“X-factor 18”, il talent-talk ora è ai confini del varietà
Domani su Sky ricomincia il programma dedicato alle promesse canore In questi anni sono stati pochi i partecipanti di talento. E il format è un po’ stanco
Manca proprio l’arcobaleno, inutile andare a cercare la pentola di monete d’oro. Prendete gli abitanti di Bologna o Firenze e immaginate siano i provinanti di Xfactor, in fila uno dietro l’altro. Dopo 17 edizioni del talent, quanti ne ricordiamo fra 3-400 mila totali? I soliti, che si contano sulla punta delle dita. Maneskin, Mengoni, Michielin, Noemi, Bravi, Ferreri, Gassmann, Fragola… Non tutti, peraltro, trionfatori della gara.
Ora facciamo il solito test mnemonico settembrino: chi ha vinto lo scorso anno? Se ci avete messo più di 20 secondi a ricordare Sara Fine, non allarmatevi. È che l’ultimo XF ha registrato una grama media di 556 mila spettatori per un 2,76 di share: non si è rivelata premiante l’animosità fra i coach, con l’espulsione di Morgan, le lacrime di Ambra, le strategie oblique di Fedez.
URGE CAMBIARE IL PLOT,
la drammaturgia, gli attori in scena. Sostiene Antonella D’errico (Executive Vice President Content di Sky): “X-factor è con Masterchef e Pechino Express uno dei tre programmi più visti” sulla piattaforma; è meglio piazzare “ancoraggi sicuri a un format vincente” che azzardarne di nuovi, ed è “irrealistico pensare di pescare a ogni edizione un Damiano”. Tutto giusto: resta il problema di un rinnovo biennale da trattare nel 2025 con il marchio globale XF. Sarà meglio portare a casa un bel risultato, anche se, concede la D’errico, “l’andamento ondivago degli ascolti del passato” è analogo “alle squadre di calcio che non sempre vincono lo scudetto”. Dunque, basta con le liti al tavolo e le congiure in corridoio, i veleni e l’elettricità nell’aria, c’è una giuria nuova di zecca “con competenze forti e solidità personale nella professione” (capito Morgan?): la regola d’ingaggio è “divertimento”. Manuel Agnelli, Jake La Furia, Paola Iezzi e Achille Lauro garantiscono: si scambieranno sorrisi e motti di spirito, non legnate. Anche quando ai live si batteranno per proteggere i cuccioli. E Giorgia? Come individuare una conduttrice più empatica? Già nelle fasi interlocutorie ha largheggiato in abbracci per concorrenti e familiari, e metti che le vada di cantare qualcosa per arricchire lo show hai fatto tombola. Tutto fantastico, nelle premesse. Il veterano Agnelli ribadisce che il “sangue e arena fra di noi ha rotto i coglioni”, l’unico elemento di dissidio è il ventilatore di Jake, accanto a lui, che gli fa perdere la voce. Inevitabilmente, quando gli vien chiesto del paradosso Maneskin, Manuel va giù dritto: “non me ne frega un cazzo di trovarne di nuovi per la discografia, di XF mi piace che è l’unico programma in cui si può parlare di musica in tv e trasmettere esperienza, una visione che oggi langue”.
Ecco il punto: qui si ragiona, si dibatte, non cerchiamo fenomeni da sparare subito su Spotify. Un conciliabolo artistico, quello dei coach, al business penseranno altri. Lauro è mosso da uno spirito rivoluzionario: “Da sovversivo e anarchico della musica cerco ragazzi kamikaze che escludano le logiche di mercato”. E ancora: “I giovani sognano di diventare
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‘‘ X-F è l’unico contenitore in cui si può parlare di canzoni in tv e trasmettere esperienza
Manuel Agnelli
famosi facendo balletti su Tik Tok”, la necessità è inquadrare quelli validi “in un mare di niente. Oggi conta tanto l’apparenza”. Paola Iezzi è più canonica: si dichiara una fan da sempre di XF, non avrebbe mai pensato di partecipare con questo ruolo, questa chiamata “è come l’ammore, arriva senza avvisare”. Anche lei, la sorella-senza-chiara, concepisce l’impegno come quello di un team di laboratorio, “qui si parla di musica, di come si affronta uno studio di registrazione o un concerto, e gli spettatori si appassionano pure ai dettagli tecnici”. Un talent-talk, ai confini del varietà. Perché il personaggio-rivelazione rischia di essere l’incontenibile Jack La Furia: giura che sarà sempre schietto nelle valutazioni, non farà mai mancare la battuta. Anticipa che nel suo team vedremo pochissimi (o zero) rapper, “guarderò alla sostanza, ci saranno bravi musicisti”. Il pilone dei Club Dogo ricorda che sui social gira una fulminante sentenza: “L’unica che sapeva cantare l’avete messa a condurre”, que viva Giorgia. I bilanci si faranno il 5 dicembre, dopo la finale di XF18 a Napoli, in piazza del Plebiscito. Scelta condivisa tra il sindaco Manfredi e i maggiorenti di Sky “in una città di festa”. Poi magari, se vuoi diventare una star, meglio sbarcare a