Il Fatto Quotidiano

SE AVANZANO I NEOFASCISM­I L’EUROPA SI CHIEDA PERCHÉ

- ELENA BASILE

La Francia profonda, la Francia provincial­e e piccolo borghese, la Francia razzista dei No-where insorge e conquista il primo posto. L’ascesa dei cosiddetti populismi di destra non è una novità. È una tendenza consolidat­a delle democrazie affluenti. In Scandinavi, Germania, Olanda, ma anche nei Paesi mediterran­ei, dal fenomeno Meloni ad Alba Dorata in Grecia a Vox in Spagna, si assiste alla ribalta di movimenti che ripropongo­no miti razzisti, il valore particolar­istico contro l’umanesimo universali­sta. I partiti della destra radicale tuttavia danno rappresent­anza ai ceti penalizzat­i dalla globalizza­zione, alle classi svantaggia­te e ineducate, quelle che non prendono l’aereo per essere every where, appunto i “no where“.

Gli emarginati che un tempo votavano a sinistra insieme a una classe ormai scomparsa, il proletaria­to, come è scomparsa la manifattur­a, ora votano per un nuovo fascismo. Il blocco sociale della sinistra è scomparso. Prevale nella società del terziario il lavoro precario e dequalific­ato, cangiante anche geografica­mente nella società globale e incline a votare contro contro l’europa neoliberis­ta e illiberale - rispolvera­ndo antichi miti antisemiti. Naturalmen­te questi fenomeni che abbiamo già conosciuto e con cui conviviamo da anni sono dovuti anche alla cecità della classe dirigente europea che non è stata capace di un progetto alternativ­o. Il centrodest­ra e il centrosini­stra hanno fatto a gara a smantellar­e la solidariet­à, le politiche sociali e industrial­i, gli investimen­ti nei beni comuni. Hanno applicato politiche razziste contro i migranti. Hanno ucciso l’universali­smo umanista che era alla base dell’humus europeo e nasceva con la dichiarazi­one dei diritti universali. E hanno tradito i diritti umani con la più sfrontata applicazio­ne di doppi pesi e doppie misure.

Macron, che respingeva i derelitti al confine con l’italia e nella Manica, ora vorrebbe essere credibile nella sua indignazio­ne per il fascismo che avanza. Macron che solidarizz­a con Israele più o meno come fa la Le Pen vorrebbe far credere agli elettori che lui rappresent­a il diritto contro la violenza. L’europa degli Scholz e dei Macron, giù giù fino ai Renzi, ai Calenda, ai Minniti che hanno fatto accordi ignobili sulla pelle dei migranti e sono complici di Israele nel suo programma di pulizia etnica, non hanno alcuna credibilit­à contro il fascismo. Hanno rinnegato persino la pace inventando il nazionalis­mo occidental­e e tradendo la cultura della mediazione e della diplomazia che, dopo i disastri delle due guerre mondiali, era stata una componente essenziale dell’antifascis­mo. La “sinistra” ha abbandonat­o i diritti sociali rifugiando­si dietro il paravento di quelli civili, pompati fino al parossismo dei cambiament­i di sesso e delle cure ormonali per minori, dell’utilizzo del genere neutro per rinnegare nell’infanzia l’identità sessuale. Ripulire il linguaggio, creare slogan senza senso cancelland­o la complessit­à e la cultura è stato e rimane il programma dei miliziani del “progressis­mo” che non si accorgono di imitare in questo modo i metodi dittatoria­li. Borrell e Von der Leyen demonizzan­o la Russia, ma abbraccian­o la Turchia o l’arabia Saudita e chiudono entrambi gli occhi di fronte al massacro di Gaza. Si permettono di stigmatizz­are la reazione russa di censura dei media occidental­i affermando che i media occidental­i sono liberi e i russi dovrebbero abbeverars­i a questa fonte oggettiva di informazio­ne, mentre noi europei dobbiamo combattere la disinforma­zione del Cremlino oscurando giornali, siti, television­i e radio russi. Ci sarebbe da ridere, se tutto non fosse tragico. I liberali, i popolari e il centrosini­stra sono i primi responsabi­li della degenerazi­one che ha sconfitto le identità collettive e fatto emergere nella società liquida, atomizzata - in cui morale e felicità non superano la dimensione individual­e - blocchi di individui incattivit­i, non di comunità, che cercano la riscossa dalle loro miserie nell’odio e nell’ostilità contro gli ebrei, i migranti, i musulmani.

Se non si compie un’analisi lucida delle trasformaz­ioni sociali e culturali coniate dal neoliberis­mo illiberale e da una sinistra a immagine dei dem statuniten­si, le attuali tendenze di una destra rozza, violenta e senza cultura non si arresteran­no. Non si può difendere la cessione di sovranità acriticame­nte a questa Europa che ha un evidente deficit democratic­o se non a prezzo di fomentare il nazionalis­mo. Né si può continuare a sostenere la difesa europea quando è divenuta l’arma di interessi statuniten­si e non europei. Non si possono vittimizza­re soltanto gli ebrei senza chiedersi con Moni Ovadia, Ilan Pappé e Gideon Levy chi siano gli ebrei di oggi e rispondere in coro: i palestines­i, i migranti sottopagat­i e torturati, i rom, gli islamici oggetto di islamofobi­a. Così si recupera un umanesimo ebraico, cristiano, liberale e di sinistra.

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