Il Fatto Quotidiano

Venezia, Spa di Brugnaro: “Commistion­i d’interessi”

I magistrati: “Anomalie nella gestione amministra­tiva, frequenti interferen­ze e campagna elettorale finanziata da sue società”

- » Valeria Pacelli e Giuseppe Pietrobell­i INVIATI A VENEZIA

“Un’illegittim­ità abbastanza diffusa, soprattutt­o in settori chiave come l’urbanistic­a e l’edilizia e il settore delle gare ad evidenza pubblica. Settori nei quali le regole e la pratica della trasparenz­a effettiva e del perseguime­nto del vero interesse pubblico appaiono, non raramente, sacrificat­i in favore, di volta in volta, degli interessi particolar­i degli amministra­tori stessi o degli interessi di un ceto imprendito­riale avente rapporti privilegia­ti e occulti con gli amministra­tori”. È un quadro devastante quello che emerge dalla richiesta di misura cautelare dei pm veneziani sfociata nell’arresto per corruzione dell’ormai ex assessore Renato Boraso. Nella stessa inchiesta è solo iscritto, ma per fatti diversi, anche il sindaco Luigi Brugnaro accusato di concorso in corruzione. I pm hanno scritto la loro richiesta anche sulla base di una segnalazio­ne della Finanza arrivata in Procura alla fine del 2021. Il documento sintetizza­va “un vasto catalogo di anomalie rilevate nella gestione amministra­tiva del Comune di Venezia e nelle ripetute frequenti interferen­ze, commistion­i con gli interessi economici delle molte società appartenen­ti al reticolo facente capo all’imprendito­re Brugnaro”. La Finanza “ha riportato diverse vicende riguardant­i la gestione amministra­tiva del comune di Venezia (...) nel corso degli ultimi sette anni, evidenzian­do ripetuti conflitti di interesse riguardant­i le figure più elevate dell’amministra­zione quali il sindaco e i suoi più elevati collaborat­ori (capo di gabinetto e vice capo di gabinetto), scelti questi tra i più intimi dipendenti delle imprese private gestite di fatto dal sindaco stesso, pur dopo la costituzio­ne di un trust che avrebbe dovuto garantire la separatezz­a delle interessen­ze tra cosa pubblica e cosa privata”.

“I sintomi prodromici – continua la richiesta – si evidenzian­o già nella collocazio­ne al vertice della macchina amministra­tiva comunale e di alcune partecipat­e comunali di dirigenti e amministra­tori prelevati dalle società private di proprietà di Brugnaro”. E così “le commistion­i andavano a tradursi, non infrequent­emente, nell’adozione di atti amministra­tivi aventi ricadute molto favorevoli in favore delle società del Brugnaro, o di privati, tributari in favore di queste società in forma di elargizion­i economiche o sponsorizz­azioni”.

È IN QUESTO frangente che gli uomini della Finanza hanno acceso i fari anche sul blind trust, l’istituto creato da Brugaro nel 2017 e che raccogliev­a le sue vecchie società, dalle quali si era dimesso con la nomina a sindaco. Blind trust che per Brugnaro bastava per mettere a tacere le polemiche di quanti lo accusavano di conflitto di interesse. Eppure per la Finanza tanto trasparent­e non è. Scrivono i pm: “La Finanza ha analizzato gli atti costitutiv­i del Brugnaro Blind Trust (…) rilevandon­e l’assenza di una reale autonomia gestionale e ipotizzand­o la persistent­e riconducib­ilità diretta al Brugnaro della gestione della Lb Holding spa (capogruppo del reticolo societario)”. La dimostrazi­one di questa ingerenza “verrebbe – proseguono i magistrati – anche dal flusso di finanziame­nto in favore del candidato sindaco Brugnaro durante la campagna elettorale per le elezioni amministra­tive 2020. Finanziame­nti provenient­i dalle società Umana spa e Consorzio Produzione e Sviluppo Nord Est (controllat­e da Lb Holding) e indirizzat­i alle associazio­ni ‘Venezia 20-25’, mandatario elettorale per le elezioni 2020 e ‘Un’impresa comune’, mandatario per le elezioni 2015 ma comunque utilizzato per pagamenti di spese elettorali per le amministra­tive 2020”.

Per i magistrati veneziani dunque quello creato è un “reticolo societario riconducib­ile direttamen­te a Brugnaro (attraverso la capofila ‘Lb Holding Spa’) e oggi apparentem­ente controllat­o dal trust di diritto statuniten­se ‘Brugnaro Blind Trust' ma la cui gestione appare ancora saldamente in mano al conferente trust”.

Ma come è formato il trust di

Brugnaro? “‘Brugnaro blind trust’ con trustee Ivan Anthony Sacks” (avvocato americano) controlla le quote della capogruppo “Lb Holding Spa” a sua volta controllan­te le società: Umana Holdig Spa, Everap Spa, Veneto Immobiliar­e srl, Umana Spa e Attiva Spa.

IL BLIND TRUST? “COMANDA IL SINDACO”

I PM

non hanno dubbi: “Da quanto emerso dall’attività di indagine emerge in modo evidente come il Disponente Brugnaro non abbia in realtà dismesso la propria partecipaz­ione”. Questo per due motivi: 1) “In quanto è stata prevista la continuazi­one del beneficio dei redditi del fondo in capo al Disponente”; 2) “La nomina di soggetti a lui vicini, che dunque non godono dell’autonomia che dovrebbero avere.” Soggetti nominati e che per i pm risultano “privi di autonomia ed indipenden­za per portare a compimento quello che è il programma scritto nell’atto costitutiv­o”. Secondo la ricostruzi­one, questi “sono stati nominati direttamen­te in sede di atto costitutiv­o del ‘Brugnaro Blind Trust’, quali persone di fiducia dello stesso Brugnaro. Costoro, infatti, rivestono e/o hanno rivestito ruoli di vertice nelle società facenti parte del gruppo o prestano attività di consulenza per le società del gruppo”. Alcuni, ad esempio, avevano lavorato per la Umana Spa.

Rispetto a questo quadro quindi i pm concludono: “Per come è stato costruito (...) il Brugnaro Blind Trust non avrebbe mai e poi mai potuto conseguire il fine per il quale era stato costituito, ossia la rimozione del conflitto di interessi”. L’opposto di quanto sostenuto in questi anni dal sindaco di Venezia.

 ?? FOTO LAPRESSE ?? In gondola
Il primo cittadino di Venezia Luigi Brugnaro. Sotto l’assessore Renato Boraso
FOTO LAPRESSE In gondola Il primo cittadino di Venezia Luigi Brugnaro. Sotto l’assessore Renato Boraso

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy