Matteo teme Vannacci: “Ora evitare scalate ostili”
“Dobbiamo evitare a ogni costo scalate ostili”. Martedì sera, interno Senato. Il leader della Lega Matteo Salvini riunisce i suoi parlamentari per la ripresa dei lavori autunnali e, tra una richiesta di mobilitazione per il suo processo (potete leggere qui a fianco) e un incoraggiamento in vista della legge di Bilancio autunnale, butta lì una frase sibillina. È una richiesta di aiuto ai suoi dirigenti: blindare il partito per evitare un’opa ostile.
Salvini, davanti a deputati e senatori leghisti, non fa nomi e cognomi ma il riferimento è chiaro: il leader si riferisce al generale Roberto Vannacci. Quest’ultimo è stato eletto europarlamentare a giugno, in quota indipendente nella Lega, ma i timori in via Bellerio riguardano la sua possibile ascesa nel partito o attraverso la formazione di un suo movimento indipendente.
Non è un caso che il 18 e 19 settembre i seguaci di Vannacci si ritroveranno a Viterbo per la nascita della sua associazione politica “Noi con Vannacci”, organizzata dall’ex senatore leghista Umberto Fusco.
NON È CHIARO cosa abbia in mente Salvini quando chiede ai suoi dirigenti di “lavorare per evitare scalate ostili” tenendo “unito il partito”. Il segretario non ha fornito chiarimenti ma l’interpretazione che va per la maggiore è quella di creare una sorta di rete di protezione intorno al segretario sminuendo le tentazioni “indipendentiste” o le mosse interne di Vannacci. Salvini in queste settimane ha sempre negato che il generale europarlamentare, autore del libro controverso Il mondo al contrario e sospeso per 11 mesi dal ministero della Difesa con dimezzamento dello stipendio, volesse creare un movimento parallelo alla Lega.
E che ci sia la volontà di riequilibrare le spinte più estreme di Vannacci – che ha teorie spesso accusate di omofobia – lo dimostra anche un’altra uscita che lo stesso Salvini ha fatto ai giovani leghisti a via Bellerio pochi giorni fa: “Dobbiamo diventare un partito moderno, aperto sui diritti civili”, ha spiegato il leghista parlando con l’associazione giovanile presieduta dal deputato Luca Toccalini, facendo tesoro delle richieste del governatore del Veneto Luca
LINEA MINACCIA I SUOI ELETTI: “PAGATE O ALZO LA QUOTA”
Zaia. Un’altra mossa che è stata interpretata in funzione anti-vannacci.
L’ALTRA RICHIESTA impellente della riunione di martedì sera riguarda le casse del partito che piangono e sono sempre più vuote. Molti parlamentari continuano a non versare regolarmente la quota di 3 mila euro mensili al partito e alcuni di loro non hanno versato nemmeno durante la campagna elettorale per le elezioni europee in cui, ai più facoltosi, era stato chiesto un contributo pari addirittura a 30 mila euro. “Rischiamo di non avere più soldi per fare i gazebo, a partire da Pontida – ha minacciato Salvini – se non pagate il contributo sarà raddoppiato da 3 a 6 mila euro”. Una cifra che spaventa molti parlamentari leghisti: equivarrebbe a circa la metà del proprio stipendio da parlamentare.
Nel frattempo ieri è stato ufficializzato anche il nuovo organigramma del partito: il ministro dell'economia Giancarlo Giorgetti e il presidente della Camera Lorenzo Fontana hanno lasciato il loro ruolo da vicesegretari, sostituiti dal veneto Alberto Stefani (che Salvini vorrebbe candidare in Regione Veneto dopo Zaia) e Claudio Durigon. I due affiancheranno il deputato Andrea Crippa.
Una mossa che serve anche per inaugurare la stagione congressuale dell’autunno che porterà al congresso nazionale di fine anno. Ma prima Salvini dovrà risolvere il problema della guida del partito in Lombardia: il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo vuole candidarsi ma non è espressione di Salvini che potrebbe contrapporgli lo stesso Crippa. Alla fine è probabile che si arrivi a un nome unitario.