I soldi del Venezuela al M5S: una bufala basata su un falso
Il giornale spagnolo Abc parlò di 3,5 milioni di € finiti nelle tasche di Casaleggio Ieri la sentenza a Milano: il fondatore dei 5 Stelle fu diffamato. “Notizia senza riscontri”
Èil 17 giugno 2020 quando la Procura di Milano, sulla base di un articolo del quotidiano spagnolo Abc, apre un fascicolo contro ignoti. L’articolo racconta di una valigia con dentro 3,5 milioni di euro, provenienti da fondi segreti del governo venezuelano, inviata nel 2010, con l’ok dell’allora cancelliere Nicolas Maduro, al fondatore del Movimento 5 Stelle Gianroberto Casaleggio, morto nel 2016.
Il fascicolo giudiziario, si seppe un anno dopo, conteneva due titoli di reato: finanziamento illecito e riciclaggio. Unico indagato, per quel che risultava, l’allora console venezuelano a Milano che, secondo Abc, avrebbe ricevuto il denaro e fatto da tramite con il fondatore del M5S.
Dal giugno 2020 in poi, gran parte dei quotidiani, anche i più garantisti, sembrano non avere grandi dubbi. “Sospette tangenti. Cinque Stelle adiòs” titola in prima pagina il Giornale. Il direttore Alessandro Sallusti conclude il suo editoriale – intitolato “O ci hanno venduti o siamo sotto attacco” – con queste parole: “I casi sono quindi due. O Casaleggio e soci hanno provato a vendere l’italia a una dittatura sudamericana, o qualcuno sta usando i Cinque Stelle per mettere le mani sul nostro Paese. Entrambe le ipotesi sono di una gravità estrema, più che querele serve un’approfondita indagine”. Anche il Corsera dedica l’apertura alla notizia: “Giallo sui soldi ai 5 Stelle” e Massimo Franco, in prima pagina, da un lato “rispetta” la “smentita” del M5S, ma dall’altro rimarca “l’ambiguità politica” del grillismo “su quel regime”. “I soldi di Chávez. Conferme dal Venezuela: ‘Il regime pagò M5S’” titola Libero il 21 giugno 2020. L’anno seguente il Giornale torna sull’argomento: “Venezuela, ecco il dossier che incastra i 5 Stelle sui soldi avuti da Chávez” (30 ottobre 2021) e aggiunge:
“C’è la prova: le carte smentite dai 5S sono vere. Il console indagato è pronto a parlare con i pm”. Il Riformista il 20 ottobre 2021: “1 valigetta vale 1 valigetta. I soldi ai 5S li mandava Maduro. Va bene l’honestà (testuale, ndr), ma senza esagerare”.
Bene, due giorni fa, la Corte d’appello di Milano ha sentenziato che Casaleggio fu diffamato dall’articolo di Abc: la “notizia sulla valigia con 3,5 milioni era senza riscontri”. E ancora: la “notizia pubblicata presenta elementi”, tra cui la “consegna del denaro a Gianroberto Casaleggio”, non verificati
Campagna Condannata la società editrice del quotidiano madrileno In Italia la maggior parte dei media non ebbe alcun dubbio: i grillini avevano svenduto l’italia a Maduro
“con la conseguenza” che manca “il rispetto dei limiti di liceità dell’attività giornalistica” e della “verosimiglianza dei fatti riportati”. Casaleggio è stato “tacciato di un fatto grave, ossia di aver percepito milioni di euro provenienti dall’estero, ovviamente senza denunciarli al fisco”. Così la Corte d’appello ha confermato la condanna per la società editrice del quotidiano e per il giornalista a risarcire il figlio di Gianroberto, Davide Casaleggio, assistito dall’avvocato Francesco Mattioli. Alla base dell’articolo di Abc vi era una presunta nota dei servizi segreti venezuelani. In realtà, scrive la Corte d’appello di Milano, quel documento “è risultato falso” e riportava “esclusivamente il preteso invio della valigetta al console venezuelano a Milano”, che avrebbe fatto da tramite, stando all’articolo, con Casaleggio. Il giornalista “non ha indicato” alcun “nome che gli abbia confermato la circostanza della consegna del denaro, solo vaghe fonti anonime”, oltre al documento poi rivelatosi falso. Di più: nel novembre del 2021, i pm milanesi erano volati a Madrid proprio per ascoltare l’ex generale dei servizi segreti venezuelani Armando Carvajal, detto El Pollo, arrestato in Spagna e in attesa di essere estradato negli Usa con l’accusa di narcotraffico.
Gianroberto Casaleggio e Beppe Grillo nel 2013
Dal canto suo, ricostruisce la Corte d’appello, El Pollo ha “confermato di aver ricoperto il ruolo di direttore del controspionaggio militare del Venezuela dal 2004 al 2014”, confermando dal suo punto di vista “il finanziamento di partiti politici italiani vicini alla ideologia della sinistra venezuelana all’epoca al potere da parte del governo del Venezuela attraverso il trasferimento di danaro contante per via diplomatica al consolato di Milano”. Dopodiché ha spiegato “di non essere a conoscenza della gestione del denaro in Italia una volta arrivato al consolato”. Da qui la necessità da parte del giornalista di dover “indicare, e non è stato fatto, qualche elemento aggiuntivo per provare la pretesa consegna del denaro a Gianroberto Casaleggio”. Non solo, se da un lato la Procura “ha avuto modo di raccogliere ulteriori elementi che confermano la verosimiglianza dei fatti narrati nell’articolo, quantomeno per quanto riguarda l’interesse del governo chavista per il nascente Movimento 5 Stelle e la prassi di inviare denaro contante tramite valigia diplomatica”, dall’altro “nulla viene detto con riferimento al fatto specifico qui contestato della consegna del denaro a Gianroberto Casaleggio”. Sul fronte penale, per quel che risulta, il fascicolo resta aperto ma si avvia verso l’archiviazione. Dal canto suo Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto, ieri ha spiegato. “Dopo ‘soli’ 4 anni la Corte ha sancito in appello che mio padre è stato diffamato da morto. Ho portato avanti questa causa fino in fondo perché non voglio che neanche una macchia di fango rimanga su una persona che non può più difendersi. Mi è spiaciuto che il movimento da lui creato abbia deciso di non farlo. Spero che le testate che hanno pubblicato i 185 articoli ancora reperibili online che hanno rilanciato questa notizia in Italia abbiano il buon cuore di rettificarli se ancora avevano dubbi sulla questione”.