Venezia, Spa di Brugnaro: “Commistioni d’interessi”
I magistrati: “Anomalie nella gestione amministrativa, frequenti interferenze e campagna elettorale finanziata da sue società”
“Un’illegittimità abbastanza diffusa, soprattutto in settori chiave come l’urbanistica e l’edilizia e il settore delle gare ad evidenza pubblica. Settori nei quali le regole e la pratica della trasparenza effettiva e del perseguimento del vero interesse pubblico appaiono, non raramente, sacrificati in favore, di volta in volta, degli interessi particolari degli amministratori stessi o degli interessi di un ceto imprenditoriale avente rapporti privilegiati e occulti con gli amministratori”. È un quadro devastante quello che emerge dalla richiesta di misura cautelare dei pm veneziani sfociata nell’arresto per corruzione dell’ormai ex assessore Renato Boraso. Nella stessa inchiesta è solo iscritto, ma per fatti diversi, anche il sindaco Luigi Brugnaro accusato di concorso in corruzione. I pm hanno scritto la loro richiesta anche sulla base di una segnalazione della Finanza arrivata in Procura alla fine del 2021. Il documento sintetizzava “un vasto catalogo di anomalie rilevate nella gestione amministrativa del Comune di Venezia e nelle ripetute frequenti interferenze, commistioni con gli interessi economici delle molte società appartenenti al reticolo facente capo all’imprenditore Brugnaro”. La Finanza “ha riportato diverse vicende riguardanti la gestione amministrativa del comune di Venezia (...) nel corso degli ultimi sette anni, evidenziando ripetuti conflitti di interesse riguardanti le figure più elevate dell’amministrazione quali il sindaco e i suoi più elevati collaboratori (capo di gabinetto e vice capo di gabinetto), scelti questi tra i più intimi dipendenti delle imprese private gestite di fatto dal sindaco stesso, pur dopo la costituzione di un trust che avrebbe dovuto garantire la separatezza delle interessenze tra cosa pubblica e cosa privata”.
“I sintomi prodromici – continua la richiesta – si evidenziano già nella collocazione al vertice della macchina amministrativa comunale e di alcune partecipate comunali di dirigenti e amministratori prelevati dalle società private di proprietà di Brugnaro”. E così “le commistioni andavano a tradursi, non infrequentemente, nell’adozione di atti amministrativi aventi ricadute molto favorevoli in favore delle società del Brugnaro, o di privati, tributari in favore di queste società in forma di elargizioni economiche o sponsorizzazioni”.
È IN QUESTO frangente che gli uomini della Finanza hanno acceso i fari anche sul blind trust, l’istituto creato da Brugaro nel 2017 e che raccoglieva le sue vecchie società, dalle quali si era dimesso con la nomina a sindaco. Blind trust che per Brugnaro bastava per mettere a tacere le polemiche di quanti lo accusavano di conflitto di interesse. Eppure per la Finanza tanto trasparente non è. Scrivono i pm: “La Finanza ha analizzato gli atti costitutivi del Brugnaro Blind Trust (…) rilevandone l’assenza di una reale autonomia gestionale e ipotizzando la persistente riconducibilità diretta al Brugnaro della gestione della Lb Holding spa (capogruppo del reticolo societario)”. La dimostrazione di questa ingerenza “verrebbe – proseguono i magistrati – anche dal flusso di finanziamento in favore del candidato sindaco Brugnaro durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative 2020. Finanziamenti provenienti dalle società Umana spa e Consorzio Produzione e Sviluppo Nord Est (controllate da Lb Holding) e indirizzati alle associazioni ‘Venezia 20-25’, mandatario elettorale per le elezioni 2020 e ‘Un’impresa comune’, mandatario per le elezioni 2015 ma comunque utilizzato per pagamenti di spese elettorali per le amministrative 2020”.
Per i magistrati veneziani dunque quello creato è un “reticolo societario riconducibile direttamente a Brugnaro (attraverso la capofila ‘Lb Holding Spa’) e oggi apparentemente controllato dal trust di diritto statunitense ‘Brugnaro Blind Trust' ma la cui gestione appare ancora saldamente in mano al conferente trust”.
Ma come è formato il trust di
Brugnaro? “‘Brugnaro blind trust’ con trustee Ivan Anthony Sacks” (avvocato americano) controlla le quote della capogruppo “Lb Holding Spa” a sua volta controllante le società: Umana Holdig Spa, Everap Spa, Veneto Immobiliare srl, Umana Spa e Attiva Spa.
IL BLIND TRUST? “COMANDA IL SINDACO”
I PM
non hanno dubbi: “Da quanto emerso dall’attività di indagine emerge in modo evidente come il Disponente Brugnaro non abbia in realtà dismesso la propria partecipazione”. Questo per due motivi: 1) “In quanto è stata prevista la continuazione del beneficio dei redditi del fondo in capo al Disponente”; 2) “La nomina di soggetti a lui vicini, che dunque non godono dell’autonomia che dovrebbero avere.” Soggetti nominati e che per i pm risultano “privi di autonomia ed indipendenza per portare a compimento quello che è il programma scritto nell’atto costitutivo”. Secondo la ricostruzione, questi “sono stati nominati direttamente in sede di atto costitutivo del ‘Brugnaro Blind Trust’, quali persone di fiducia dello stesso Brugnaro. Costoro, infatti, rivestono e/o hanno rivestito ruoli di vertice nelle società facenti parte del gruppo o prestano attività di consulenza per le società del gruppo”. Alcuni, ad esempio, avevano lavorato per la Umana Spa.
Rispetto a questo quadro quindi i pm concludono: “Per come è stato costruito (...) il Brugnaro Blind Trust non avrebbe mai e poi mai potuto conseguire il fine per il quale era stato costituito, ossia la rimozione del conflitto di interessi”. L’opposto di quanto sostenuto in questi anni dal sindaco di Venezia.