Anac ci riprova: “Sul Ponte altro regalo al costruttore”
Era già chiaro dai testi, ma ora anche l’anac lo conferma: sul Ponte di Messina, il ministero della Infrastrutture ha fatto di nuovo approvare norme a solo vantaggio del costruttore, il consorzio Eurolink guidato dal colosso Webuild. L’allarme, o meglio l’appello al governo a tornare indietro, l’ha lanciato ieri il presidente dell’autorità anticorruzione Giuseppe Busia in audizione alle Camere sul Decreto Infrastrutture. Nel testo Matteo Salvini ha infilato un articolo dedicato alla maxiopera da 15 miliardi e il cui iter di approvazione è in stallo dopo le integrazioni chieste dal ministero dell’ambiente.
LA PRIMA CONTESTAZIONE
riguarda la possibilità di approvare il progetto esecutivo per “fasi costruttive”, invece che tutto insieme. Una trovata di Pietro Ciucci, ad della Stretto di Messina e vera mente, insieme al gran capo di Webuild Pietro Salini, della rinascita della maxiopera. Per Busia il progetto va approvato “in modo unitario, senza spezzettarlo”, scelta che sarebbe “estremamente rischiosa”, e “senza avviare i lavori prima di avere un quadro complessivo dell’opera. Altrimenti la parte pubblica finirebbe per prendere su di sé rischi che non le competono e i costi potrebbero aumentare”, violando peraltro le norme Ue. Il fatto che il presidente Anac senta di spiegare una cosa tanto banale illumina il disastro che si sta pianificando. Per Busia, procedere così renderebbe difficile avere anche contezza “dell’effettiva realizzabilità dell’opera”, facendo salire i costi e “il rischio di varianti”. Come
ha già raccontato il Fatto, l’idea di Ciucci, ammesso si arrivi ad approvare il progetto definitivo, è di sottoporre subito il progetto esecutivo delle “opere anticipate” necessarie al cantiere. Poi si procederà con strade e ferrovie di raccordo. Va ricordato che le sole opere a terra, comprese le fondamenta dei piloni, sono stimate in 7 miliardi (la progettazione, da decine di milioni, è affidata a Proger, vero salottino del settore, legato a Webuild).
Busia ha poi contestato la norma che estromette il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipess) e il Consiglio di Stato dall’iter di approvazione del nuovo contratto con Eurolink, che dovrà contenere le penali per il costruttore: se la vedranno il ministero di Salvini e il Tesoro. Una scelta incomprensibile, come l’esclusione della Corte dei Conti dal procedimento di “asseverazione dell’importo aggiornato” del costo dell’opera. Ciucci ha respinto le critiche, ma per M5S, Pd e Avs si tratta di “una pietra tombale” sul progetto. Già a marzo 2023 Anac aveva bollato come un regalo a Webuild il decreto con sui Salvini ha ripristinato l’opera. Ora il bis.