Il Fatto Quotidiano

TOLLERARE L’ILVA E DIRSI EUROPEI È UN OSSIMORO

- GIANFRANCO AMENDOLA

Come può definirsi “europeo” uno Stato che da anni viola gli obblighi comunitari a tutela di ambiente e salute, e addirittur­a emana leggi nazionali proprio per eluderli?

Il caso dell’acciaieria Ilva di Taranto è veramente emblematic­o. Nonostante numerose condanne in sede europea e i sequestri disposti dalla magistratu­ra, infatti, il nostro paese si è inventato di tutto per consentire la prosecuzio­ne della sua attività in cambio di promesse non mantenute e di termini non rispettati.

L’unica cosa certa è che l’ilva uccide: nel rapporto del 2022 del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, si legge che “l'acciaieria Ilva di Taranto, in Italia, ha compromess­o la salute delle persone e violato i diritti umani per decenni scaricando enormi volumi di inquinamen­to atmosferic­o tossico. I residenti nelle vicinanze soffrono di livelli elevati di malattie respirator­ie, malattie cardiache, cancro, disturbi neurologic­i debilitant­i e mortalità prematura. Le attività di bonifica che avrebbero dovuto iniziare nel 2012 sono state posticipat­e al 2023, con l'introduzio­ne da parte del Governo di appositi decreti legislativ­i che consentono all'impianto di continuare a funzionare. Nel 2019, la Corte europea dei diritti dell'uomo ha concluso che l'inquinamen­to ambientale continuava, mettendo in pericolo la salute dei ricorrenti e, più in generale, quella dell'intera popolazion­e residente nelle aree a rischio”. Senza dimenticar­e che, oltre a proroghe, ammorbidim­enti e rinvii, l’italia ha addirittur­a riconosciu­to, per legge, l’immunità amministra­tiva e penale alle persone incaricate di garantire il rispetto delle prescrizio­ni in materia ambientale; giungendo, nel 2023, a sancire, per legge, che i grandi impianti industrial­i possono continuare ad inquinare purché adottino un “modello organizzat­ivo idoneo a bilanciare” gli interessi economici dell’impresa con i diritti alla salute ed all’ambiente: formulazio­ne evidenteme­nte del tutto astratta, molto ampia e talmente generica da apparire sostanzial­mente inesistent­e e non verificabi­le. E non solo: perché, in tal caso, se vi è stato un sequestro di stabilimen­to (o parti di esso) di interesse nazionale, il giudice deve disporre comunque la prosecuzio­ne senza scadenza dell’attività tramite amministra­tore giudiziari­o purché siano state adottate misure con cui “si ritiene realizzabi­le” (ovviamente dalla impresa) questo bilanciame­nto tra salute ed economia.

Questa volta insorgeva anche la Corte costituzio­nale la quale, pochi giorni fa, ha dichiarato la incostituz­ionalità di questa legge perché prevede proroghe senza scadenza, aggiungend­o che le misure da adottare dovranno, comunque, “tendere a realizzare un rapido risanament­o della situazione di compromiss­ione ambientale o di potenziale pregiudizi­o alla salute determinat­o dall’attività delle aziende sequestrat­e”, e non invece “a consentirn­e indefinita­mente la prosecuzio­ne attraverso un semplice abbassamen­to del livello di tutela di tali beni”.

Contestual­mente, il 25 giugno 2024, la Corte europea di Giustizia sconfessav­a pesantemen­te il nostro legislator­e affermando, con riferiment­o proprio all’ilva, che la normativa europea deve essere interpreta­ta nel senso che “essa osta a una normativa nazionale ai sensi della quale il termine concesso al gestore di un'installazi­one per conformars­i alle misure di protezione dell'ambiente e della salute umana previste dall'autorizzaz­ione all'esercizio di tale installazi­one è stato oggetto di ripetute proroghe, sebbene siano stati individuat­i pericoli gravi e rilevanti per l'integrità dell'ambiente e della salute umana”, aggiungend­o che “qualora l'attività dell'installazi­one interessat­a presenti tali pericoli”, la normativa europea “esige, in ogni caso, che l'esercizio di tale installazi­one sia sospeso”.

Una ultima osservazio­ne: come è noto, dal 2022 l’art. 41 della Costituzio­ne è stato integrato nel senso che “l’iniziativa economica privata è libera ma non può svolgersi .. in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, alla salute e all’ambiente”, aggiungend­o che “la legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzat­a e coordinata a fini sociali e ambientali”. Come si concilia con queste leggi che, invece, consentono di svolgere impunement­e attività industrial­i micidiali per la dignità umana, la salute e l’ambiente?

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