La Rai ricorda Valmarana: uomo di tivù (pubblica), cinema e sogni
Una vita per il cinema, una vita per la Rai. Domani sera Rai Movie ricorda Paolo Valmarana, che nel solco di Rossellini ascrisse al Servizio Pubblico la missione di sostenere e diffondere l’audiovisivo di qualità: in prima serata, L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi, Palma d’oro a Cannes nel 1978 con il racconto lirico, materico e dialettale della civiltà contadina nella bergamasca di fine Ottocento; a seguire,
La notte di San Lorenzo di Paolo e Vittorio Taviani, versione trasfigurata della Resistenza al nazifascismo nella Toscana del 1944.
Giornalista, critico e produttore cinematografico, Valmarana viene celebrato nel quarantennale della prematura morte, a 56 anni, il 13 settembre del 1984.
Natali a Vicenza nell’avita Villa Valmarana ai Nani, laurea in Giurisprudenza, primi passi cinematografici da saggista, quindi assistente alla regia di Alessandro Blasetti, la sua attività di critico si affina sulla Rivista del Cinematografo e Il Popolo. Nel ’56 entra in Rai, dove nominato capostruttura del primo canale vent’anni più tardi si occuperà massimamente di acquisizione e produzione di film, spettacoli teatrali e programmi culturali, perfezionando il rapporto tra piccolo e grande schermo e la promozione del cinema d’autore. In carnet, oltre ai titoli proposti dall’omaggio di Rai Movie, Padre padrone degli stessi Taviani, Il gabbiano di Bellocchio, Prova d’orchestra di Fellini, Colpire al cuore di Amelio, Yerma di Ferreri e Le mani sporche di Petri.
Pubblicista per Nuovi Argomenti, habitué della Mostra di Venezia, nel 1983 fonda con Olmi il laboratorio Ipotesi Cinema a Bassano del Grappa: non solo testamento, ma apertura incondizionata al futuro.