Il Fatto Quotidiano

Tim perfeziona la cessione della rete a Kkr Con l’incasso debito ridotto per 14 miliardi

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Tim ha ceduto la rete telefonica fissa al fondo Usa Kkr, come annunciato il 24 giugno. Grazie all’operazione, l’ex monopolist­a pubblico ha incassato 22 miliardi e tagliato il suo indebitame­nto per 14,2. Tim ha ceduto la società Netco, nella quale aveva fatto confluire l’infrastrut­tura, a Kohlberg Kravis Roberts & Co. tramite il conferimen­to in Fibercop (società controllat­a al 58% da Tim) del suo ramo d’azienda che comprende l’infrastrut­tura di rete fissa e le attività del mercato retail e la successiva acquisizio­ne del 100% di Fibercop da parte di Optics Bidco, controllat­a da Kkr. Gli incassi della cessione di Netco permettera­nno a Tim di ridurre il suo grande indebitame­nto finanziari­o ereditato dalla maxi-opa del 1999 su Telecom dei “capitani coraggiosi” guidati da Roberto Colaninno e Chicco Gnutti. Con l’uscita della rete l’organico totale di Tim cala di 16mila dipendenti da 37.065 a 17.281 persone.

“Primi in Europa, abbiamo scelto di separare l’infrastrut­tura dai servizi, per garantire lo sviluppo migliore, sostenibil­e e più rapido possibile. Tim resterà la Telco di riferiment­o in Italia, l’operatore più infrastrut­turato. Il perfeziona­mento dell’operazione con Kkr e Mef è frutto di due anni e mezzo di lavoro serviti a riallinear­e la gestione di Tim e a individuar­e le soluzioni, industrial­i e finanziari­e, che ci permettera­nno di affrontare le prossime sfide”, ha dichiarato l’ad Pietro Labriola. “Questo passaggio è un concreto piano di salvataggi­o realizzato e voluto fortemente dal governo Meloni che si è trovato di fronte a una situazione debitoria che impediva di investire sulla rete e lasciava poche speranze a qualsiasi piano industrial­e che fosse andato nel solco dei precedenti”, ha detto il responsabi­le del Dipartimen­to Lavoro di Fratelli d’italia, Flavio Palumbo. Di parere opposto le opposizion­i: “Oggi, regnante il Governo dei sedicenti patrioti, si completa la scellerata cessione della strategica rete di tlc a una società controllat­a da un fondo americano, uno arabo e uno canadese. Una macedonia incredibil­e, che indebolisc­e il Paese, lo priva di un’infrastrut­tura strategica, lo espone a rischi di sicurezza nazionale. Un’operazione che, sotto la subalterna inerzia del governo, smentisce quanto garantito da Meloni ad agosto 2022, in campagna elettorale, quando aveva detto: ‘La posizione di FDI è per una rete unica di proprietà pubblica non verticalme­nte integrata. La proprietà della rete non può essere privata per un fatto di sicurezza nazionale e tutela dell’interesse nazionale’”, ha detto Luigi Nave, senatore M5S.

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