a Quante Storie su Rai3, Schlein aveva respinto la domanda: “Renzi? Da quando sono segretaria del Pd dico che l’avversario è la destra. Mi sto concentran­do a non rispondere alle polemiche quotidiane con le altre opposizion­i perché la gente è stufa di litigi da condominio”.

Bonelli invece rimbrotta a distanza Calenda per la sua linea pro-nucleare: “Carlo, confrontia­moci”. Poi tocca a Conte. “Come sceglieret­e il candidato premier?” gli chiedono. E lui para: “Mi sembra l’ultimo dei problemi, la cosa importante è il progetto e poi si trova il candidato migliore. Ci sarà tempo”. Tradotto: per Conte non è automatico che a Palazzo Chigi vada il leader del partito con più voti, cioè Schlein. Il nodo Renzi rimane sospeso, sulla serata e sul presente del centrosini­stra. Il punto, sostengono fonti dei 5Stelle, è che “sui territori Renzi è un fantasma”. Insomma, Iv è sempre più una scatola vuota, come confermano i continui addii sui territori . “Nelle Regioni che andranno al voto tra ottobre e novembre non si sa con chi parlare, e non si capisce quali sarebbero gli eventuali renziani da inserire in lista, ovviamente senza simbolo”.

UNO SCENARIO

che accomunere­bbe la Liguria – dove però vive la coordinatr­ice nazionale di Iv, Raffaella Paita – all'emilia Romagna e all'umbria. Non solo, insistono i grillini: “A Genova l’assessore e l’altro consiglier­e di Iv resteranno a destra, e dovunque ci sono spostament­i di renziani verso i partiti di maggioranz­a. Ma dove sarebbe fisicament­e questo partito da aggiungere al centrosini­stra?”. Così dal Movimento (ri)sale una consideraz­ione che già settimane fa Stefano

Patuanelli fece parlando con il fattoquoti­diano.it: “Renzi è un problema del Pd”. E per questo, “eventualme­nte devono essere i dem a metterlo in lista, magari assieme a Maria Elena Boschi e a un altro paio di fedelissim­i”. Un concetto che fuori taccuino affiora anche da altri partiti, come Avs, da dove la mettono così: “Se Renzi vuole uno strapuntin­o, uno strapuntin­o si trova”. Ma ora il fu rottamator­e è soprattutt­o un ingombro. Così il candidato dem in Liguria, Andrea Orlando, deve buttare la palla in tribuna quando gli chiedono se ci saranno tracce di renzismo nella sua coalizione: “Continuiam­o con una discussion­e su come dare rappresent­anza al centro, vedremo quali sono le forme migliori”. Parole di esausta cautela.

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FOTO ANSA/LAPRESSE Terzo incomodo ll leader Iv Matteo Renzi, motivo di attrito tra Giuseppe Conte e Elly Schlein

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