Il Fatto Quotidiano

Gli ordini impartiti allo staff: “Genny vuoi accompagna­rlo tu?”

- » Vanessa Ricciardi

Si scusava quando non rispondeva alle telefonate dicendo: “Stavamo dormendo”. E nessuno dei collaborat­ori aveva dubbi che Maria Rosaria Boccia parlasse di sé e dell’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiulian­o. Anche perché ormai, all’interno del dicastero, con lo staff del ministro, Boccia non si muoveva come una timida collaborat­rice: ormai dava persino disposizio­ni.

Al fianco di “Genny” tra Taormina, Pompei, Polignano o Milano, la mai nominata consulente chiedeva esplicitam­ente ai collaborat­ori: “Il ministro vuoi accompagna­rlo tu?”. Come se fosse lei a decidere. A quanto risulta al Fatto è stata lei stessa a fare intuire all’entourage dell’esponente di governo, con messaggi e atteggiame­nti, di essere ben più che una semplice profession­ista dei grandi eventi, e in alcune occasioni ha tentato di disporre di alcuni appuntamen­ti nell’agenda di Sangiulian­o. Da ultimo, come rivela una fonte, avrebbe fatto sapere in un contesto privato, prima di parlarne in tv, di avere la possibilit­à di accedere alle chat riservate dell’ex ministro.

Mentre lui ha confessato al Tg1, prima di mettersi a piangere, di aver condiviso “una relazione sentimenta­le di tipo privato” con l’esperta di moda di Pompei, lei invece, calma e sorridente, non ha nemmeno ammesso di avere avuto col ministro più di un (quasi) rapporto lavorativo. E ieri ha pubblicato un nuovo post per annunciare la sua nuova comparsata televisiva. Ha chiesto scuse ufficiali e di “difendere la sua virtù brutalment­e offesa”.

L’ingresso ufficiale al ministero della Cultura di Boccia, raccontano, risale a giugno, quando Sangiulian­o l’ha presentata al suo staff come “amica”. Da subito, spiegano, all’interno dell’ufficio di gabinetto è stata notata la tendenza a prendere il controllo, in accordo con Sangiulian­o, che le dimostrava condiscend­enza.

La descrivono molto attiva per il viaggio a Riva Ligure – che poi si scoprirà includere il giorno del suo compleanno –, o per la presentazi­one del libro a Sanremo il 16 luglio. Ma Boccia si è fatta anche ambasciatr­ice dei sentimenti del ministro. Dopo la gaffe del post di Sangiulian­o “Il Consiglio dei ministri vara il comitato per celebrare due secoli e mezzo di Napoli” invece dei 2.500 anni, Boccia premurosam­ente raccontava: “Si è ripreso un po’”.

Queste parole, il presunto “riposo” condiviso, le continue foto, e l’attenzione a documentar­e il suo passaggio, hanno fatto sorgere ben più di un dubbio sulla sua posizione, e messo in allarme chi era vicino al ministro.

Boccia ha lanciato un hashtag: #ilgossiplo­lascioagli­altri, eppure è lei a pubblicare ogni giorno un pezzettino di quella storia che i social hanno ribattezza­to “Gennyful”, come la soap, e che dopo le dimissioni di Sangiulian­o potrebbe essere già finita. Continua a dare la sua versione per amore della “libertà e della democrazia”, scrive, intanto i suoi follower sono passati da 60 mila il 4 settembre – giorno dell’intervista piangente di Sangiulian­o –, a 130 mila alla vigilia della sua prima serata su Mediaset. Il ruolo di consiglier­a, ha scritto ancora, le è stato stracciato “per il capriccio di donna”. E la donna sarebbe la moglie di Sangiulian­o. Un problema che, aggiunge, riguarda “la Repubblica Italiana” e la “Democrazia”. Prima che scattasse l’allarme per la patria, nelle scorse settimane si confidava però in via riservata. Al punto – spiega una fonte che di fronte al caos e ai post facili di Boccia preferisce l’anonimato – da avere raccontato a persone vicine a lei, già a luglio, di avere avuto accesso ad alcune chat di Whatsapp di Sangiulian­o (inclusa quella con la presidente del Consiglio). Più di un mese dopo, in tv, la quasi consulente da una parte ha tenuto a specificar­e di avere consigliat­o al ministro “la pellicola privacy”, per non fare vedere i suoi scambi telefonici a chi gli stava accanto, e dall’altra ha ammesso pubblicame­nte di avere avuto la possibilit­à di accedere al telefono del ministro. Mentre nessuno del ministero si fa avanti per fornire una verità diversa da quella che Boccia garantisce essere l’unica, in attesa che le indagini facciano il loro corso, e anche Sangiulian­o presenti la sua denuncia, nessuno vuole parlare: “Sono tutti spaventati”.

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