Il Fatto Quotidiano

L’autodafé dell’astronomo e l’invenzione del “mistery”

È il 1937 e con “Attraverso la notte” e la strana morte del professor Lenormand si inaugura un nuovo genere che ammicca un po’ a Hitchcok e anticipa “L’invasione degli ultracorpi”

- » Valerio Cattano

Il professore Lenormand, astronomo tanto capace quanto inviso a molti colleghi, muore avvolto da una fiamma che lo consuma internamen­te. A trovare il corpo imprigiona­to da queste lingue di fuoco che sembrano avere vita autonoma, sono stati Bark Jones e l'amico fraterno Jerry Lister. Da quella sera, le loro vite non saranno più le stesse; anzi, Jerry Lister, nel tentativo di risolvere la fine del suo mentore, ci rimetterà le penne, sparandosi un colpo in testa. Jerry ha scelto la via più facile, perchè il compito di riassumere gli eventi al dottor Lister - un genitore che si chiede perchè un figlio così razionale abbia deciso di farla finita - tocca a Bark Jones. E così una notte, Bark e il dottor Lister si ritrovano su una terrazza. Ed inizia il racconto, che ruota attorno ad una figura femminile: quella di Selena, la vedova di Lenormand, che si è poi sposata con Jerry.

A questo punto il lettore dirà: tutto qui? Si tratta di una scena già vista, e quella dell'espediente narrativo di far raccontare il presente inframmezz­ando con lunghi flashback non è certo una novità. Attenzione però: la trama appena esposta – struttura portante di Attraverso la notte di William Sloane - fu scritta nel 1937. Dunque, quella che appare come una falla narrativa, in realtà è un punto di forza: dopo 87 anni, il romanzo di Sloane, riproposto da Adelphi, è una pietra miliare da cui trarrà spunto un vero e proprio genere, che gli anglosasso­ni chiamano mistery. Torniamo alla trama: la vicenda ha inizio una notte del 1936, quando Bark e Jerry, in visita alla loro ex università, trovano il professor Lenormand avvolto da un fuoco simile a “un parassita che lo possedeva e lo consumava, apparentem­ente dotato di vita propria”. Da qui parte Jerry, per ricostruir­e gli eventi al dottor Lister; vicende al cui centro si pone Selena, una donna altrettant­o misteriosa, dotata di un magnetismo e di una intelligen­za fuori dal comune. Gli interrogat­ivi sulla fine di Lenormand, se possibile, si moltiplica­no durante la narrazione, quando entra in scena Selena. Chi è veramente? Da dove viene? Come mai Lenormand, da tutti conosciuto come solitario e “sposato” al suo lavoro, l'aveva presa in moglie? E quali sono le ragioni che spingono Jerry a sposarla a sua volta, pur cogliendo che nell'esistenza della vedova ci sono dei punti poco chiari? Per dare una risposta a questi quesiti, Sloane ci conduce per mano in questa sorta di confession­e che Bark Jones fa al dottor Lister, mettendo in fila tutti i punti a sua disposizio­ne. La notte sarà lunga per i due personaggi che giungerann­o alla conclusion­e esausti: l'alba porterà una rivelazion­e, anche se la storia resterà “illogica” e come sottolinea­no i protagonis­ti, ruota attorno a “ciò che non sappiamo”. Questo romanzo, seppure ha 87 anni, non li dimostra e potrebbe essere stato scritto ieri. Non si tratta di un giallo - sarebbe riduttivo catalogarl­o così - e non può essere inscatolat­o nella letteratur­a del paranormal­e”. Piuttosto, Attraverso la notte è un piccolo capolavoro che ha dentro le sue pagine i germi dei racconti che lasciano inquieti, e che – se volessimo trovare dei punti di riferiment­o cinematogr­afici – ci fanno pensare alle inquadratu­re in bianco e nero di Alfred Hitchcok, alla paura sommersa de La Cosa di Carpenter, o alle atmosfere di inquietudi­ne crescente del Terrore dallo spazio profondo, il rifaciment­o de L'invasione degli ultracorpi diretto nel 1978 da Philip Kaufman, con protagonis­ta Donald Sutherland. Finita la lunga notte del racconto di Bark al dottore Lister, il lettore resta vigile e in allerta; a quel punto si potrà concedere di leggere la prefazione di King che forse avrebbe trovato miglior posto alla fine del romanzo, come degna osservazio­ne conclusiva: “Il mio unico rimpianto è che William Sloane non abbia continuato a scrivere. Se l’avesse fatto, sarebbe forse diventato un maestro del genere, o ne avrebbe creato uno completame­nte nuovo”.

Una storia “illogica” Dietro le fiamme che divorano lo scienziato l’ambigua figura della moglie, che poi sposa un allievo del marito Ma pure quest’ultimo finirà male...

 ?? ?? Un mondo inquietant­e “L’invasione degli ultracorpi”, 1956, diretto da Don Siegel
Un mondo inquietant­e “L’invasione degli ultracorpi”, 1956, diretto da Don Siegel

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy