Scherma, federazione inerte dopo violenza all’uzbeca: “Messa in hotel con gli indagati”
Quasi un anno dalla denuncia di violenza: se da un lato la giustizia penale sta facendo il suo corso con le indagini, dall’altro quella sportiva non si muove, neanche negli ambiti in cui potrebbe farlo. al punto che la giovane denunciante si è anche trovata a condividere una stanza nello stesso hotel dei ragazzi denunciati. “La giustizia sportiva non può attendere i tempi della giustizia penale per intervenire. La mia assistita si è sentita isolata, emarginata come se avesse fatto una cosa che non avrebbe dovuto. Vogliamo abbattere questo muro di silenzio” ha detto ieri l’avvocato Luciano Guidarelli, che assiste l’atleta uzbeka di scherma che ha denunciato una violenza sessuale di gruppo tra il 4 e 5 agosto 2023, quando era minorenne, da due atleti della Federscherma (Fis) durante un ritiro a Chianciano Terme e su cui è aperta un’inchiesta in procura a Siena. I due schermidori sono indagati per l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Ma nulla pare si sia mosso, invece, sul fronte sportivo dove si sarebbe potuto forse aprire almeno una indagine disciplinare. Così, l’avvocato ha deciso di presentare un esposto alla procura federale della Federscherma e al procuratore generale dello Sport, Ugo Taucer, “affinché vengano utilizzati gli strumenti a disposizione per adottare provvedimenti”. A supportare l’azione c’è anche l’associazione “Change the Game” che ora parla anche del, frequente, rischio di vittimizzazione secondaria. “Solo uno degli schermidori si è autosospeso e per una sola gara. La procura sportiva eserciti il proprio ruolo”. Tra i rilievi, il fatto che la stessa Federscherma si è data delle regole molto precise per la tutela dei minorenni e degli atleti. “Occorre accertare nella giustizia sportiva le responsabilità disciplinari e vanno applicate”. Secondo l’avvocato, l’atleta non sarebbe mai stata ascoltata sentita in sede sportiva e a nulla sono serviti i miei solleciti. “È accaduto anche che, a pochi mesi dai fatti durante le gare a Istanbul, nello stesso albergo, c'era uno dei ragazzi accusati. La madre di lei ha dovuto cambiare hotel”. Il punto, insomma, è che parallelamente alle indagini penali servirebbe quella disciplinare per verificare, ed eventualmente sanzionare, pratiche non adatte o contrarie alle regole di comportamento previste proprio dalla Fis, tanto più considerando il ruolo delle sostanze stupefacenti e dell’alcol di cui si è parlato sin dai primi momenti dell’indagine.