Ciucci e quel viadotto crollato: “Era chiuso...” Anas disse il contrario
“Il tratto Scorciavacche doveva aprire a marzo, ma è stato anticipato al 23 dicembre. L’opera era completata e la fruibilità in via di cantiere, si è trattato di un’apertura provvisoria al traffico per il flusso del passaggio degli utenti. Non c’era motivo per non farlo”. Per l’ex presidente Anas, Pietro Ciucci, oggi amministratore delegato della Stretto di Messina – la società pubblica che deve realizzare l’opera – non c’erano problemi per aprire il viadotto “Scorciavacche”, consegnato tre mesi prima della data prevista. È stato lo stesso manager a spiegarlo ieri in aula al processo che si celebra a Palermo e lo vede imputato per induzione a dare o promettere utilità. Quel viadotto fu progettato per l’ammodernamento della Palermo-agrigento ed è collassato una settimana dopo l’inaugurazione senza collaudo, il 30 dicembre del 2014.
LA VICENDA
giudiziaria è stata lunga lunga e tormentata. Inizia alla procura di Termini Imerese con 30 indagati, ma solo in 13 finiranno a processo. Alcuni anni si perdono per il contenzioso sulla competenza territoriale tra Termini, Palermo e Roma, definita solo dalla Cassazione a maggio 2021. Nel frattempo la prescrizione fa uscire dal processo dieci imputati, lasciando nel capoluogo siciliano solo Ciucci e i manager Stefano Liani e Michele Vigna. Ma il prossimo anno potrebbe finire tutto prescritto.
Quello di “Scorciavacche” è uno dei tre viadotti caduti durante la gestione Ciucci in Anas. A marzo 2015 cede la strada statale sarda 554 bis, e il mese successivo il pilone del viadotto Himera II sulla Palermo-catania. Gli eventi spingono Ciucci a dimettersi. Ma a giugno 2023 Matteo Salvini l’ha richiamato a guidare la concessionaria che deve realizzare il ponte di Messina, dove è stato per quasi un decennio durante i governi Berlusconi, divenendo il vero padre dell’opera.
Il viadotto Scorciavacche, costruito dalla Bolognetta scpa, raggruppamento di Cmc di Ravenna, Tecnis di Catania e Ccc di Bologna, sarebbe stato realizzato su un terreno instabile, elemento a conoscenza sia di Anas che di Bolognetta. La commissione di collaudo si dimette a novembre 2014 e il mese successivo (5 dicembre) il presidente Ciucci nomina i tre nuovi componenti. Il viadotto apre il 23 dicembre, ma fino a quella data la commissione non si è ancora insediata. Secondo l’accusa, sostenuta dal pm Giovanni Antoci, “non sussisteva alcuna necessità e urgenza che imponesse un’apertura anticipata del traffico veicolare”, che però sarebbe stata legata al “raggiungimento di un risultato da sfruttare per mero tornaconto personale”. In sintesi, avrebbe permesso ai manager di Anas di raggiungere gli obiettivi aziendali e possibili premi. Tesi negata dalle difese.
In aula ieri a Palermo, Ciucci ha spiegato che si trattava di un’apertura “in via di cantiere”, e che il tratto è “rimasto nella custodia della contraente generale, per la manutenzione”. E qui c’è il secondo nodo da sciogliere, se si trattava solo di una semplice apertura provvisoria, come spiega Ciucci, perché Anas scrive un comunicato stampa con le dichiarazioni del presidente? “È uno dei 3 mila comunicati che facciamo agli utenti – dice Ciucci ai giudici – in cui si specificava una deviazione del traffico, riporta anche una mia dichiarazione in cui sottolineo un piccolo risultato e dell’intervento strategico dell’itinerario da Palermo ad Agrigento. Nel comunicato c’è un po’ di enfasi”.
CHE ALL’INTERNO
di Anas venissero esaltate le gesta di Ciucci, lo spiega anche l’ex manager Oreste De Grossi, ascoltato come testimone a processo: “La direzione comunicazione all’inizio dell’anno faceva un programma delle inaugurazioni. Attività che aveva l’obiettivo di mettere in risalto i vertici Anas e il presidente Ciucci. A Ciucci faceva piacere mettersi in mostra. Era un modo per alimentare il culto di Ciucci”.
Invece sul crollo del viadotto, Ciucci precisa: “Quando ho appreso che c’erano stati dei problemi, il 30 dicembre abbiamo chiuso il tratto. Il cedimento si è concretizzato nei primi giorni del 2015”. Qualcosa, però, non torna. Il giorno in cui il viadotto è collassato, Anas scriveva: “Per fortuna nessun veicolo transitava lì quando è avvenuto il collasso dell’arteria”. Quindi il tratto era aperto al transito e non chiuso, come invece sostiene Ciucci. Che oggi guida la società che deve realizzare la più costosa e complessa opera pubblica mai pensata in Italia.