Sorrento, il parco Antonetti sta per nascere: andrà al Comune il fondo del pregiudicato
LIl parco Giovanni Antonetti, dal nome dell’ambientalista suicida che si batté per salvare l’area, potrebbe presto diventare realtà. Sta infatti per essere consegnato alla collettività l’ex agrumeto di Sorrento che fu devastato dagli abusi e dalle scorribande edilizie della famiglia di un pregiudicato di camorra, Salvatore Langellotto. Famiglia che aveva buoni agganci con il sindaco dell’epoca, Giuseppe Cuomo, del quale erano soci in un’impresa poi colpita da interdittiva antimafia. Lo sancisce una sentenza dell’adunanza plenaria del Consiglio di Stato. Ha sciolto un quesito sul quale si era annodata la causa tra il Comune, che aveva emanato una ordinanza di acquisizione al patrimonio pubblico del fondo agricolo di vico III Rota, e i gestori privati dell’area che avevano impugnato il provvedimento. Salvatore Langellotto è l’imprenditore imputato, e ai domiciliari dal 26 gennaio, con l’accusa di aver picchiato l’ambientalista WWF Claudio d’esposito. Una ritorsione, secondo la ricostruzione della Procura di Torre Annunziata – procuratore Nunzio Fragliasso, pm Antonio Barba – alle denunce con le quali D’esposito e Giovanni Antonetti, un giovane avvocato morto suicida dopo delusioni politiche e personali, una dozzina di anni fa riuscirono a bloccare la speculazione di vico Rota, e a far condannare in sede penale i commissari ad acta del permesso a costruire 228 box in quell’area. Si trattava di un progetto della Edilgreen di Giuseppe Langellotto, padre di Salvatore, deceduto durante il processo. È una delle 14 imprese riconducibili alla galassia Langellotto e raggiunte a febbraio da una interdittiva antimafia dopo il clamore del nuovo arresto di Salvatore, che aveva già scontato in carcere una condanna del 2015 per concorso esterno nell’associazione camorristica del clan Esposito. Tra le altre ditte colpite da interdittiva, la Nizza srl, dove l’ex sindaco Cuomo – nel frattempo nominato consigliere del ministro della Cultura Sangiuliano – risultava ancora socio dei Langellotto. “Pensavo fosse in liquidazione, ero socio solo del padre, il figlio ne ha rilevato le quote per eredità”. Il Fatto scrive la notizia e poco dopo Sangiuliano “dimissiona” Cuomo. Ora la sentenza del Cds. Che ha chiarito la regolarità della procedura di acquisizione al patrimonio pubblico del giardino sul quale avevano messo le mani i Langellotto. Il Comune ha il via libera per andare fino in fondo. E farci nascere il parco Giovanni Antonetti chiesto dalle associazioni ambientaliste e culturali locali.