Il Fatto Quotidiano

Così Macron punta a rimanere in sella col “grande centro”

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Né il Rassemblem­ent national (RN), il partito d’estrema destra di Marine Le Pen, punito al ballottagg­io delle Legislativ­e anticipate, dovendo abbandonar­e ogni pretesa sul futuro esecutivo di Parigi. Né La France Insoumise (LFI), il partito della sinistra radicale di Jean-luc Mélenchon, il più forte dell’alleanza delle sinistre del Nuovo Fronte Popolare (NFP), ora prima coalizione in Assemblea e che chiede di governare. È la tentazione del campo di Emmanuel Macron: costituire un’ampia coalizione di centro, che ruoti intorno al partito presidenzi­ale, e vada dai socialisti riformisti alla destra neo gollista, quella che non si è compromess­a con il RN, escludendo gli estremi. Ensemble, il movimento di Macron che, alla luce dei risultati del primo turno, sembrava destinato a scomparire, non solo ha sventato il crollo annunciato, ma si sta mobilitand­o per conservare il potere.

IL PROGETTO È CHIARO: trasformar­e la sconfitta in vittoria. “Il blocco centrista è vivo e resta imprescind­ibile”, avrebbe detto Macron domenica sera, rassicuran­do i suoi fedeli riuniti nel salone Murat dell’eliseo, come racconta Le Monde. Ma a Ensemble manca la maggioranz­a assoluta per governare da solo: servono almeno 289 seggi, sui 577. Yaël Braun-pivet, presidente dell’assemblea uscente, rieletta deputata, ha proposto di formare un “grande blocco centrale, repubblica­no, progressis­ta”. François Bayrou, leader del Modem, alleato di Macron, milita per una maggioranz­a di centro, escludendo gli estremi, compreso LFI: “È ancora possibile”, ha detto. I numeri ci sarebbero. Stando ai risultati definitivi, Ensemble potrebbe contare su

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