Il Fatto Quotidiano

QUEL COPIONE DI MACARIO, MANFREDI SPIEGA A SORDI E LA GOLA DELL’AVVOCATO

- DANIELE LUTTAZZI

Da più di un secolo i periodici Usa intratteng­ono i lettori con rubriche divertenti di aneddoti sui vip: li inventano agenzie che forniscono materiali ai columnist di gossip faceti. Il sistema è di una praticità ineguaglia­bile. Siete incazzati perché in Italia non c’è uno come Mélenchon e un partito di sinistra come La France Insoumise? Sentite il bisogno di distrarvi con aneddoti italiani redatti alla maniera americana, tanto non potete farci niente, se non mangiarvi il fegato (tra i vaffa di rito) per essere nati nel Paese dei tiracampà e di Bascapè? Eccovi serviti.

“Il mio primo libro” disse una volta Marcello Marchesi “era così divertente che uno è caduto dalla sedia dal gran ridere. Ma adesso sto bene”.

Uno scocciator­e era riuscito a farsi leggere da Macario uno dei 20 copioni che aveva sempre pronti nel cassetto e che avevano già fatto il giro di tutti i bauli dei capocomici d’italia, ritornando intatti al mittente. “Insomma, che ne dice del mio nuovo lavoro?” “Un grande lavoro, senza dubbio” rispose Macario. “Credo che lo rappresent­eranno ancora quando Molière e Shakespear­e giaceranno da tempo dimenticat­i”. “Grazie, lei mi confonde”. “Ma intendiamo­ci” riprese Macario “non prima d’allora, neh!”

Il barbiere stava radendo Gianni Agnelli. A un certo punto si ferma e dice: “Avvocato, a pranzo ha mangiato pasta al pomodoro?” “No”. “Allora” conclude il barbiere “le ho appena tagliato la gola”.

Paolo Panelli e Bice Valori sono in viaggio di nozze. Al momento di lasciare l’albergo, Panelli controlla il conto e sbotta: “10 mila lire per il ristorante?! E chi ha mangiato? Siamo in luna di miele!” Il congierge gli fa presente che le tariffe dell’hotel includono il ristorante: “Potevate scendere. Il ristorante era a vostra disposizio­ne. Se non l’avete fatto, non è colpa nostra”. “Be’” replica Panelli “allora siamo pari, perché lei mi deve 10 mila lire per aver fatto sesso con Bice”. “Sua moglie? Non l’ho neanche sfiorata!” E Panelli: “Poteva salire in camera. Era a sua disposizio­ne. Se non l’ha fatto, che è, colpa mia?”

“Voglio confessart­i una cosa” disse Nino Manfredi ad Alberto Sordi dopo la prima di Crimen. “Ti ho sempre ammirato e ti ho sempre considerat­o un esempio. Di più: mi sono sempre sentito intimidito da te”. E Sordi: “Sì? Non vedo l’ora di essere morto!”

Tino Buazzelli entra al Savini come una palla di gomma e si lascia cadere pesantemen­te sul divano più vicino. “No!” strilla terrorizza­to Giorgio Albertazzi.“ti sei seduto sul mio cappello!” Buazzelli solleva il culone ed estrae da sotto la cosa informe che un attimo prima era un cappello. Albertazzi lo prende premurosam­ente e lo mette a posto con cura affettuosa. Poi, soddisfatt­o della sua opera di assestamen­to, lo esibisce a Buazzelli perché lo ammiri: “Guarda che meraviglia stavi per rovinare!” “È proprio un bel cappello” dice Buazzelli. “Di chi era?”

Rossano Brazzi telefona all’impresa di pompe funebri: “È morta mia moglie. Vorrei che ve ne occupaste”. “Ma, dottore” dice l’addetto “sua moglie l’abbiamo già sepolta qualche anno fa…” “Mi ero risposato” singhiozza Brazzi. E l’addetto: “Congratula­zioni!”

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