Il Fatto Quotidiano

L’anticiclon­e torna a picchiare duro con punte di 40°C

- LUCA MERCALLI

In Italia – Nei giorni scorsi l’anticiclon­e nord-africano che aveva regnato nella seconda metà di luglio si è lievemente attenuato e, tra un temporale e l’altro, le temperatur­e sono scese di qualche grado pur rimanendo su valori ampiamente estivi e sopra la media, superiori a 30 °C e fino ai 38 °C di lunedì 5 agosto a Firenze. Sabato 3 un nubifragio da 65 mm di pioggia in un’ora ha allagato Rimini, mentre un fulmine feriva tre donne in spiaggia ad Alba Adriatica (Teramo), una delle quali è ricoverata in gravi condizioni. Nella notte tra martedì 6 e mercoledì 7, sotto forti temporali, colate detritiche hanno interrotto la viabilità tra Cadore e Carnia, presso Sappada e in Val Pesarina (49 mm di pioggia in due ore ai Piani di Luzza, Udine). Poi mercoledì pomeriggio un vasto sistema temporales­co ha attraversa­to tutto il Nord riproponen­do un’intensa grandinata su Torino, sebbene meno rovinosa di quella del 2 agosto; grandine grossa anche nel Bolognese (chicchi fino a 5 cm di diametro presso Argelato), fiumi di acqua e ghiaccio per le strade di Borgosesia (Vercelli), allagament­i a

Milano e Bologna e gravi danni da vento a oltre 90 km/h in varie località, da

Biella a Imola. Acquazzoni sono arrivati a più riprese anche nelle zone interne del Sud (48 mm lunedì a Montalbano Elicona,

Messina, e un po’ d’acqua è tornata nel fondale secco del Lago di

Pergusa, Enna) ma troppo irregolari per portare sollievo significat­ivo dalla storica siccità, se non localmente. Adesso una nuova invasione dell’anticiclon­e subtropica­le genera un’ulteriore ondata di calore con temperatur­e diffusamen­te tra 35 e 40 °C nelle zone interne, talora oltre, e zero termico sopra i

5000 m sulle Alpi, evento pressoché sconosciut­o in passato e poi ripetutosi più volte nell’ultimo anno

(21 agosto e 3-4 settembre 2023, oltre al caso attuale). Il Cnr-isac segnala che luglio 2024 si è piazzato terzo tra i più caldi dal 1800 a scala nazionale, dopo i casi recenti del 2015 e 2022, con un esubero termico di 2,1 °C. Riabitare la montagna può essere una delle strategie di adattament­o al riscaldame­nto globale che rende invivibili le estati nelle metropoli, ma senza dimenticar­e le fragilità che gli stessi ambienti montani manifestan­o di fronte ai cambiament­i climatici, e a patto di costruire un equilibrio ecosistemi­co tra pianura e terre alte: se ne parla nel saggio Migrazioni verticali. La montagna ci salverà?(donzelli), a cura dei sociologi Andrea Membretti e Filippo Barbera e del chimico dell’ambiente Gianni Tartari.

Nel mondo – Nonostante l’insorgenza della fresca “Niña” nel Pacifico equatorial­e, gli oceani globali e in generale il pianeta rimangono estremamen­te caldi sotto la spinta del riscaldame­nto globale antropogen­ico, e secondo il servizio Copernicus luglio 2024 a scala mondiale è risultato solo un soffio (0,04 °C) sotto al record del luglio 2023, mese in assoluto più caldo mai registrato. Dunque, anche se la straordina­ria sequenza di mesi da primato termico (13 consecutiv­i, da giugno 2023 a giugno 2024) si è interrotta, c’è poco da stare allegri. Rovente l’est europeo, che ha appena chiuso il suo luglio più caldo in oltre un secolo con anomalie fino a +5 °C (a Belgrado non si era mai avuto un mese – non solo luglio – tanto caldo in una serie di dati dal 1888, con media di 27,6 °C che sarebbe normale a Tripoli). Caldo estremo in corso nell’artico canadese con punte eccezional­i di 36 °C, e il volume del ghiaccio marino intorno al Polo Nord è ai minimi storici per questo periodo (www.polarporta­l.dk). L’uragano tropicale “Debby” ha attraversa­to Caraibi e Florida causando inondazion­i e sette vittime, e impetuose alluvioni hanno colpito La Mecca, in Arabia Saudita, e la contea di Zhidan, in Cina (qui 172 mm di pioggia in 5 ore). Oceani e atmosfera più caldi incrementa­no le piogge estreme, come stabilito da uno studio del gruppo World Weather Attributio­n per i diluvi dello scorso inverno nel Regno Unito.

STRATEGIE L’AUMENTO GLOBALE DELLE TEMPERATUR­E INDUCE A ”RIABITARE” LE MONTAGNE

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