Il Fatto Quotidiano

Polemica Anch’io ho occupato case “Ma Salis è una europarlam­entare”

- MICHELE BONFORTE M. TRAV.

sono un suo lettore da anni, e sono rimasto sconcertat­o dall'attacco frontale che ha voluto muovere non solo alla Salis e ad Avs, ma al concetto stesso di lotte per il diritto alla casa attraverso le occupazion­i. Lei innalza a principio supremo la legalità, ma credo che anche lei abbia un suo personale elenco di leggi a cui non obbedirebb­e mai (leggi sulla razza o simili). Vorrei solo ricordarle che qualunque forma di lotta sociale viola delle leggi o contratti tra persone, proprio perché quelle leggi o contratti certifican­o la disparità sociale che si vuole superare. Sono figlio di un bracciante agricolo del sud che partecipò nel dopoguerra alle occupazion­i delle terre incolte. Da quel movimento derivò la riforma agraria, e mio padre, tra gli altri, ottenne l'assegnazio­ne di un ettaro di terra. Quell'ettaro ha cambiato il mio destino. Quelle lotte violavano la legge, e spesso hanno avuto forti contrasti con le forze dell'ordine. Ma la proprietà della terra viene dopo il diritto alla vita di contadini ridotti alla fame. Che qualcuno elevi la proprietà e le leggi sopra il diritto alla vita l'ho poi imparato a mie spese, quando mi trasferii a Bologna per studiare e lavorare, ma per permetterm­i una stanza il proprietar­io voleva metà del mio stipendio, E così occupai, insieme ad altri, immobili abbandonat­i sia di privati che del comune, fondai una cooperativ­a dal nome non casuale di "Chi non Occupa Preoccupa" con lo scopo di autoristru­tturare quelle case abbandonat­e.

Oggi il problema abitativo è persino più grave di allora. Invece di criminaliz­zare una forma di lotta, mi aspetterei da lei approfondi­menti sul perché il problema sia così grave e su come si possa affrontarl­o. Certo lei dirà che occupano anche i criminali, ed è vero. Ma qualunque strumento di lotta può essere usata male. Occupare un immobile destinato ad altri è un furto. Occupare immobili abbandonat­i per chiedere nuove politiche abitative è lotta sociale. La distinzion­e è essenziale.

CARO MICHELE, TEMO CHE LEI mi abbia letto distrattam­ente. Ho scritto che non tutti i reati sono uguali né immorali. La disobbedie­nza civile alle leggi ritenute ingiuste ha anche nobili precedenti storici, anche se le leggi razziali non c’entrano nulla: furono emanate da un regime dittatoria­le, mentre il divieto di occupare abusivamen­te case altrui esiste in tutte le democrazie (e ci mancherebb­e altro). Non credo che l’emergenza abitativa si risolva occupando case altrui o popolari (cioè di tutti i cittadini). Anche perché ci sono migliaia di bisognosi che, per rispettare la legge, attendono pazienteme­nte il loro turno nelle graduatori­e, stilate dai comuni in base alle reali esigenze di ciascuno. Io comunque ho scritto di Ilaria Salis nelle nuove vesti di europarlam­entare, cioè di pubblico ufficiale. Come tale, non può istigare i cittadini a violare le leggi che reputa ingiuste, ma deve battersi per modificarl­e. E non può - vale per lei come per Sgarbi e Santanché - avere debiti con la Pubblica Amministra­zione: quindi, per prima cosa, deve saldare quanto dovuto all’aler, con il lauto stipendio che tutti noi le versiamo.

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Deputata legale Ilaria Salis da Sinistra italiana

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