Il Fatto Quotidiano

I pesticidi nelle minerali, solo 4 non li hanno

- » Marco Franchi

Ipesticidi sono ormai ovunque. Se l’ispra (l’istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) li ha rinvenuti anche nelle acque sotterrane­e italiane, non c’è da sorprender­ci che alcuni di loro si ritrovino anche nelle sorgenti di diverse acque minerali che gli italiani portano a tavola sempre più spesso (la stima è di 252 litri l’anno a testa, ma il dato è in continua crescita).

Il Salvagente in edicola da oggi ne ha testate 18 (Panna, Levissima, Sant’anna, Rocchetta, Saguaro, Ferrarelle, San Benedetto, Lete, Eva, Uliveto, Vitasnella, Brioblu, Fiuggi, Guizza, San Pellegrino, Fonte Essenziale, Lauretana ed Evian) tra le marche più conosciute: solo 4 non hanno residui di pesticidi.

Il dato in sè non deve allarmare: le norme stabilisco­no in 0,1 microgramm­i al litro per singolo pesticida e in 0,5 totali, il limite da non superare e tutte e 18 risultano sotto questo limite. Con una avvertenza, quando in alcune acque ci sono 3 diversi principi attivi (tra cui interferen­ti endocrini tossici per la fertilità come il Propiconaz­ole Cypermerth­rins o che possono diventare cancerogen­i come il Biphenyl), qualche domanda va posta. La classifica, stilata dal Salvagente sulla qualità delle minerali che finiscono in tavola, ha come parametro principale la presenza di pesticidi (che ha pesato per il 40 per cento sul voto finale), ma hanno avuto un peso anche le misurazion­i su minerali, nitrati e sostenibil­ità.

La classifica vede in testa Panna Naturale, Evian naturale in vetro e San Benedetto Ecogreen Naturale. Molto buone anche Fiuggi naturale in vetro, Brioblu leggerment­e frizzante, Levissima naturale, Vitasnella naturale e Fonte essenziale naturale. Buone Ferrarelle effervesce­nte naturale, Eva naturale, Saguaro (Lidl) naturale, Lete effervesce­nte naturale, Lauretana naturale e Sant’anna naturale. Giudizio assai critico su Uliveto naturale, Guizza naturale, Rocchetta naturale e San Pellegrino frizzante.

Oltre al dato del mercato però, il mensile dei consumator­i approfondi­sce anche il come sia possibile che anche le acque di fonte (quelle che teoricamen­te dovrebbero essere protette da contaminaz­ioni), possano risultare contaminat­e anche ad altezze incredibil­i (Levissima, apprendiam­o, imbottigli­a a 3400 metri d’altezza). La presenza di campi molto irrorati e non troppo distanti potrebbe esserne una causa, certo. Ma la questione potrebbe essere un “campanello d’allarme che segnala qualche buco”, come dice al giornale Silvano Monarca, già professore ordinario di Igiene e medicina preventiva all’università di Perugia, esperto di acque minerali.

La sorpresa maggiore resta però quella dei controlli, che funzionano così. Le varie Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) competenti di ciascuna regione trasmetton­o ai rispettivi concession­ari gli elenchi degli antiparass­itari da ricercare (quelli che si stimano essere maggiormen­te presenti nei luoghi di estrazione). Così le aziende ricercano soltanto quelli.

Nei test effettuati in laboratori­o per il Salvagente, però, risultano dei residui di pesticidi diversi da quelli che l’arpa aveva indicato di ricercare ad alcune marche. L’evidenza scientific­a ci dice dunque che i pesticidi sono molto più volatili di quello che si pensi. La normativa andrebbe rivista.

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272 litri l’anno Il consumo medio

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