Renzi, genitori condannati per le false fatturazioni
Il giudice ha inflitto 3 anni e 2 mesi ai coniugi, assolti invece dall’accusa di bancarotta. Nessuna pena per la figlia Matilde
Condannati per le fatture false, assolti dalle varie contestazioni di concorso in bancarotta fraudolenta perché il fatto non sussiste o per non aver commesso il fatto. In altre parole, i genitori di Renzi per i giudici di primo grado sono colpevoli di aver fatturato operazioni inesistenti ai loro fornitori – la cooperative di volantinaggio Marmodiv, Delivery Service Italia e Europe Service ma non di averne orchestrato e pilotato i fallimenti a catena: per il tribunale non è stato provato che fossero loro gli amministratori di fatto delle coop, fornitrici della Eventi 6, storica società di famiglia Renzi Eventi 6, fallite rovinosamente.
Si è concluso così il processo Marmodiv, una lunga inchiesta giudiziaria sulla galassia delle attività della famiglia Renzi, che aveva impegnato prima le Procure di Cuneo e Genova e in seguito i pm fiorentini, che in fase cautelare avevano ottenuto gli arresti per Tiziano Renzi e Laura Bovoli. La coppia ieri è stata condannata a 3 anni, 2 mesi e 15 giorni di carcere a testa. Il procuratore aggiunto Luca Turco aveva chiesto nei loro confronti cinque anni. Assolta dall'accusa di false fatture, perché il fatto non sussiste per la tenuità del fatto, la figlia Matilde, sorella di Matteo, per un periodo legale rappresentante della Marmodiv (per lei erano stati chiesti 10 mesi).
LA TESI portata avanti dall’accusa era che Tiziano Renzi e Laura Bovoli fossero i soci occulti delle cooperative. Le società erano usate secondo i pm per accrescere il volume di affari della ditta di famiglia – la Eventi 6, che risultava essere la committente esterna dei lavori – e poi pilotate verso il fallimento, schiacciate da debiti insostenibili. Sulle coop, infatti, venivano caricati tutti i costi, a cominciare dal personale, secondo l’accusa alle dipendenze dei Renzi, ma formalmente inquadrato nelle cooperative. Un trucco contabile formidabile che avrebbe consentito alla Eventi 6 di trasformare un costo societario in un’agevolazione fiscale. Nel frattempo, le cooperative accumulavano invece debiti crescenti, omettendo di pagare allo Stato imposte e oneri contributivi, e lasciando debiti ai fornitori.
Questa impalcatura societaria avrebbe preservato la Eventi 6 da ogni problema e si concludeva con gli ultimi anelli della catena che andavano a gamba all’aria, mettendo nei guai chi in quel momento le amministrava. Per dimostrare questa tesi, la Procura aveva portato tra le prove anche mail inoltrate da Laura Bovoli alle banche creditrici delle cooperative.
A pagare per il crac, alla fine, sono gli amministratori delle coop, alcuni dei quali collaboratori di lungo corso dei Renzi. I giudici hanno condannato: Giovanna Gambino (4 anni e 3 mesi); Pasqualino Furii (3 anni); Daniele Goglio (3 anni); Giuseppe Mincuzzi (2 anni e 3 mesi); Pier Carlo Ravasio (1 anno e 9 mesi); Paolo Terreni (1 anno e 9 mesi); Giovanni Spiteri (2 anno, 1 mese e 15 giorni); Priyantha Punchihewa (1 anno). Assolti Roberto Bargilli (autista del camper di Matteo Renzi per le primarie 2012 ed ex membro del Cda della Europe Service), Simone Verdolin, Aldo Periale e Massimiliano Di Palma.
Azzerati i reati per cui ci avevano persino arrestato Disintegrato l'impianto accusatorio Tiziano Renzi
IL TRIBUNALE ha ordinato, inoltre, la confisca di 98.592,47 euro nei confronti di Marmodiv, cifra pari all’imposta evasa. In caso di incapienza, la sentenza prevede una confisca per equivalente della stessa somma anche a sei condannati tra cui i coniugi Renzi. Confisca anche nei confronti della Eventi 6 Srl, società della famiglia Renzi, della somma di 603.576,39 euro, sempre per l’imposta evasa. Anche in questo caso, in caso di incapienza, lo Stato è legittimato ad andare a batter cassa direttamente da Tiziano Renzi e dalla moglie Laura Bovoli.
La sentenza è stata commentata in modo trionfale dai coniugi Renzi, che hanno definito il provvedimento “positivo per tanti aspetti”: “Azzerate tutte le infamanti accuse che in questi anni abbiamo ricevuto sulle bancarotte. Ci hanno persino arrestato per quell'accusa e oggi il tribunale di Firenze ci ha assolto disintegrando l’impianto accusatorio della procura. Non abbiamo fatto nessuna bancarotta”. Quanto alle contestazioni per le false fatture: “In quella specifica vicenda non avevamo alcun ruolo, faremo ricorso”. Nella stessa nota Renzi senior aggiunge di avere “il cuore pieno di gioia” per l'assoluzione della figlia Matilde, “un mese dopo che è accaduta la stessa cosa a suo marito Andrea. Questa ennesima assoluzione si aggiunge alle assoluzioni o archiviazioni di questi dieci anni a Genova, Cuneo, Firenze e Roma”.