“I controllori servono: tutelano cittadini e Pa È grave indebolirli”
Ex Procuratore generale
“Se confermato, sarebbe molto grave”. Angelo Canale, già magistrato contabile di lungo corso, Presidente onorario della Corte dei conti dopo essere stato dal 2020 al 2023 il Procuratore generale della Corte dei conti, è preoccupato dall’ipotesi caldeggiata da Forza Italia di eliminare le procure regionali.
Che impatto avrebbe?
Le procure regionali esercitano le azioni risarcitorie per i danni arrecati alle amministrazioni da soggetti destinatari di fondi pubblici. Sopprimerle – oltre ad arrecare un vulnus a una magistratura di rilevanza costituzionale – finirebbe per riconoscere il potere di azione alle stesse amministrazioni danneggiate e francamente non credo che possano farlo in modo imparziale e lontano da logiche politiche: negli enti locali la stessa azione dovrebbe infatti essere autorizzata da un organo politico. Tutto è migliorabile, ma se dovessero arrivare questi emendamenti sarebbe un grave danno alla P.A. L’azione risarcitoria deve continuare a essere esercitata da un organo neutrale, terzo e imparziale.
Il governo ha spesso accusato la Cdc di ingerenza, soprattutto sui controlli del Pnrr, e infatti ha tolto alla Corte il controllo concomitante sul piano.
È stato un errore, l’ho già detto pubblicamente. È la stessa normativa Ue che impone ai Paesi membri di garantire il regolare e corretto impiego dei fondi europei. Ripeto, non è una trovata dei pm contabili: è la normativa a volere un presidio non solo di legalità ma anche teso a recuperare risorse erogate illegittimamente.
Il governo ha prorogato ancora lo “scudo erariale” fino a tutto il 2024, limitando l’azione della Corte ai soli casi di “colpa grave”, escludendo il dolo. La Consulta nei giorni scorsi ha spiegato che se la norma è temporanea, non è incostituzionale.
Ma viene prorogata dal 2020...
Le limitazioni al perimetro della responsabilità erariale furono introdotte in una situazione eccezionale determinata dal Covid e non mi sembra ci siano le condizioni per confermarle, figuriamoci per prorogarle. Rispetto la sentenza della Consulta, alcuni passaggi però mi sono difficili da comprendere, ma sicuramente è un mio limite.
Il governo ha appena eliminato il reato di abuso d’ufficio. Come giudica questa decisione?
La penso come tanti magistrati ordinari e colleghi, e come il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, che parla di messaggio devastante: da sempre opera in trincea e sa quel che dice. Il combinato disposto tra l’abolizione del reato e la limitazione del danno erariale determineranno una condizione di irresponsabilità di chi gestisce le risorse pubbliche, che è il contrario dell’interesse pubblico e nazionale.
Sono segnali di una generale insofferenza dell’esecutivo alle istituzioni di c on tr ol lo , secondo lei?
Il controllo per sua natura non incontra le simpatie dei controllati, ma bisognerebbe far capire che è funzionale a migliorare l’efficienza oltre a essere presidio di legalità e democrazia. Il controllo è svolto nell’interesse di tutti, la Cdc non esercita il controllo per sé stessa ma a tutela dei cittadini.
La riforma pensata dalla maggioranza restringe però le sue funzioni...
È ancora prematuro esprimere un giudizio compiuto, ma condivido la posizione critica dell’associazione dei magistrati contabili. E’ importante che le modifiche siano in linea con la missione che la Costituzione affida alla Corte dei conti. Poi tutto è migliorabile.
‘‘ Stop all’abuso d’ufficio segnale pessimo, insieme ai limiti alla responsabilità erariale