I soprusi dello Stato sui Trasporti e la Sanità
Ho letto l’editoriale dell’altro giorno sulle sue disavventure nei trasporti aerei e ho invidiato la possibilità che le è data di dare voce pubblica ai continui soprusi che il cittadino comune è costretto a sopportare. Da medico in pensione ho lavorato per anni in un Ps di un ospedale della Lombardia. Questo per dirle che ho le competenze e le possibilità economiche per affrontare una impari lotta con la pubblica amministrazione. Seguendo il caso di un mio parente ho potuto incredibilmente accertare che in Emilia Romagna dal luglio 2011, in forza di una delibera regionale, sono assoggettate al ticket tutte le prestazioni di Ps, indipendentemente dalla valutazione di urgenza e all’appropriatezza espressa dal medico dimettente, fatte salve una ventina di condizioni e patologie. Anzi tale prassi è totalmente svincolata da una valutazione caso per caso che è in capo al medico di Ps. Tutto ciò in palese violazione di quanto previsto dalla legge nazionale e dalla costituzione relativa all’uniformità dei Lea (livelli essenziali di assistenza) sull’intero territorio nazionale e degli accordi Stato-regioni al riguardo. Svariati ricorsi e interpellanze inviati agli uffici competenti e al Ministero sono rimasti senza risposta o con vaghe giustificazioni. Ho potuto accertare un solo precedente relativo al ricorso alla Corte Costituzionale durante il Governo Conte, tramite l’avvocatura dello Stato, contro le norme emanate dalla provincia autonoma di Bolzano in materia di compartecipazione alla spesa per le prestazioni di Ps, ritenute vessatorie e illegittime. La Provincia ritirò prontamente la sua norma, evidentemente per non essere sanzionata dalla Corte. Spero voglia concedere una risonanza pubblica a tale inestricabile e frustrante questione.