Il Fatto Quotidiano

Autonomia, raccolta firme al via: c’è pure Renzi (con De Luca...)

Tutti i leader ieri in piazza per il no al ddl Calderoli Schlein sceglie Perugia, Conte fa il volontario a Civitavecc­hia

- » Wanda Marra

Giorno di firme, giorno di photo opportunit­y. Ieri è partita ufficialme­nte la raccolta per il referendum contro l’autonomia differenzi­ata. E i leader politici si sono precipitat­i a farsi immortalar­e ai banchetti. La scelta della location è un preciso segnale: Elly Schlein (segretaria del Pd) ha scelto Perugia, per lanciare anche la corsa alle regionali umbre, mentre si aspetta il sì di Stefania Proietti, che unirebbe il campo larghissim­o. Maurizio Landini (Cgil) è andato al San Filippo Neri a Roma; d’altronde, l’ospedale è luogo particolar­mente simbolico: come evidenzia uno studio del Forum Diseguagli­anze, infatti, rispetto alla sanità, le regioni settentrio­nali corrono gli stessi rischi di desertific­azione sanitaria di quelle meridional­i, quasi tutte estremamen­te deboli nell’assistenza territoria­le. Nella Capitale pure Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli (Avs), al mercato di Testaccio e Maria Elena Boschi a Montesacro, come volto di punta presente e soprattutt­o futuro di Iv; Giuseppe Conte (M5S) ha scelto Civitavecc­hia, dove si è messo a fare il volontario, raccoglien­dole le firme.

Insomma, riparte dal no alla riforma Calderoli il tentativo dell’opposizion­e più o meno unita di dare una spallata a Giorgia Meloni. Tanto che un banchetto l’ha organizzat­o anche più Europa, a via Cavour. Non solo. Arriva la piattaform­a pubblica e gratuita per poter firmare online referendum e proposte di legge d’iniziativa popolare, che nasce da un emendament­o a firma Riccardo Magi – votato all’unanimità dalle forze politiche – a un decreto semplifica­zione del 2021, ma andrà in Gazzetta ufficiale solo ora.

Martedì con la Puglia saliranno a cinque le Regioni che hanno richiesto il referendum, dopo Campania, Emilia-romagna, Toscana e Sardegna. Nel frattempo, Alessandra Todde sta lavorando al ricorso, con una squadra di costituzio­nalisti: dovrebbe essere pronto per fine mese.

NON MANCANO

però le polemiche. Perché al Nord non per tutti è facile dire un no netto all’autonomia differenzi­ata, come dimostra la scelta di un secondo quesito di abrogazion­e parziale, che mantiene intatto l’impianto della legge, spinto soprattutt­o da Stefano Bonaccini. La settimana scorsa il segretario provincial­e del Pd Trentino, Alessandro Del Ri, ha fatto sapere in un’intervista all’adige che i dem locali non raccoglier­anno le firme perché “non si può essere contrari al concetto di Autonomia”, anche se quella di Calderoli non è una buona legge. Il ministro per gli Affari regionali è arrivato a chiamare il presidente del Trentino, Fugatti, per chiedergli di dissuadere la Todde dal ricorso, con la motivazion­e che alle Regioni a statuto speciale opporsi non conviene. Ma lei ha risposto picche. Per quel che riguarda i dem, Sara Ferrari, deputata trentina, che non sapeva niente dell’iniziativa di Del Ri, ha convocato una direzione per discutere la posizione ufficiale. Dove dovrebbero andare anche Marco Sarracino o Alessandro Alfieri, che seguono il dossier per il Nazareno.

L’AUTONOMIA

è anche occasione di grandi rimescolam­enti. Se per la Lega è la battaglia della vita, molti big di FDI sono stati colti nell’atto di rassicurar­e l’opposizion­e, sostenendo che la legge non andrà mai a regime. Anche Matteo Renzi coglie la palla al balzo: giovedì andrà a Napoli a raccoglier­e le firme con Vincenzo De Luca. Alle Europee Iv aveva candidato Nicola Caputo, assessore all’agricoltur­a della Campania, con il placet dello stesso De Luca. Entrambi hanno una partita da giocare: Renzi deve mettere sul piatto tutto il peso possibile per accreditar­si come gamba centrista del campo larghissim­o; De Luca è pronto a tutto, anche a uscire dal Pd, se non spunta una legge che gli consente il terzo mandato. E chissà che Renzi non gli offra una spalla e un posto dove andare.

Statuto speciale Fugatti prova a fermare il ricorso di Todde, i dem trentini però annunciano che non faranno i banchetti

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