Biden cocciuto: “Sfiduciatemi alla Convention”
“C’è chi chiede anche le dimissioni subito dalla Casa Bianca”
Nel Partito democratico, e tra i donatori, cresce la fronda anti Biden, ma gli stessi frondisti prendono tempo per non azzopparlo nel bel mezzo del vertice Nato che comincia oggi a Washington e per studiare una exit strategy che non divida maggiorenti e delegati tra chi punta tutto e subito su Kamala Harris e chi preferisce invece mini primarie per selezionare candidati alla convention di Chicago, a casa Obama, a metà agosto.
Un “limbo” o un “purgatorio”, lo definisce qualcuno. Ma per Biden potrebbe diventare un inferno se qualcosa dovesse andare storto anche nel summit dell’alleanza, un vero e proprio tour de force tra cerimonie, una cena alla Casa Bianca, lavori istituzionali, bilaterali (anche con Volodymr Zelensky) e – soprattutto – la temutissima conferenza stampa finale, dove rischia il tiro al bersaglio. Tre giorni in cui tutti gli occhi e le telecamere saranno puntate su di lui, pronti a scrutare ogni gesto, il tono della voce, i suoi riflessi, col rischio di oscurare in parte quel vertice dove anche tra i suoi alleati serpeggiano timori sulla sua salute e sul futuro del sostegno a Kiev.
MA CHE L’ASSEDIO DEM all’inquilino della Casa Bianca si stia facendo più pressante è testimoniato dal fatto che per la prima volta lo stesso Biden alza la testa contro i suoi stessi democratici: “Sono frustrato dalle élite del partito”, ha detto a Msnbc .A chi lo invita a lasciare il presidente ora ribatte: “Sfidatemi alla convention”. E nel corso di un evento di campagna elettorale in North Carolina è intervenuta anche la moglie Jill: “Joe ha detto di essere in corsa. Questa è la decisione che ha preso e, proprio come lui ha sempre sostenuto la mia carriera, io sostengo la sua e sono d’accordo”. Intanto a un incontro a virtuale con donatori democratici, lo stesso Biden ha detto di aver finito di parlare del dibattito e che intende concentrarsi su Donald Trump e sull’agenda da portare avanti. Notando come l’ex presidente è solo tre anni più giovane di lui, Biden ha ribadito anche ai donatori che non ha intenzione di andare da nessuna parte e che batterà Trump.
Eppure quella in corso è una settimana difficile e cruciale per Joe Biden e il suo staff. Una settimana “atroce”, la definisce il sito Axios. “Disagio” è la parola scelta da una fonte della Cnn per descrivere l’umore di questi giorni. Tra chi esorta il presidente ad abbandonare la corsa in vista dell’election day di novembre, tra chi – proprio fra i donatori – minaccia di chiudere i rubinetti e le voci sulle condizioni del presidente 81enne.
Fra gli osservatori, chi guarda alle prossime due settimane evidenzia come abbiano tutti gli ingredienti per avere conseguenze storiche. Dal vertice Nato a Washington che si apre oggi, appiunto, alla fine dell’attesa sul nome del running mate di Donald Trump, che punta a tornare alla Casa Bianca, forte del flop dell’81enne Biden al dibattito televisivo del 27 giugno. È quello il giorno in cui è iniziata la “battaglia” del presidente per la sua sopravvivenza politica.
C'è chi dice che sarà venerdì la giornata cruciale e Sky News azzarda, come “possibilità più drammatica” da non escludere tra ciò che potrebbe accadere in questo mese di luglio, per quanto possa sembrare “straordinario”, anche quella del ritiro di Biden dalla corsa alla presidenza e delle dimissioni da presidente degli Stati Uniti.
Un’opzione che porterebbe la vice presidente Kamala Harris alla presidenza e a diventare la candidata dem alle elezioni di novembre. Una possibilità sostenuta da valutazioni anche economiche perché i milioni di dollari di finanziamenti elettorali nelle casse dei dem sono destinati alla campagna Biden-harris e solo lei ha accesso automatico a questi fondi. Intanto, secondo responsabili della campagna elettorale del presidente, Biden ha avuto un fine settimana “positivo” lontano da Washington e a Philadelphia ha avuto più testimonianze di sostegno che di avversione.