Il Netanyahu show: “Dateci le bombe per finire il lavoro”
Vance, Harris e 80 dem assenti Proteste e arresti. Lui: “Utili idioti di Teheran”
“Dateci i mezzi più velocemente e finiremo il lavoro più velocemente”. I parenti degli ostaggi venuti da Tel Aviv per ascoltarlo, o in alcuni caso contestarlo, speravano di sentirgli dire qualcosa sui loro cari rapiti il 7 ottobre. Invece Benjamin Netanyahu ha cominciato parlando di Iran e di guerra, citando all’occorrenza la frase sui “mezzi” di Winston Churchill, che al Congresso fece solo tre discorsi mentre lui è al quarto. “Non è uno scontro di civiltà, è uno scontro tra civiltà e barbarie. America e Israele devono restare uniti, se lo facciamo noi vinciamo e loro perdono. Sono venuto ad assicurarvi che vinceremo”.
IL DISCORSO
del premier israeliano davanti al Congresso degli Stati Uniti a Washington, ieri, ha attinto a una studiata retorica bellicista, tagliata perfettamente sull’auditorio. La vera guerra non è contro Israele, è contro l’america”, ha ammonito Netanyahuha, e ha ribadito per questo quanto sia importante per Tel Aviv ricevere gli aiuti militari dagli Stati Uniti, senza pause e il più rapidamente possibile. Il premier non ha modificato in nulla la sua linea sulla guerra a Gaza: vittoria totale contro Hamas, perché è l’unico modo per tornare a convivere con i palestinesi in futuro. Oltre alla retorica bellicista il discorso è stato intervallato da storie edificanti. Nella platea, seduti tra Elon Musk venuto apposta per ascoltarlo, la moglie
Sarah, la giovane Noa Argamani liberata dalla prigionia a Gaza a giugno, i parenti degli ostaggi della famiglia Bibas, Netanyahu ha fatto alzare alcuni “eroi di Israele”. Militari che hanno perso arti nella guerra a Gaza o hanno combattuto il 7 ottobre.
Sette minuti di applausi all’inizio e, innumerevoli altri durante il discorso, soprattutto da parte dei banchi repubblicani. Le sedie dei democratici erano punteggiate dalle defezioni. Non obbligati a presenziare dai vertici del partito, 86 dem hanno disertato il discorso in protesta contro la politica di Netanyahu a Gaza, e indirettamente contro il sostegno offertogli dal presidente Joe Biden. Mancavano l’ala sinistra, da Bernie Sanders ad Alexandria Ocasio-cortez, per cui Netanyahu è “un criminale di guerra”. e i progressisti, che hanno seguito la decana Pramila Jayapal a un evento organizzato in contemporanea con il titolo “La pace è possibile”, o a una conferenza stampa per lo stop all’invio di armi a Israele. Altri dem hanno scelto di incontrare le famiglie degli ostaggi. Con loro, inattesa, anche Nancy Pelosi. L’attuale capogruppo alla Camera, Chuck Schumer, ha presenziato, ma non ha stretto la mano a Netanyahu quando è entrato in aula. Da storico difensore di Israele, a marzo aveva chiesto pubblicamente le sue dimissioni. Era seduta con la kefiah al collo Rashida Tlaib, unica palestinese americana eletta, che ha alzato un cartello con scritto “criminale di guerra” tra i “buu” repubblicani.
Alcune persone con magliette gialle con la scritta “firma l’accordo ora” sono state allontanate. Fuori dal palazzo del Congresso, oltre 5.000 manifestanti si erano radunati per le strade intorno al parco Capitol Hill, cercando di superare le barriere da massima sicurezza erette dalla polizia, secondo il protocollo attuato dopo l’assalto del 6 gennaio 2021. Netanyahu ha avuto parole anche per loro, di fuoco. Dai campus alle piazze, chi protesta è un antisemita e “utili idioti di Teheran”, ha detto il premier, ringraziando “la maggioranza degli americani che non è caduta nella propaganda di Hamas”. Tra i critici di Israele, Bibi annovera anche la Corte Penale internazionale, che “lega le mani” a Tel Aviv. Poche parole per ringraziare Biden per il suo sostegno “che dura da quasi mezzo secolo”. Ieri l’assenza più annunciata era proprio quella di Kamala Harris. La vicepresidente aveva un evento elettorale importante e organizzato in anticipo, ma probabilmente ha preferito non sedere dietro al contestato leader israeliano. Nonostante l’ampio supporto dei repubblicani a Netanyahu, però, ieri tra le loro fila mancava anche il senatore J.D. Vance, candidato alla vicepresidenza nel ticket con Donald Trump. Anche lui impegnato in un evento elettorale. Netanyahu vedrà oggi Joe Biden e, separatamente, Harris. Venerdì sarà il turno di Trump, a Mar-a-lago. Il governo israeliano ha fatto sapere ieri di aver ritardato l’invio della delegazione di negoziatori a Doha all’inizio della prossima settimana, per aspettare proprio l’esito del bilaterale con il presidente Usa alla Casa Bianca.
A GAZA RINGRAZIA BIDEN E SFIDA L’AJA: “NON FERMERÀ ISRAELE”