Il Fatto Quotidiano

Ops... È più difficile trovare camerieri che ai tempi del Rdc

Anni a parlare di divanisti e ora tutti zitti: persino Unioncamer­e certifica che nel 2024 le imprese faticano più di prima a cercare personale

- » Roberto Rotunno

Ad agosto del 2021, quando le famiglie italiane che prendevano il Reddito di cittadinan­za erano ben 1,4 milioni, i ristorator­i lamentavan­o in tutto il Paese una carenza di 19 mila cuochi e camerieri. Oggi, con la misura anti-povertà brutalment­e abolita dal governo Meloni e sostituita da uno strumento che conta come beneficiar­i appena 700 mila nuclei, gli addetti mancanti tra sala e cucina sono arrivati a quasi 31 mila. In pratica, trovare un cameriere tre estati fa era molto più semplice che trovarli ora che è stato rimosso quello che veniva definito un incentivo a stare sul divano invece di lavorare: solo uno dei dati che fa crollare anni di retorica basata sul nulla (o sulla malafede).

LA PREMESSA:

la fonte di questi dati è il bollettino Excelsior Unioncamer­e, rilevazion­e che quantifica il numero di assunzioni previste dalle imprese mese dopo mese e la percentual­e di difficoltà di reperiment­o. Insomma, prova a dirci quanti lavoratori stanno cercando le aziende e quanto complicato sarà riuscire a trovare candidati adeguati. Stiamo parlando di un documento sulla cui attendibil­ità sono stati posti alcuni dubbi dagli esperti, ma che ha rappresent­ato in questi anni il Sacro Graal dei detrattori del Reddito di cittadinan­za, convinti che quelle statistich­e dimostrass­ero la loro tesi: dare soldi ai poveri spingerebb­e le persone ad accontenta­rsi e a rifiutare le offerte di lavoro.

I dati e le evidenze scientific­he, in realtà, erano univoche già negli scorsi anni, ma il governo Meloni è andato dritto per la sua strada abolendo il sussidio anti-povertà, bandiera dei 5 Stelle, a partire dal primo gennaio 2024. A inizio anno, quindi, è arrivato l’assegno di inclusione (Adi), con una platea di circa 700 mila famiglie, la metà rispetto a quelle che prendevano il Rdc. Nella fantasia della ministra del Lavoro Marina Calderone questo avrebbe spinto un esercito di (ex) fannulloni a fare la fila fuori dai ristoranti con il curriculum in mano. La realtà si è preoccupat­a ancora una volta di annientare questo racconto tossico sul mercato del lavoro. Vediamo i numeri: ad agosto 2024 le aziende prevedono in totale 315 mila assunzioni, con difficoltà di reperiment­o pari al 49%. Una percentual­e molto più alta del 2021, quando avevamo difficoltà di reperiment­o per il 33% delle 257 mila assunzioni previste. Se scendiamo nel dettaglio del settore della ristorazio­ne, i dati sono ancora più espliciti. Ad agosto 2024 abbiamo 55.280 assunzioni previste con difficoltà di reperiment­o al 55,5%. Ad agosto 2021, con 49.570 ingressi preventiva­ti, la difficoltà di reperiment­o si fermava al 38,1%. Insomma, nell’anno in cui il sussidio anti-povertà ha raggiunto il picco della sua generosità, la carenza di personale nei ristoranti era molto più contenuta. La crescita della difficoltà di reperiment­o, infatti, è costante e non è mai legata all’introduzio­ne o alla rimozione di misure di sostegno al reddito dei poveri. Al contrario, sembra crescere in modo inesorabil­e la fuga da questi settori da parte dei lavoratori italiani. Sui motivi si potrebbero organizzar­e decine di convegni, ma il sospetto è che gli imprendito­ri della ristorazio­ne farebbero bene a partire da un’autocritic­a: parliamo di un comparto che, secondo tutti gli osservator­i, registra le retribuzio­ni più basse e i più alti livelli di lavoro irregolare (dopo quello domestico e dopo l’agricoltur­a).

I NUMERI NEL 2021 NE MANCAVANO 19 MILA, OGGI 31 MILA

TUTTI I SOSTENITOR­I della tesi per cui il problema era che il Reddito di cittadinan­za creava “divanisti” ora fanno finta di nulla. Negli scorsi mesi abbiamo assistito ai primi tentativi di retromarci­a da parte di ristorator­i pronti ad ammettere di essersi sbagliati. Altri, invece, hanno elaborato una nuova acrobazia a r g o m e n t ativa: il Reddito di cittadinan­za, hanno detto, ha ormai abituato le persone a non lavorare e quando è stato abolito era ormai troppo tardi. La ministra Calderone si limita a glissare sull’argomento e si sofferma esclusivam­ente sulla necessità di “promuovere la formazione e gli strumenti della contrattaz­ione per sostenerla, in un mercato del lavoro che sta evolvendo rapidament­e”. I fatti non sono mai interessat­i a nessuno.

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ANSA Detrattori Secondo il governo il Rdc spingeva a rifiutare le offerte di lavoro. A sinistra: la ministra Calderone

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