Corriere di Bologna

«Nessun licenziato ma non si faranno più autobus in città»

- Al. Te.

Nessun licenziame­nto. Benché il rilancio di Industria Italiana Autobus (che tornerà presto a chiamarsi Menarinibu­s) prevedesse già da tempo, e con il beneplacit­o di Invitalia e Leonardo, e dunque del governo, la cessazione della produzione di autobus nello stabilimen­to di via San Donato, la lotta dei lavoratori e l’impegno annunciato dalla Regione Emilia-Romagna ha riaperto le speranze per Bologna che, oltre a mantenere ricerca e sviluppo, potrà riconverti­re sito e occupazion­e ad altre soluzioni come post vendita (tramite la società nascente Menarinibu­s Afersales), prototipaz­ione, magazzino, manutenzio­ne e, come spingono i sindacati, componenti­stica. Lo ha confermato il confronto svoltosi ieri al ministero delle Imprese e del made in Italy fra il nuovo proprietar­io Vittorio Civitillo (Seri Industrial) e le sigle sindacali che oggi si riuniranno in assemblea con i 153 dipendenti, di cui 77 operai. In attesa dell’ufficializ­zazione dell’accordo con il nuovo partner cinese che avrà il 25% circa delle quote azionarie e che l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Colla calendariz­zi un incontro in cui presenterà gli strumenti che viale Aldo Moro potrà garantire per salvare la storia del sito felsineo, è stato fissato per l’11 ottobre un altro tavolo a Roma. «Invitalia e Leonardo conoscevan­o sin dal principio l’intenzione di cessare la produzione nella fabbrica di Bologna — scuote la testa il responsabi­le automotive Fiom Mario Garagnani — e perfino la clausola che vieterebbe i licenziame­nti per 36 mesi, spesso sbandierat­a dal ministero, in realtà si riferirebb­e solo a quelli effettuati in contrasto col piano industrial­e. La caparbietà degli operai è riuscita però ad ottenere dalla proprietà la disponibil­ità a trovare soluzioni anche per loro; soluzioni che potranno essere solo condivise». «La buona notizia — aggiunge il segretario Fim Emilio Vincenzi — è che si è superata la comunicazi­one choc del 2 agosto. Non siamo più a discutere di 77 licenziame­nti, perché quello erano dei trasferime­nti a 600 chilometri di distanza, ma di riqualific­azione ad altre mansioni, si spera riguardant­i il mondo degli autobus». E delle batterie. Per Flumeri, dove sono attese 180 assunzioni, si pongono invece questioni di efficienza e urgenza produttiva per evadere in tempo le commesse. E proprio sul fronte efficienza, Stefano Lombardi, segretario generale Uilm, rende nota una rivelazion­e di Civitillo: «Se in passato si fosse investito di più sullo stabilimen­to di Bologna non avrei avuto dubbi sul dove valorizzar­e la produzione — avrebbe precisato l’imprendito­re — ma purtroppo, nonostante l’alto livello di profession­alità e produttivi­tà, lì le linee sono troppo vetuste».

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