Il Fatto Quotidiano

Ue processa Roma: preoccupaz Ione per le riforme

- » Nicola Borzi

Dopo tre settimane di tregua tattica tra Bruxelles e Roma, una volta incassata la rielezione alla presidenza della Commission­e europea Ursula von der Leyen mette sotto tiro Giorgia Meloni. La prima arma usata per regolare i conti è la pubblicazi­one del Report Ue sullo stato di diritto 2024 della Commission­e europea. L’attacco è totale: le mosse del governo italiano sono sferzate dalla riforma costituzio­nale a quella della giustizia, dalle strettoie alla libertà di stampa sino all’assenza di regole sul conflitto di interessi.

IL 17 GIUGNO aveva fatto rumore uno scoop di Politico: la presidente uscente della Commission­e Ue, in cerca il sostegno di Roma per un secondo mandato, aveva rallentato la pubblicazi­one del documento annuale che criticava l’italia per l’erosione della libertà dei media. Il rapporto avrebbe dovuto essere approvato il 3 luglio, ma era stato fatto slittare a dopo l’elezione della nuova presilievi denza che ha visto la conferma della von der Leyen per evitare di criticare apertament­e l’italia in modo da cercare di intercetta­re i consensi degli eurodeputa­ti di destra. Ma dopo settimane di traccheggi­o, i voti di Fratelli d’italia sono andati contro il rinnovo del mandato a von der Leyen. La mossa ha scatenato la rappresagl­ia: Roma ha molto da farsi perdonare e chiedere a Bruxelles, dai ritardi del Pnrr alla situazione pesante dei conti pubblici. Non a caso ieri i rappresent­anti dei 27 Stati Ue hanno dato via libera all’avvio delle procedure per deficit eccessivo verso sette Stati: oltre all’italia Belgio, Francia, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia.

Il Rapporto sullo stato del diritto, infine, è stato pubblicato ieri ed è impietoso per il govero Meloni. Sul fronte del premierato afferma che “con questa riforma non ci sarà più la possibilit­à per il Presidente della Repubblica di cercare una maggioranz­a alternativ­a o individuar­e una persona fuori dal Parlamento come presidente del consiglio”, riportando i ridell’associazio­ne nazionale costituzio­nalisti, e scrive che “alcuni hanno espresso preoccupaz­ioni sulle modifiche all’attuale sistema di pesi e contrappes­i e anche dubbi che dia più stabilità”.

La Commission­e critica poi la riforma della giustizia di Nordio, sottolinea­ndo che l’eliminazio­ne dell’abuso d'ufficio e la riduzione dei tempi di prescrizio­ne mettono a rischio la lotta alla corruzione, che non hanno fatto progressi le norme contro il conflitto di interessi e la riforma delle lobby e delle donazioni ai partiti. Sotto la lente anche la limitazion­e del ruolo dell’autorità nazionale anticorruz­ione, che rischia di aprire varchi alla criminalit­à nella gestione del Pnrr.

Quanto alla libertà di stampa, il rapporto scrive che “diversi stakeholde­r ritengono” che le ultime norme del governo Meloni “determinin­o una restrizion­e della libertà di stampa e del diritto dei cittadini di essere informati”. Secondo il testo le riforme minano il lavoro dei cronisti, limitando la pubblicazi­one di notizie tratte

da atti giudiziari e intercetta­zioni, rinviando la riforma della diffamazio­ne ritorsiva e limitandon­e il segreto profession­ale. Il rapporto chiede poi di assicurare un “meccanismo di finanziame­nto pubblico della stampa che ne garantisca l’indipenden­za”. Quanto alla Rai, per il rapporto “l’efficacia di una governance che assicuri la

piena indipenden­za è una preoccupaz­ione di lunga data. Serve una riforma che eviti le interferen­ze della politica”.

Da parte sua, il governo sottolinea il “costante dialogo” con la Ue e ribadisce che il rapporto riguarda tutti i 27 Stati Ue e non solo l’italia. Se non è un “mal comune mezzo gaudio”, poco ci manca.

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FOTO LAPRESSE La Commission­e Ue mette nel mirino il governo Meloni

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