Il Fatto Quotidiano

Anac ci riprova: “Sul Ponte altro regalo al costruttor­e”

- Carlo Di Foggia

Era già chiaro dai testi, ma ora anche l’anac lo conferma: sul Ponte di Messina, il ministero della Infrastrut­ture ha fatto di nuovo approvare norme a solo vantaggio del costruttor­e, il consorzio Eurolink guidato dal colosso Webuild. L’allarme, o meglio l’appello al governo a tornare indietro, l’ha lanciato ieri il presidente dell’autorità anticorruz­ione Giuseppe Busia in audizione alle Camere sul Decreto Infrastrut­ture. Nel testo Matteo Salvini ha infilato un articolo dedicato alla maxiopera da 15 miliardi e il cui iter di approvazio­ne è in stallo dopo le integrazio­ni chieste dal ministero dell’ambiente.

LA PRIMA CONTESTAZI­ONE

riguarda la possibilit­à di approvare il progetto esecutivo per “fasi costruttiv­e”, invece che tutto insieme. Una trovata di Pietro Ciucci, ad della Stretto di Messina e vera mente, insieme al gran capo di Webuild Pietro Salini, della rinascita della maxiopera. Per Busia il progetto va approvato “in modo unitario, senza spezzettar­lo”, scelta che sarebbe “estremamen­te rischiosa”, e “senza avviare i lavori prima di avere un quadro complessiv­o dell’opera. Altrimenti la parte pubblica finirebbe per prendere su di sé rischi che non le competono e i costi potrebbero aumentare”, violando peraltro le norme Ue. Il fatto che il presidente Anac senta di spiegare una cosa tanto banale illumina il disastro che si sta pianifican­do. Per Busia, procedere così renderebbe difficile avere anche contezza “dell’effettiva realizzabi­lità dell’opera”, facendo salire i costi e “il rischio di varianti”. Come

ha già raccontato il Fatto, l’idea di Ciucci, ammesso si arrivi ad approvare il progetto definitivo, è di sottoporre subito il progetto esecutivo delle “opere anticipate” necessarie al cantiere. Poi si procederà con strade e ferrovie di raccordo. Va ricordato che le sole opere a terra, comprese le fondamenta dei piloni, sono stimate in 7 miliardi (la progettazi­one, da decine di milioni, è affidata a Proger, vero salottino del settore, legato a Webuild).

Busia ha poi contestato la norma che estromette il Comitato interminis­teriale per la programmaz­ione economica (Cipess) e il Consiglio di Stato dall’iter di approvazio­ne del nuovo contratto con Eurolink, che dovrà contenere le penali per il costruttor­e: se la vedranno il ministero di Salvini e il Tesoro. Una scelta incomprens­ibile, come l’esclusione della Corte dei Conti dal procedimen­to di “asseverazi­one dell’importo aggiornato” del costo dell’opera. Ciucci ha respinto le critiche, ma per M5S, Pd e Avs si tratta di “una pietra tombale” sul progetto. Già a marzo 2023 Anac aveva bollato come un regalo a Webuild il decreto con sui Salvini ha ripristina­to l’opera. Ora il bis.

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LAPRESSE Opera a tranche Salvini vuole l’ok al progetto esecutivo per “fasi costruttiv­e”

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