Il Fatto Quotidiano

Meloni non tiene più FDI Ora i suoi criticano Kiev

- » Giacomo Salvini

L’attacco dell’esercito ucraino in Russia ha mandato in tilt la maggioranz­a di governo. Giorgia Meloni deve mantenere la linea filo-atlantica al punto da arrivare a giustifica­re l’attacco di Kiev in territorio russo. Il problema però ce l’ ha in casa sua, dentro il suo partito. Perché ieri, dopo le parole del ministro della Difesa Guido Crosetto che venerdì aveva spiegato che l’attacco a Kursk “allontana la pace”, è intervenut­o un altro esponente di Fratelli d’italia non allineato con la posizione di Palazzo Chigi: il vice capogruppo al Senato Raffaele Speranzon ha voluto “stigmatizz­are” l’utilizzo di armi della Nato in Russia e spiegato che è “inaccettab­ile” l’invasione di un altro Stato, anche se questo viene fatto dall’ucraina. Una dichiarazi­one pesante visto che arriva proprio nel giorno in cui il presidente ucraino Volodymyr Zelensky chiede ai Paesi Nato di togliere il veto sull’utilizzo delle proprie armi in Russia. “Gli armamenti che l’italia ha dato all’ucraina sono mezzi anti-missili a corto raggio e l’obiettivo di questi strumenti bellici è quello di avere una funzione difensiva – aggiunge Speranzon ad Affaritali­ani.it – L’italia non è in guerra con la Russia e le armi italiane date a Kiev continuera­nno a essere usate solo a scopo difensivo e non offensivo”.

PER QUESTO Palazzo Chigi si affretta a definire come “non concordata” la posizione di Speranzon, aprendo comunque un’altra crepa all’interno del governo sulla guerra in Ucraina. Tant’è vero che a metà pomeriggio, quando la dichiarazi­one esce sulle agenzie di stampa, da Palazzo Chigi parte un giro di telefonate per capire chi abbia dato l’autorizzaz­ione al vice capogruppo al Senato di attaccare Kiev. La posizione del governo italiano non cambia: l’ucraina ha il diritto di difendersi anche se questo può comportare attacchi nel territorio russo.

Le frasi di Speranzon, è la linea, possono danneggiar­e il governo a livello internazio­nale, tanto più che il senatore ormai viene utilizzato da Meloni per intervenir­e su alcuni temi di politica interna, a partire dall’ultimo caso in cui si era detto “contrario” allo scudo per gli amministra­tori e i governator­i proposto dalla Lega di Matteo Salvini dopo l’indagine che ha coinvolto Giovanni Toti. Fino a ieri era lo stesso Giovanbatt­ista Fazzolari, responsabi­le comunicazi­one del governo, a dettargli le dichiarazi­oni ma sulla guerra non è stato così: Fazzolari è un fervente filo-atlantista da sempre sostenitor­e delle posizioni più oltranzist­e pro-kiev. La posizione di Speranzon in realtà viene condivisa all’interno di FDI, ma nessuno la può dire per evitare di dissociars­i con l’unione europea e

LA LINEA IL VICE AL SENATO: “INACCETTAB­ILE INVADERE”. LEI LO RICHIAMA

con l’alleanza atlantica.

Nella spaccatura dentro Fratelli d’italia si inserisce, come spesso accade, la Lega di Matteo Salvini: il capogruppo al Senato Massimilia­no Romeo, sempre ad Affaritali­ani.it, spiega che le “èlite finanziari­e lavorano per la guerra” di fatto associando­lo al governo ucraino. La linea della Lega è sempre la stessa: no all’utilizzo di armi italiane per attaccare obiettivi di Mosca. E, visto l’equilibris­mo della premier, dal Carroccio si fa sapere che se la posizione del governo italiano dovesse cambiare Salvini sarà pronto a chiedere un passaggio in Parlamento.

IN QUESTO CONTESTO

si inseriscon­o le parole del ministro degli Esteri Antonio Tajani che ieri ha specificat­o che “l’italia non è in guerra con la Russia” e che le armi italiane “non possono essere utilizzate sul suo territorio”. Una posizione che risente della competizio­ne con il Carroccio e anche dei sondaggi secondo cui la guerra è molto impopolare nell’opinione pubblica italiana.

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