Il Fatto Quotidiano

Open Arms, Salvini come B.: raduna i suoi davanti al Tribunale

- » Valeria Pacelli

Èuna chiamata alle armi. Matteo Salvini li ha convocati tutti: i parlamenta­ri leghisti il 14 settembre dovranno presentars­i davanti al Tribunale di Palermo per la prossima udienza del processo Open Arms. Il leader del Carroccio è accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. I fatti risalgono all’agosto del 2019 quando da ministro dell’interno Salvini nega lo sbarco alla nave della ong spagnola lasciando in mare 147 migranti. L’imbarcazio­ne resta per giorni davanti a Lampedusa con i profughi a bordo e la situazione, in totale stallo, viene sbloccata solo dall’ordine di sbarco dato dalla Procura di Agrigento. In più occasioni Salvini ha ribadito di aver preso queste scelte condividen­dole con il governo. Rivolgendo­si al presidente del collegio Roberto Murgia, durante le spontanee dichiarazi­oni del 12 gennaio scorso, ha anche spiegato: “Mai mi sentirà dire: ‘Non è mia responsabi­lità la politica migratoria’. Quello che ho fatto l’ho fatto in piena coscienza, ritengo di avere fatto un servizio utile al Paese”.

E INTANTO È FINITO SOTTO PROCESSO.

Domani dunque i magistrati faranno le proprie richieste: si saprà se l’accusa vuole la condanna o meno di Salvini e, in caso, a quanti anni. Per questo il leghista vuole i suoi accanto a sé. Proprio come quando l’11 marzo 2013 i parlamenta­ri del Pdl marciarono alla volta del tribunale di Milano dopo che i giudici, nell’ambito del processo Ruby, decisero di sottoporre Berlusconi a una nuova visita fiscale. Quel giorno di ormai oltre dieci anni fa erano in tanti: c’era Denis

Verdini e Giancarlo Galan, e Poi Raffaele Fitto, Daniela Santanchè, Mariastell­a Gelmini, Angelino Alfano, Maurizio Gasparri e Laura Ravetto, per fare qualche nome. Le foto delle scalinate del tribunale gremite di forzisti sono ormai d’archivio.

Ora Salvini vorrebbe ripetere quella scena: e così nel consiglio federale di martedì ha chiamato i suoi in radunata. Già nella nota dopo quella riunione si faceva riferiment­o a una mobilitazi­one: “Almeno due gazebate in tutta Italia (nei weekend 21-22 settembre e 28-29 settembre) e massima attenzione in vista di Pontida (6 ottobre)”. Poi il riferiment­o al processo: “Il leader attende la richiesta della pubblica accusa per il caso Open Arms (in calendario sabato 14 settembre: rischia fino a 15 anni di carcere) e il partito è pronto a mobilitars­i”. Con una sorta di sit-in davanti al Palazzo di giustizia.

NEL 2013 I PDL OCCUPARONO IL PALAZZO DI GIUSTIZIA

DI CERTO SALVINI ora ha bisogno di supporto, anche perché il processo dovrebbe arrivare a sentenza entro l’anno. Se viene rispettato il calendario, così come è stato già fissato, il 18 ottobre toccherà all’arringa del suo legale, l’onorevole Giulia Bongiorno. A quel punto, tra fine ottobre e novembre è attesa la decisione dei giudici. Sentenza questa che impensieri­sce il governo che avrà, sul fronte giudiziari­o, un autunno piuttosto caldo. Il 9 ottobre, ad esempio, c’è l’udienza preliminar­e del caso Visibilia, che vede indagata la ministra del Turismo Daniela Santanchè. C’è poi in corso anche il processo in primo grado per Andrea Delmastro, il sottosegre­tario alla Giustizia accusato di rivelazion­e di segreto d’ufficio per il cosiddetto “caso Cospito”. Prossima udienza: 16 settembre.

A fronte di questi casi, il partito di Giorgia Meloni ora dovrà stabilire una linea di condotta: come comportars­i in caso di condanne o rinvii a giudizio, se chiedere o meno le dimissioni. E la sentenza di Salvini – in caso di condanna – potrebbe essere la prima prova su campo.

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FOTO ANSA Show a Milano Esponenti dell’allora Pdl davanti al palazzo di giustizia per solidariet­à a B.

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