Corriere di Bologna

«Il nonno c’era nel 1964 ora lo riporto allo stadio per fargli vivere il sogno che ha tanto aspettato»

- Fernando Pellerano

Il nonno, il nipote e il Bologna: un filo rossoblù di passioni, la memoria che si tramanda e un accompagna­mento che si ribalta. Trenta anni fa era nonno Renato a portare al Dall’Ara il piccolo Alex, mercoledì sera per la Champions avverrà il contrario. Il sogno s’avvera per tutti e due: il nonno che torna a vedere la sua squadra in «Coppa dei Campioni» dopo 60 anni; il nipote che vivrà questa emozione europea (fino a pochi mesi fa impensabil­e) insieme a chi gli ha fatto amare il calcio e i rossoblù.

Il giovane Alex Rambaldi, 34 anni, ha pensato a tutto ed è pronto a spingere fino al Dall’Ara la carrozzina di Renato Ghedini, classe 1931, l’amatissimo nonno che ora vive a Medicina. «Sono cresciuto con lui e mia nonna, mia madre era sempre via per lavoro e mio padre non c’era più. Il nonno mi ha sempre parlato del Bologna e di quello scudetto del 1964 e della trasferta a Roma per lo spareggio. Ha sempre con sé la foto di quella squadra con tutti gli autografi compreso quello di Bruno Capra che gli fece tanti anni dopo quando lo incontrò per strada. Un vero cimelio. È stato lui a portarmi allo stadio ai tempi di Signori, Andersson e Ingesson. Sempre in curva Andrea Costa».

Una passione condivisa insieme fino all’arrivo del Covid. «Lì si è interrotta questa bellissima abitudine e il nonno non è più tornato allo stadio». C’era però una promessa in ballo, «legata all’arrivo di Saputo che disse “vi riporterò in Europa” e così dissi “quando accadrà ci andremo insieme”. Ed eccoci qua, prontissim­i».

In famiglia non sono tutti d’accordo che lo porti al Dall’Ara, «i miei zii la ritengono una follia, i medici sono contrari, ma anche se rischio di essere diseredato io ce lo porto lo stesso», dice Alex, «io sono stato da poco operato di ernia inguinale, lui deambula a fatica (per questo useremo la carrozzina), ma ce la faremo. Questa estate, dopo tanti

anni, l’ho portato al mare per una settimana a Cervia, andremo anche al Dall’Ara».

Renato, nonno e babbo, una vita di racconti. «Tanti sportivi, lui ama anche la Virtus, il ciclismo e tante altre discipline. Ma anche tanti ricordi della guerra, dei bombardame­nti, della Resistenza. Aveva cinque fratelli, due di loro sono morti come partigiani. Armando fu fucilato in piazza pochi giorni prima della Liberazion­e, alle Roveri (dove vivevano) c’ una rotonda intitolata a lui. Mia bisnonna non volle né reazioni né vendette».

Renato ne ha viste tante: ci mancherebb­e che ora, a 93 anni, gli venisse negata la gioia di vedere il Bologna in Champions.

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Renato Ghedini, classe 1931, insieme al nipote Alex Rambaldi, 34 anni, a cui ha trasmesso la passione per i rossoblù
Nonno e nipote Renato Ghedini, classe 1931, insieme al nipote Alex Rambaldi, 34 anni, a cui ha trasmesso la passione per i rossoblù
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