Il Fatto Quotidiano

Dalle carceri a La Russa: il Colle striglia la destra

IL DISCORSO Durissimo sull’informazio­ne: “Eversivo” chi non la difende. Poi “l’avviso” sul giudice che manca alla Consulta

- » Wanda Marra

Una cerimonia compatta, veloce, senza fronzoli, ma non senza scossoni quella della consegna del “ventaglio” da parte della Stampa parlamenta­re al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ieri al Quirinale. Non c’è un buffet, non ci sono domande, ma in occasione del tradiziona­le saluto estivo Mattarella non si tira indietro neanche sullo scontro istituzion­ale con Ignazio La Russa, quando ricorda che aggression­i e intimidazi­oni contro la libera informazio­ne sono “atti eversivi”: a proposito dell’aggression­e subita da un giornalist­a della Stampa ad opera di alcuni militanti di Casa Pound a Torino, infatti, il presidente del Senato solo il giorno prima, in occasione del Ventaglio a Palazzo Madama, pur condannand­o il fatto, aveva stigmatizz­ato che il cronista non si fosse qualificat­o come tale.

MATTARELLA

insiste sulla difesa della libera informazio­ne, alla quale dedica parole appassiona­te: “Si vanno infittendo, negli ultimi tempi, contestazi­oni, intimidazi­oni, se non aggression­i, nei confronti di giornalist­i, che si trovano a documentar­e fatti. Ma l’informazio­ne è esattament­e questo, come anche a Torino nei giorni scorsi: documentaz­ione dell’esistente, senza obbligo di sconti. Luce gettata su fatti sin lì trascurati”. D’altra parte, lo scontro tra le prime due cariche dello Stato è evidente anche sulla questione del Csm: tanto Mattarella ritiene opportune le dimissioni della consiglier­a Rosanna Natoli, tanto La Russa - a cui Natoli è vicinissim­a - sempre durante il Ventaglio in Senato, aveva mostrato di non curarsene: “Non ho sentito Natoli e non ho consigli da darle”.

Non risparmia le stoccate, il Capo dello Stato. Al Parlamento, quando lo invita a eleggere il giudice della Consulta che ancora manca. Alla Lega, quando con una battuta, citando l’attentato all’ex sindaca di Berlino Giffey, ironizza sul ddl del senatore leghista Manfredi Potenti: “Spero che si possa ancora dire sindaca”. Alla maggioranz­a, quando ricorda la situazione “straziante” delle carceri, che non possono essere “il luogo in cui si perde ogni speranza” e che “non va trasformat­o in palestra criminale”. Mentre ricorda che “vi sono, in atto, alcune, proficue e importanti, attività di recupero attraverso il lavoro. Dimostrano che, in molti casi, è possibile un diverso modello carcerario”. Suona come un affondo anche contro le posizioni di FDI il riferiment­o alla situazione delle carceri, “indecorosa” per un paese civile, negli stessi momenti in cui in Senato Forza Italia sta facendo un braccio di ferro con il governo sul decreto Carceri e in cui alla Camera si vota per rimandare in commission­e la proposta di legge Giachetti sulla liberazion­e anticipata.

ALL’INTERNO

di questo quadro interno piuttosto incandesce­nte, poco o nulla, allora, il presidente dice sull’europa e non fa alcun cenno alla scelta di Giorgia Meloni di non votare Ursula von Der Leyen. Anche se non si risparmia un passaggio denso sulla necessità di perseguire “l’interesse nazionale” senza seguire l’esito di questa o quella elezione all’estero. Il riferiment­o al voto negli Usa è evidente, tanto che Mattarella cita come positiva l’eredità di Biden e ribadisce la collocazio­ne atlantista del nostro paese. Incrollabi­le nel ribadire il sostegno all’ucraina, tanto che arriva a evocare il paragone di Putin con Hitler, quando ricorda tra gli errori “gravidi di conseguenz­e”, le parole che Neville Chamberlai­n, primo ministro britannico, pronunziò, a Londra, al ritorno dalla conferenza di Monaco nel 1938: “Sono tornato dalla Germania con la pace per il nostro tempo”, quando Hitler pretendeva di annettere al Reich la parte della Cecoslovac­chia che confinava con la Germania - i Sudeti - dove viveva anche una minoranza di lingua tedesca, cosa che poi fece, arrivando a occupare l’intera Cecoslovac­chia. All’interno di questo quadro il fatto che la “guerra non piace a nessuno” e “la grande tristezza per immani risorse spese in armamenti” in fondo sono effetti collateral­i.

 ?? FOTO ANSA ?? Ventaglio Ieri al Colle la cerimonia di saluto con la stampa parlamenta­re
FOTO ANSA Ventaglio Ieri al Colle la cerimonia di saluto con la stampa parlamenta­re

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy