Il Fatto Quotidiano

Camorra, maxi-sequestro da 9 milioni Gratteri: “Grazie alle intercetta­zioni”

- VINCENZO IURILLO

ed ex assessore di Cogne, ha detto all’ansa che se non si riapre entro fine mese, “la stagione è compromess­a”. Da qui l’idea di Santanchè (“Cogne mette le ali”, il nome), accolta con sfottò dalle opposizion­i. Per ottenere il passaggio in elicottero, i turisti “dovranno fermarsi per 4 giorni in albergo o in seconda casa”. La ministra ha annunciato anche un fondo di 10 milioni per indennizza­re le strutture turistiche.

Come Nicola Gratteri ha ribadito nei giorni scorsi a Parma durante la rassegna “Dedalo”, intercetta­re non è un costo, ma al contrario è un ricavo per lo Stato. La conferma è arrivata ieri e proprio da Napoli: la Procura che il magistrato di origini calabresi guida da diversi mesi: un maxi sequestro da 4 milioni e 48 orologi di lusso del valore di 5 milioni, custoditi da esponenti del clan Contini e scovati in un bunker durante le perquisizi­oni che hanno accompagna­to gli arresti eseguiti l’altro ieri. Numeri snocciolat­i nel corso di una conferenza stampa, con proiezione del video che immortala l’impression­ante distesa di banconote fino a ieri nelle tasche della camorra e che “ora entrerà subito nel Fondo unico giustizia, nella disponibil­ità del ministero della Giustizia”, ha sottolinea­to Gratteri. Mentre gli orologi, stimati in 5 milioni “per difetto”, pezzi da collezione mai visti prima, insieme a un diamante da 10 carati e un accendino in oro con le iniziali del boss Patrizio Bosti, finiranno all’asta e frutterann­o altro denaro per le casse pubbliche.

Agli arresti e ai sequestri la Dda è arrivata infatti grazie a intercetta­zioni come quella tra il boss Patrizio Bosti

e il figlio Ettore: “Prima o poi si devono vendere, perché stanno finendo i soldi”. Si riferiva agli orologi. E alle capacità della camorra di fare affari. “Mi ha molto sorpreso questa camorra molto evoluta sul piano imprendito­riale, io non la conoscevo così bene”, le parole di Gratteri in un passaggio dell’incontro coi giornalist­i.

L’inchiesta alla quale hanno lavorato in sinergia Cacciatori di Calabria, Squadra Mobile, Carabinier­i e Finanza ha appurato che il 41 bis è una barca che fa acqua da tutte le parti. I vertici del clan riuscivano a comunicare con gli affiliati e a intimorire chi voleva pentirsi. “Dobbiamo domandarci chi ha ridotto il 41bis in queste condizioni, con maglie così larghe – si chiede Gratteri –, ci sono state circolari, direttive e modifiche nel corso degli anni che lo hanno ridotto in queste condizioni”. C’è un’altra intercetta­zione in cui Luca Esposito, genero del boss, si definisce “la gallina dalle uova d’oro”. Lui aveva il compito di riciclare i proventi del clan. Dopo una serie di minacce ha interrotto il suo percorso di collaboraz­ione con la giustizia.

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