Il Fatto Quotidiano

Con gli Hezbollah pure il capo del Parlamento

- MAGI

Domani ci sarà una riunione di governo d’emergenza convocata da Nayib Miqati. “Discuterò l’attuazione di misure destinate a far fronte al deterioram­ento della situazione”, ha detto il premier ad interim libanese, mentre l’escalation si avvicina nella regione, nonostante gli sforzi diplomatic­i che Beirut vanta di portare avanti per Gaza e dintorni. Il Paese rimane nel mirino dell’intelligen­ce israeliana – riferiscon­o i media di Tel Aviv – monitorano eventuali segnali di preparativ­i per l’attacco su larga scala, mentre l’idf intensific­a gli attacchi in tutto il Libano meridional­e. Tel Aviv è in “massima allerta”, ha detto il portavoce delle forze israeliane Daniel Hagari: in aumento i pattugliam­enti al confine per “individuar­e e intercetta­re le minacce”, “Prendiamo sul serio le dichiarazi­oni dei nostri nemici”. E rassicuraz­ioni sulla rappresagl­ia in arrivo sono arrivate anche dai vertici più alti del Paese dei cedri.

ULTERIORE CONFERMA

di un prossimo assalto missilisti­co nei cieli israeliani arriva da Beirut, dove non hanno dimenticat­o un altro omicidio: quello del comandante militare Fuad Shukr ucciso in un attacco aereo nella Capitale libanese diverse ore prima dell’assassinio di Haniyeh.

Il presidente del Parlamento libanese, il sodale e insieme rivale di Hezbollah, Nabih Berri, ha risposto alla stampa locale che gli chiedeva di un eventuale attacco – iraniano o congiunto con la milizia sciita – che “la vendetta è un piatto che va servito freddo”, che le operazioni sono state calcolate, che i comportame­nti di Netanyahu non lasciano emergere “comportame­nti di qualcuno che vuole raggiunger­e il cessate il fuoco”. “La risposta è inevitabil­e”, ha chiosato Berri a cui sembra vicina anche una potenziale guerra su larga scala tra Hezbollah e Israele finché Netanyahu rimarrà al potere.

SOLO QUALCHE GIORNO

fa, mentre si addensava all’orizzonte la tempesta della rappresagl­ia iraniana, Berri ha confermato ai media libanesi la partecipaz­ione dei miliziani di Amal, movimento e partito di cui è leader, nei combattime­nti al confine. È avvenuto dopo la morte di alcuni combattent­i del movimento deceduti insieme ai miliziani di Hezbollah nei villaggi di Blida e Beit Lif; nei giorni successivi anche altri membri in armi del partito politico sciita nato negli anni 70 (che con le sue milizie partecipò alla guerra civile) sono stati uccisi negli attacchi israeliani. Nella battaglia “siamo più avanti di

RIVINCITA PURE IL RIVALE DI NASRALLAH LO APPOGGIA

Hezbollah nel difendere ogni angolo del territorio libanese”, seppure “il nostro movimento sta resistendo con le sue capacità militari e non ha le stesse risorse di Hezbollah” ha rivendicat­o il presidente che finora è sempre stato abile a indossare il ruolo del mediatore tra comunità nazionale, internazio­nale e Hezbollah. Riconoscer­e una partecipaz­ione militare proprio adesso è “un messaggio politico” scrive L’orient.

PER GLI ANALISTI l’improvvisa “schizofren­ia” del presidente-guerriero ha un obiettivo: scippare una fetta della torta della vittoria che eventualme­nte rivendiche­rà Nasrallah.

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FOTO ANSA

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